Altre due terribili profanazioni nella sempre più dilagante Cristianofobia
DI FRONTE ALLE NOTIZIE DI TAVERNELLE E COSSERIA POSSIAMO FORSE VOLGERE LO SGUARDO ALTROVE?
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Di Maria Bigazzi
Il giorno seguente alla solennità di san Giuseppe la cronaca offre due dolorose notizie che segnano una profonda ferita nell’anima di tutti i cristiani.
Nella mattinata del 19 marzo, si presume tra le 8.20 e le 8.40, nella chiesa di parrocchiale di Tavernelle, in provincia di Vicenza, è stato rubato il Tabernacolo contenente il Santissimo Sacramento. La scatola metallica è stata scardinata dal pilastro su cui era incastonata e portata via da coloro che hanno compiuto il furto.
A darne la triste notizia è stato il parroco della chiesa parrocchiale, don Emanuele, che dopo aver scoperto il furto ha subito allertato le forze dell’ordine e le autorità ecclesiastiche e civili. Un gesto che ha colpito oltre alla popolazione, al vescovo e al sindaco del luogo, tutti i credenti, lasciando un profondo vuoto nella chiesa che si trova ora priva del suo Padrone.
Questo atto sacrilego risulta essere di una gravità assoluta, tanto più che ad essere trafugato è stato Nostro Signore, realmente presente nell’Eucaristia in Corpo, Anima, Sangue e Divinità.
Ci troviamo ora a dire, come la Maddalena in lacrime: “Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto”, e ne percepiamo la dolorosa assenza che lascia i nostri cuori nel buio e nello smarrimento.
Proprio in questo tempo di Quaresima, in cui ci stiamo preparando a rivivere la Passione di Nostro Signore, per celebrare con Lui la Sua Pasqua, continuano a registrarsi attacchi alla nostra Fede.
Non si tratta di un furto qualunque, e nemmeno si può pensare che il ladro o i ladri abbiano agito per guadagnare qualcosa, in quanto il valore del Tabernacolo (una scatola di metallo) non risulta essere particolarmente preziosa, quanto piuttosto il “contenuto”. I malfattori inoltre hanno agito in poco tempo e ciò fa pensare a un colpo sicuro, dove oltre alle Ostie consacrate, non è stato trafugato nient’altro.
Tutto ciò fa presumere a un attacco mirato a ciò che noi cristiani abbiamo di più prezioso, una profanazione terribile svolta con un intento ben preciso.
Non possiamo vedere tale furto solamente come uno sfregio e un atto irrispettoso verso la comunità. Certamente è anche questo, ma si tratta soprattutto di un sacrilegio di una gravità impensabile, di fronte al quale non si può rimanere in silenzio.
Nel momento in cui noi scriviamo non sappiamo dove si trova il Corpo del Signore, né quello che gli può accadere.
Sono aspetti da non sottovalutare. Gesù sta ora rivivendo la profanazione che gli venne inflitta al momento della sua cattura, quando i malfattori lo denudavano e lo deridevano, gli sputavano addosso, lo coprivano di ingiurie e lo calpestavano. Il Suo Corpo sanguina ora come sanguinò il giorno in cui cominciò la Sua Passione.
Di fronte a questo, possiamo forse rimanere indifferenti, o volgere lo sguardo altrove per non provare turbamento? No. Il Signore ci passa accanto e posa i suoi occhi addolorati e sanguinanti su di noi, parlando alla nostra anima e chiedendo di non rimanere freddi di fronte all’ Amore che nutre per noi.
Quello che si è verificato a Tavernelle dimostra quanto odio ci sia verso la nostra Fede e verso noi cristiani. Molti ritengono che non sia un problema grave, e che anzi, vi sono cose ben più importanti a cui pensare, invece che proteggere quella categoria sempre più indiscriminata, ma troppo silenziosa, che siamo noi cristiani.
Non voler ammettere che vi sia una cristianofobia sempre più diffusa, significa voler rimanere ciechi di fronte all’evidenza.
A darne prova è purtroppo il secondo atto compiutosi in Liguria, nella provincia di Savona, sulla strada verso il Castello di Cosseria.
Un crocifisso di legno, punto di riferimento per le persone che transitavano per quella via, è stato atrocemente vandalizzato. Dopo aver tranciato senza alcuna pietà le gambe, i vandali ne hanno conficcata una nel ventre di Cristo, lasciandolo in questo stato pietoso.
A guardare la foto si rimane colpiti dall’espressione di Gesù, che appeso sulla Croce, tiene gli occhi chiusi in uno stato di sofferenza indicibile e rassegnata. Pensiamo mai alle sofferenze di Cristo? A quello che Egli patisce ad ogni gesto blasfemo? Non si tratta affatto di uno scherzo innocente, ma di un messaggio di profondo odio verso Dio e di conseguenza verso chi lo ama e lo serve.
Facciamo caso al fatto che anche questa volta è stato attaccato il simbolo per eccellenza della Passione di Gesù e della nostra Redenzione. Un vero e proprio odio che sembra non volersi arrestare.
Parole decise e di sdegno sono state spese dal sindaco del luogo, dal segretario federale della Lega Matteo Salvini e anche dalla leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, che ha giudicato tale atto come “un vergognoso attacco ai simboli della cristianità”.
Si tratta infatti dell’ennesimo attacco che si va a sommare agli altri innumerevoli atti compiuti contro la cristianità e molte volte nemmeno riportati dalla maggior parte dei notiziari.
È forse preferibile lasciare che tutto passi nel silenzio, permettere che il cuore dei cristiani venga colpito e che questi si ritrovino un giorno privi di ogni protezione, ma soggetti ad ogni tipo di ingiuria e violenza.
Questa volta alziamo veramente la voce e chiediamo con fermezza che vengano presi seri provvedimenti nei riguardi di chi commette tali gesti, e che soprattutto a livello legislativo venga predisposta una tutela per i cristiani, per arrestare una sempre più dilagante Cristianofobia.
Accogliamo intanto l’invito del parroco della parrocchia di Tavernelle, a riparare il sacrilegio commesso unendoci in spirito alla comunità, che venerdì 26 marzo celebrerà assieme a lui la Via Crucis e la Messa in riparazione.
Aggiungiamo preghiere, atti di riparazione e digiuno, chiedendo a Dio la conversione di coloro che lo hanno oltraggiato e perché lo riconsegnino senza profanarLo ulteriormente.
È importante inoltre assicurare che il luogo dove viene riposto il Santissimo sia sicuro e non facilmente asportabile, perché è nostra responsabilità proteggere il Signore che ci onora con la Sua divina presenza.
Condivivo tutte le vs riflessione e chiedo perdono alla S S Trinità per questi orrori e che però siano colpiti i profanatori e che questo gli permetta di convertirsi x non perdere la loro anima oppure che la punizione Divina sia tale da impedire che commettano altri peccati. Gesù sulla Croce ha detto a Dio Padre di perdonarli perché non sapevano quello che facevano . Ma qui sapevano …tutto benissimo Esito loro azioni . la Liguria è una terra in cui Satana sta devastando anime .C’è tanto da pregare … Dio che ci aiuti ad essere fedeli nella preghiera con aiuto della Sua Parola e del digiuno ecc. saluti Dio vi e ci benedica Natalina Crema