L’Emilia-Romagna si prepara alla selezione eugenetica ai danni di nascituri con sindromi cromosomiche?
MATTEO MONTEVECCHI (LEGA): “L’USO MASSICCIO DEL NIPT IN PAESI COME L’ISLANDA O IL REGNO UNITO HA PORTATO AD UNA DRASTICA RIDUZIONE DELLE NASCITE DI BAMBINI CON SINDROME DI DOWN”.
TONI BRANDI (PRO VITA & FAMIGLIA): “LE PERSONE CON SINDROME DI DOWN POSSONO LAVORARE BENISSIMO, FARE SPORT, VIVERE ALLA GRANDE E ANCHE AVERE SUCCESSO”.
FILIPPO BIANCHI (LEGA): “SECONDO L’IMPLACABILE ‘LOGICA’ DELL’EUGENETICA, IN ALCUNI PAESI DELL’UNIONE EUROPEA ‘DOWN FREE’ SI E’ HA GIÀ REALIZZATO IL PIANO DI STERMINIO, ATTRAVERSO L’ABORTO, DI TUTTE LE PERSONE CON SINDROME DI DOWN”
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Di Angelica La Rosa
“La Regione metta in campo investimenti di sostegno alla donna e alla coppia in caso di diagnosi di patologie fetali. Fondamentale un valido aiuto ad accogliere la vita”.
Lo ha chiesto ieri, 21 marzo, giorno in cui si è celebrata la Giornata mondiale delle persone con la sindrome di Down (WDSD – World Down Syndrome Day), un appuntamento voluto da Down Syndrome International e sancito ufficialmente anche da una risoluzione dell’Onu, il consigliere regionale riminese della Lega ER, Matteo Montevecchi (nella foto sotto), annunciando che nei prossimi giorni formalizzerà la richiesta con un’interrogazione alla Giunta Bonaccini che guida l’Emilia Romagna.
“La nostra è la prima Regione ad aver introdotto in Italia la gratuità per tutte le gestanti residenti del Non Invasive Parental Test (NIPT), un test prenatale di screening non invasivo che si basa sull’analisi del DNA fetale presente nel plasma materno, finalizzato alla valutazione del rischio di trisomia 21 (Sindrome di Down), 13 e 18 e che sarà esteso gradualmente in tutte le province”, ha ricordato Montevecchi.
“Il problema è che non possiamo ignorare che l’uso massiccio del NIPT in paesi come l’Islanda o il Regno Unito ha portato ad una drastica riduzione delle nascite di bambini con sindrome di Down. Questi dati devono fare riflettere, poiché fanno emergere il pericoloso rischio che si possa favorire anche una vera e propria selezione eugenetica ai danni di nascituri con sindromi cromosomiche”, ha sottolineato Montevecchi.
“La strada maestra da seguire dovrebbe essere quella del supporto vero che non miri all’eliminazione del nascituro, ma delle comprensibili paure. Bisognerebbe, infatti, iniziare a mettere in campo un fattivo e concreto aiuto ai genitori soprattutto mediante l’investimento di risorse necessarie per costruire una cultura di accoglienza della vita, senza alcun tipo di distinzione”, ha proposto il leghista. “Le istituzioni devono fare la propria parte e sarebbe importante ricevere un segnale forte, a partire dalla Regione. Presenterò una interrogazione per chiedere alla Giunta se intenda prevedere altrettanti investimenti regionali di sostegno alla donna e alla coppia in caso di diagnosi di patologie fetali, fino al parto e in età pediatrica (0-14 anni), affinché ci possa essere un valido e consistente aiuto ad accogliere la vita. Come ci ha sempre ricordato Jérôme Lejeune ‘Ogni essere umano ha il diritto alla vita’”.
“Come dice Sarah Palin, ‘a volte anche le gioie più grandi portano sfide, e i bambini con bisogni speciali ispirano un amore molto, molto speciale’. Con l’emergenza Covid questo approccio non deve e non può cambiare, sono sfide che definiscono la nostra civiltà. Non bisogna aver paura che ogni vita sia un dono! Presidente Draghi, non dimentichi la loro preziosità! Ieri è stato un giorno in cui abbiamo ricordato che in una società inclusiva e non discriminatoria le persone valgono per ciò che sono e non per quello che sono capaci di fare! Poi le persone con Sindrome di Down possono lavorare benissimo, fare sport, vivere alla grande e anche avere successo”.
