Shemà. Commento al Vangelo del 23 marzo della teologa Giuliva Di Berardino

Shemà. Commento al Vangelo del 23 marzo della teologa Giuliva Di Berardino

Shemà (in ebraico “Ascolta”), un commento al Vangelo del Giorno di Giuliva Di Berardino.

Anche a noi, uomini e donne del terzo millennio, Nostro Signore Gesù Cristo dice: “Shemà”. Ascoltiamolo!

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IL COMMENTO TESTUALE

IL VANGELO DEL GIORNO: Gv 8, 21-30

martedì 23 marzo 2021

Oggi il vangelo presenta un dialogo tra Gesù e i farisei, e la liturgia oggi ce lo propone perché possiamo entrare in una conoscenza più profonda di Gesù e quindi accogliere sempre di più la sua vita in noi. Il testo inizia con un’affermazione di Gesù «Io vado e voi mi cercherete, ma morirete nel vostro peccato. Dove vado io, voi non potete venire». Già da questa affermazione emerge una verità: c’è una ricerca che avviene mentre si vive in uno stato di peccato, ma l’aspetto negativo di questa ricerca non è da dove parte, ma come finisce! Tutti ricerchiamo vivendo nel peccato, ma qui Gesù afferma che questi farisei “moriranno nel loro peccato”. Questo stupisce, perché Gesù sta parlando ai farisei, quindi a uomini religiosi, e le sue parole ci fanno riflettere perché si può restare nello stato di peccato per tutta una vita, anche se si pratica la legge di Dio, anche se si vive una vita religiosa. Ecco, il Vangelo oggi ci mette di fronte a questa realtà che rimanda alla coscienza, al cuore, perché si pone al di là della vita, religiosa o meno, che cerchiamo di vivere. In fondo il Signore ci avverte di fare attenzione ad essere troppo convinti delle nostre sicurezze, perché vivere nella fede significa anche camminare nel buio e accettare che noi non possiamo chiudere Dio nella nostra ragione e nemmeno nella nostra immaginazione. Lo si capisce dal testo: Dio è molto diverso da quello che immaginano questi farisei e, se ci pensiamo, quante volte, nella nostra vita, Dio si è rivelato diverso da quello che pensavamo noi, che credevamo noi. Ecco, se non è stato così, oggi chiediamo questa grazia al Signore, chiediamo che ci sorprenda. Le parole di Gesù ci mostrano che, se noi chiudiamo Dio nei criteri di questo mondo, come fanno questi farisei, non possiamo conoscere davvero chi è Dio e partecipare pienamente al suo amore: “Voi siete di questo mondo, io non sono di questo mondo!” , ci dice oggi il Signore. Lasciamoci, allora, raggiungere dalle sorprese di Dio, sapendo che la via di Dio è sempre quella che ci salva, perciò, quasi sempre, non è quella che ci fa comodo, ma quella che ci fa uscire da noi stessi e ci fa conoscere meglio la realtà così com’è, allontanandoci dalle illusioni che ci costruiamo su di essa. La via di Dio è sempre quella che ci mette in relazione, in discussione, e forse, a volte, anche in difficoltà, proprio come fanno le persone, spesso quelle alle quali vogliamo più bene: ci disturbano. Eppure è questo “disturbo” che ci fa bene, che ci salva, perché ci porta ad amare di più. Santa Teresa d’Avila, dottore della Chiesa e grande mistica, racconta che nella sua vita spesso il Signore la scomodava e le faceva vivere avventure assurde, attraverso le piccole sorprese quotidiane, non sempre piacevoli, ma lei le riceveva da Gesù esclamando, con l’ironia che la caratterizzava, delle parole molto simpatiche: “Signore, va bene, faccio quello che mi chiedi, però capisco perché hai pochi amici!” Ecco, accogliere Gesù è accogliere la vita del Figlio amato, innalzato nella gloria della croce e dell’Ascensione al cielo. Allora oggi, che  sia con ironia, come Santa Teresa, che sia forse con rabbia, o comunque ci sentiamo, innanzi tutto chiediamo lo Spirito Santo, e poi cominciamo ad esercitarci nel pratico, accogliendo quello che ci  scomoda perché, ricordiamolo, c’è sempre il rischio di continuare a vivere così, accontentandosi, ma senza conoscere davvero Dio, che non ci chiama ad accontentarci, ma a vivere felici. Buona giornata!

Gv 8, 21-30


In quel tempo, Gesù disse ai farisei: «Io vado e voi mi cercherete, ma morirete nel vostro peccato. Dove vado io, voi non potete venire». Dicevano allora i Giudei: «Vuole forse uccidersi, dal momento che dice: “Dove vado io, voi non potete venire”?». E diceva loro: «Voi siete di quaggiù, io sono di lassù; voi siete di questo mondo, io non sono di questo mondo. Vi ho detto che morirete nei vostri peccati; se infatti non credete che Io Sono, morirete nei vostri peccati». Gli dissero allora: «Tu, chi sei?». Gesù disse loro: «Proprio ciò che io vi dico. Molte cose ho da dire di voi, e da giudicare; ma colui che mi ha mandato è veritiero, e le cose che ho udito da lui, le dico al mondo». Non capirono che egli parlava loro del Padre. Disse allora Gesù: «Quando avrete innalzato il Figlio dell’uomo, allora conoscerete che Io Sono e che non faccio nulla da me stesso, ma parlo come il Padre mi ha insegnato. Colui che mi ha mandato è con me: non mi ha lasciato solo, perché faccio sempre le cose che gli sono gradite». A queste sue parole, molti credettero in lui.

 

IL COMMENTO IN VIDEOhttps://www.youtube.com/channel/UCE_5qoPuQY7HPFA-gS9ad1g/videos

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