“Per uscire dalla pandemia dobbiamo riaffermare il primato di Cristo nel mondo”
RIFLESSIONE PASQUALE DELL’EX NUNZIO APOSTOLICO NEGLI STATI UNITI MONSIGNOR CARLO MARIA VIGANÒ
–
Di Emanuela Maccarrone
Recentemente l’arcivescovo Mons. Carlo Maria Viganò, ex nunzio apostolico negli Stati Uniti, ha diffuso una lunga e profonda meditazione sull’attuale situazione pandemica che spinge il lettore credente a riflettere. Il testo è disponibile sul blog del giornalista Aldo Maria Valli.
La meditazione del prelato vuole spingere i credenti a un ragionamento sullo stato delle cose attuali: “Come cattolici siamo chiamati a comprendere il senso di quanto, da più di un anno, l’intera umanità è costretta a subire in nome di un’emergenza (…). Siamo chiamati a capire, prima ancora che a credere: perché se il Signore ci ha dotati di un’intelligenza, lo ha fatto perché la usiamo per riconoscere e giudicare la realtà che ci circonda”.
Dapprima il monsignore ha espresso le sue perplessità dinanzi a un sistema di restrizioni, giustificato dalla pandemia, che sta condizionando le libertà e il modo di vivere dei popoli.
Una situazione a causa della quale i cittadini sono stati “costretti a misure di confinamento dimostratesi inutili se non controproducenti”, ha spiegato Viganò. “Un anno dopo nulla è cambiato rispetto ad allora, e ci sentiamo ancora ripetere che dovremo prepararci ad un ulteriore lockdown”.
Dopo aver speso parole anche nei confronti della Gerarchia cattolica per essersi adeguata alle restrizioni imposte dal mainstream, con riferimento alle chiusure pasquali dello scorso anno, l’Arcivescovo ha attaccato coloro che celebrano la scienza come “antidoto alla superstizione religiosa”, rigettando qualsiasi teoria su una “madre terra che punisce l’umanità”. Per l’alto prelato, infatti, l’unico artefice di questo virus è “un’élite asservita all’ideologia globalista”.
Cioè, ha spiegato Viganò, una minoranza di potenti che vuole imporre un nuovo ordine mondiale e che, per mantenere il potere, “remunera generosamente quanti si mettono al suo servizio”, mentre i ribelli sono “privati della libertà, costretti a sottoporsi a tamponi inattendibili e vaccini inefficaci, in nome di un bene superiore che essi devono accettare senza possibilità di dissenso o di critica”.
Monsignor Viganò ha considerato la pandemia un flagello divino. “Se questa pseudo-pandemia è un flagello, non è difficile comprendere quali siano le colpe per le quali il Cielo ci punisce: delitti, aborti, omicidi, divorzi, violenze, perversioni, vizi, furti, inganni, truffe, tradimenti, menzogne, profanazioni, crudeltà”. Per questo il prelato ha invitato tutta l’umanità, nessuno escluso, a ravvedersi.
Il monsignore ha ribadito il primato di Cristo nel mondo, l’umanità deve riconoscere la Signoria universale di Dio, ubbidendo alla Sua santa Legge, avvertendo che ogni volta che l’umanità rifiuta la regalità divina dando spazio ai peccati, questi ci rendono “schiavi di Satana”.
Secondo il vescovo, se si lascerà “che si instauri l’odiosa tirannide del peccato e della ribellione a Cristo, la follia del Covid sarà solo l’inizio dell’inferno in terra”.
Il vero “Great Reset”, come ha spiegato il monsignore, è già avvenuto duemila anni fa sul Calvario, dove Gesù Cristo ha redento l’umanità con il Suo preziosissimo sangue.
Dinanzi all’ostinazione dei servi di satana, l’eterno perdente, che non ammettono la sua sconfitta e agiscono come se la vittoria del male fosse certa, il prelato ha avvertito che questa illusione “in realtà è necessariamente effimera e momentanea”, poiché come avvenne nello scontro tra il faraone e Mosè, tutto era sotto il controllo di Dio per la liberazione del popolo d’Israele.
Ottimo, condivido