Roberto Menia (Fratelli d’Italia): “con Dante promuoviamo l’italianità”
L’ON. MENIA: “LA LINGUA ITALIANA È SPESSO MESSA IN SECONDO PIANO DA UN’ANOMALA INVASIONE DI TERMINI INGLESI UTILIZZATI IN CIRCOSTANZE CHE NON LO RICHIEDONO”
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Di Matteo Orlando
“La lingua italiana è uno straordinario vettore di cultura, usiamo la giornata nazionale dedicata a Dante Alighieri per una nuova stagione di promozione dell’italianità”.
A dirlo è l’onorevole Roberto Menia, responsabile del dipartimento Italiani all’Estero di Fratelli d’Italia, e Segretario Generale del CTIM (Comitato Tricolore per gli Italiani nel Mondo), secondo cui i 700 anni di Dante possono essere una buona occasione per difendere la lingua italiana all’estero.
“Per preservare efficacemente l’italianità all’estero, il naturale punto di partenza è la lingua italiana, troppo spesso messa in secondo piano da un’anomala invasione di termini inglesi utilizzati in circostanze che non lo richiedono. Lockdown, vax, aperitive, sono solo alcuni esempi. Fratelli d’Italia è vicina ai patrioti che sono lontani dalla madre Patria e lo sarà in concreto con atti parlamentari ed iniziative mirate, perché crediamo nel tricolore e nella cultura come mastice per comunità e cittadini”, ha aggiunto Menia.
“Per questa ragione una nuova stagione di promozione dell’italianità è possibile solo con un cambio di passo e con una nuova consapevolezza: mi auguro che le nostre ambasciate e i nostri consolati in tutto il mondo possano essere uniti da un glossario ideale e comune”.
Fin dalla sua costituzione nel 1968, il Comitato Tricolore per gli Italiani nel Mondo (CTIM) si è sempre distinto per il suo impegno a favore degli Italiani che vivono fuori dai confini della Madrepatria. Tra le importanti conquiste a cui ha portato la battaglia per gli Italiani nel Mondo ricordiamo il censimento degli stessi e l’istituzione dell’Anagrafe degli Italiani all’Estero (AIRE).
Se gli Italiani nel mondo ora esistono ufficialmente per lo Stato Italiano – e se possono eleggere i loro rappresentanti in Parlamento – è solo grazie all’impegno decennale del CTIM.
Al 1 gennaio 2020 gli Italiani all’estero, che lavorano nei cinque continenti, erano 5.486.081 (dati Fondazione Migrantes). Vi sono poi almeno 60 milioni di oriundi di origine Italiana, una potenzialità immensa, totalmente dimenticata e, spesso, discriminata .
Dei quasi 5,5 milioni di italiani all’estero iscritti all’Aire, le donne compongono il 48,0% (oltre 2,6 milioni), i minori sono il 15% (oltre 824 mila) di cui il 6,8% ha meno di 10 anni. Il 22,3% (oltre 1,2 milioni) ha tra i 18 e i 34 anni e il 23,3% (1 milione 280 mila) ha tra i 35 e i 49 anni. Il 19,1% (oltre 1 milione) ha tra i 50 e i 64 anni e il 20,3% (oltre 1,1 milioni) ha dai 65 anni in su. In particolare, la comunità “anziana” è costituita da circa 523 mila iscritti tra i 65 e i 74 anni, quasi 358 mila tra i 75 e gli 84 anni e 231 mila over 85enni. Dal 2006 al 2020 gli italiani sono aumentati principalmente in alcuni Paesi, come Malta (+632,8%), Portogallo (+399,4%), Irlanda (+332,1%), Norvegia (+277,9%), Finlandia (+206,2%).
In Italia ancora non si è capito che avere con i propri cittadini all’estero crea legami e rapporti più stretti e più intensi, dai quali si può trarre sviluppo economico, progresso civile e nuovi rapporti internazionali. Questo perché il rapporto con gli Italiani all’estero è essenziale per il nostro processo di internazionalizzazione.
È indispensabile una politica per gli Italiani all’estro che veda il coinvolgimento di tutti gli organismi preposti all’emigrazione, coordinare e agevolare le centinaia di stazioni radio e televisive di lingua Italiana esistenti all’estero, per diffondere la conoscenza del nostro patrimonio storico, culturale e linguistico.
Inoltre si potrebbe utilizzare il DanteDì, la forza della “Società Dante Alighieri”, per diffondere la nostra lingua, la nostra bimillenaria cultura, la nostra arte.
Una politica di appoggio e di intervento a favore delle migliaia di associazioni di Italiani e di oriundi e dei nostri operatori nei commerci, potrebbe aiutare il “made in Italy” in tutti i campi, per costituire un grande ponte, politico ed economico, tra la Madrepatria e le varie comunità Italiane nel mondo.