Shemà. Commento al Vangelo del 26 marzo della teologa Giuliva Di Berardino

Shemà. Commento al Vangelo del 26 marzo della teologa Giuliva Di Berardino

Shemà (in ebraico “Ascolta”), un commento al Vangelo del Giorno di Giuliva Di Berardino.

Anche a noi, uomini e donne del terzo millennio, Nostro Signore Gesù Cristo dice: “Shemà”. Ascoltiamolo!

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IL COMMENTO TESTUALE

IL VANGELO DEL GIORNO: venerdì 26 marzo 2021

Il Vangelo di oggi, tratto dal Vangelo secondo Giovanni, ci racconta il clima di tensione che era attorno a Gesù. Il testo inizia con un tentativo di lapidazione, intercalato da un dialogo nel corso del quale Gesù offre la possibilità a coloro che volevano colpirlo di esprimere la motivazione che li spingeva a lapidarlo: «Non ti lapidiamo per un’opera buona, ma per una bestemmia: perché tu, che sei uomo, ti fai Dio». È inammissibile, per queste persone, il fatto che un uomo possa farsi Dio, ma il punto è che Gesù non è un uomo che si fa Dio, ma il contrario! È Dio che si fa uomo, è Dio che si è reso fragile e che si è fatto mortale per donarci la salvezza.  Attraverso Gesù Dio non procede in salita, ma in discesa e come Lui anche noi siamo chiamati a discendere, non a salire, perché la gloria di Dio si esprime in una vita che si fa dono, e non in un esercizio di potere. Gesù percorre la via della croce, la via di un uomo condannato a morte, per mostrarci che Dio si è fatto uomo e si è fatto vicino alla nostra umanità colpita, ferita, malata. Ecco, oggi il Vangelo ci mostra che è inutile cercare una via diversa, è inutile catturare Gesù, colpirlo, condannarlo perché si fa Dio, perché in Gesù è Dio stesso che ha deciso di farsi tutto questo per noi. Non facciamo allora come queste persone che vogliono catturare Gesù perché non sanno che Lui è il Figlio di Dio, ma facciamo come gli abitanti delle terre al di là del Giordano lontane da Gerusalemme, ma non così estranee all’annuncio della salvezza, dato che qui Gesù è preceduto, annunciato, testimoniato da Giovanni, qui è atteso con fede, è qui rimane. Davanti a Gesù innocente accusato e condannato, il nostro cuore è chiamato ancora una volta ad affidarsi a Lui e a credere in Lui. Buona giornata!

Gv 10, 31-42

In quel tempo, i Giudei raccolsero delle pietre per lapidare Gesù. Gesù disse loro: «Vi ho fatto vedere molte opere buone da parte del Padre: per quale di esse volete lapidarmi?». Gli risposero i Giudei: «Non ti lapidiamo per un’opera buona, ma per una bestemmia: perché tu, che sei uomo, ti fai Dio». Disse loro Gesù: «Non è forse scritto nella vostra Legge: “Io ho detto: voi siete dèi”? Ora, se essa ha chiamato dèi coloro ai quali fu rivolta la parola di Dio – e la Scrittura non può essere annullata –, a colui che il Padre ha consacrato e mandato nel mondo voi dite: “Tu bestemmi”, perché ho detto: “Sono Figlio di Dio”? Se non compio le opere del Padre mio, non credetemi; ma se le compio, anche se non credete a me, credete alle opere, perché sappiate e conosciate che il Padre è in me, e io nel Padre». Allora cercarono nuovamente di catturarlo, ma egli sfuggì dalle loro mani. Ritornò quindi nuovamente al di là del Giordano, nel luogo dove prima Giovanni battezzava, e qui rimase. Molti andarono da lui e dicevano: «Giovanni non ha compiuto nessun segno, ma tutto quello che Giovanni ha detto di costui era vero». E in quel luogo molti credettero in lui.

IL COMMENTO IN VIDEOhttps://www.youtube.com/channel/UCE_5qoPuQY7HPFA-gS9ad1g/videos

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