E’ questo il messaggio della nuova campagna di Pro Vita e Famiglia onlus con affissioni a Roma e su tutto il territorio nazionale in occasione della Giornata Mondiale delle persone con Sindrome di Down.
“Ora più che mai vanno ripensate le attività a loro destinate, che sostengano le loro peculiarità e le famiglie che li accompagnano. In Italia ci sono circa 40 mila persone con Sindrome di Down, senza particolare disparità tra maschi e femmine. La loro aspettativa di vita, in Italia così come all’estero, è di 62 anni e oggi ben il 60 % di loro è maggiorenne. Abbiamo assistito a grandi cambiamenti negli ultimi anni; la stragrande maggioranza legge e scrive. Non devono abbandonare il loro percorso scolastico!”, ha evidenziato Toni Brandi.
“E invece è allarme. Decine di centri diurni, per esempio in Puglia, rischiano la chiusura a seguito delle ripercussioni provocate dalla pandemia Covid-19 che ha limitato le attività. A lanciare l’allerta in Commissione Sanità sono stati pochi giorni fa i rappresentanti di Aipd, Associazione Italiana Persone Down della sezione di Brindisi. Ma per molti dei pazienti si tratterebbe di perdere quella che viene considerata la loro vera casa, quella nella quale ormai da diversi anni trascorrono parte della loro giornata tra attività sociali e sedute riabilitative. Questo è il futuro che li aspetta?”, ha concluso Toni Brandi.
“Le persone con sindrome di Down sono in grado di essere autonome, di emanciparsi nel mondo del lavoro e anche di organizzare il proprio tempo libero, inoltre costituiscono una grande risorsa per la società. Alcuni di loro oggi frequentano l’università, sono artisti o hanno avviato un’impresa”. Anche per questo motivo Filippo Bianchi, Consigliere comunale della Lega a Bergamo, ha presentato una mozione in Consiglio comunale, in occasione della Giornata mondiale della sindrome di Down, sostenuta anche dai consiglieri Luisa Pecce e Gianfranco Ceci, per promuovere iniziative volte ad aumentare il rispetto e l’inclusione nei loro confronti, ad informare e sostenere i genitori bergamaschi di bambini con sindrome di Down, a disincentivare l’aborto eugenetico (il razzismo biologico) nei loro confronti, a sostenere i progetti delle realtà locali che operano in questo contesto.
“Purtroppo la situazione sociale, conseguente alle prescrizioni governative, ha provocato un aumento delle difficoltà incontrate, in generale, dalle persone con disabilità, nonché dalle persone portatrici di condizioni genetiche come la trisomia 21. A ciò si aggiunge la preoccupante e sempre più diffusa pratica dell’aborto applicato alle persone in virtù della sindrome di Down, la quale è indice di una intollerabile impostazione eugenetica che, oltre a violare il diritto alla vita di ogni uomo, discrimina e colpisce un particolare gruppo. È spaventoso assistere a questa eliminazione mirata di persone che hanno come torto quello di avere un cromosoma in più. L’ampia, e in alcune regioni italiane gratuita, diffusione del Nipt test, che permette la diagnosi precoce della trisomia 21, ha avviato l’implacabile ‘logica’ dell’eugenetica, che in alcuni paesi dell’Unione europea ‘Down free’ ha già realizzato il proprio piano di sterminio attraverso l’aborto di tutte le persone Down. Mentre da un lato ci si vanta di aiutare i disabili, dietro le quinte, essi vengono legalmente eliminati”, ha dichiarato ad Informazione Cattolica il consigliere Bianchi.
Delle mozioni analoghe sono state presentate al Consiglio comunale di Lecco, dal consigliere Giacomo Zamperini, al Consiglio comunale di Firenze dal consigliere Andrea Asciuti, con il sostegno dei consiglieri Draghi e Cellai, ed al Consiglio comunale di Ponteranica dal consigliere Santo Giuseppe Minetti.