S. Giuseppe, uomo e padre, perfetta immagine per accompagnare ognuno di noi
E’ SEMPRE PIÙ ATTUALE, E PRESENTE NELLA NOSTRA STORIA DI NOI DONNE E UOMINI IN CAMMINO, LA FIGURA DEL PADRE PUTATIVO DI GESÙ
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Di Angelica La Rosa
Arriva la nuova edizione, aggiornata con i testi della Patris Corde di papa Francesco, di “Giuseppe siamo noi” (Edizioni San Paolo 2021, pp. 224, euro 16), di Johnny Dotti e Mario Aldegani.
Quattro anni dopo la prima fortunata edizione di questo libro, in occasione dell’anno che Papa Francesco ha voluto dedicare a san Giuseppe, Johnny Dotti e Mario Aldegani rimettono mano alla loro opera per rendere ancora più attuale e presente nella nostra storia di donne e uomini in cammino la figura del padre di Gesù.
Ne esce un’immagine di uomo e padre che è perfetta per accompagnare ciascuno di noi, invitandoci a imitare l’esistenza di un uomo che, all’apparenza, era un uomo comune, ma che seppe incarnare la nobiltà di stirpe e spirito cui la sua avventura spirituale lo invitava.
Giuseppe siamo noi, recita il titolo del volume, come per un invito, in piena consapevolezza, a ritrovare il nostro ruolo all’interno della vicenda umana che ci attende e sorprende continuamente.
Il libro, completamente rinnovato, offre anche ricche suggestioni a partire dalla lettera apostolica Patris Corde di Papa Francesco.
“Vediamo Giuseppe come veramente è: non sbiadito ma vicino. Non etereo ma concreto: uno di
noi”, scrive nella prefazione Chiara Giaccardi. San Giuseppe “ascolta il sogno. È disposto ad accogliere una voce non sua, a lasciarsi guidare. Il sogno è lo spazio di accoglienza del mistero”.
Per la Giaccardi san Giuseppe è un uomo “che non dimostra la propria virilità nell’affermazione
di sé, ma nel custodire ciò che la vita gli ha consegnato. Nel trasmettere ciò che sa e nel lasciar
andare, perché il figlio possa vivere la propria vita, portare a compimento la propria missione. Giuseppe parla a tutti. E parla ai padri, che oggi ne hanno tanto bisogno”.
Mauro Magatti, nella post fazione aggiunge che “il marito di Maria e padre putativo di Gesù, ha ancora tanto da insegnarci”. Giuseppe “è una figura che non parla, ma che al più agisce nel silenzio. Quasi a suggerire che c’è un modo discreto di tenere la scena che tuttavia è capace di lasciare un segno. A volte più profondo di quello che riesce a imprimere chi riempie le orecchie con le sue parole vacue”.
San Giuseppe “sta dentro un disegno che lo sovrasta e che egli non conosce tutto intero, ma a cui decide di prendere parte nella consapevolezza che la vita è sempre più grande rispetto a quello che noi possiamo immaginare”. L’autorità di San Giuseppe “è tutta giocata attraverso il servizio, termine che viene dal latino serbare e che significa ‘far durare'”, conclude Magatti.