Vaccini, incertezza sugli effetti collaterali ma un punto fermo c’è: il guadagno nelle mani di pochi
LE GRANDI AZIENDE FARMACEUTICHE NON SI ASSUMONO LE RESPONSABILITÀ PER GLI EFFETTI COLLATERALI, MA DETENGONO IL MONOPOLIO DEI VACCINI A DISCAPITO DEI PAESI IN VIA DI SVILUPPO
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Di Emanuela Maccarrone
La questione dei vaccini solleva argomentazioni non solo di natura morale (per via delle cellule fetali utilizzate, e di cui hanno parlato anche alcuni prelati, come il vescovo Schneider), ma anche sulla sicurezza e sull’equità distributiva.
E’ di queste ore la notizia del ritiro della distribuzione dei vaccini della casa farmaceutica AstraZeneca in seguito a casi di morti sospette, verificatesi dopo la somministrazione del vaccino. Ora si indaga sulle cause dei decessi nella speranza che non dipendano dai vaccini.
A riguardo, è noto il cosiddetto ‘scudo penale’ per il quale i colossi farmaceutici non si assumono nessuna responsabilità per gli eventuali effetti collaterali, responsabilità ‘scaricate’ sui singoli Stati, poiché i tempi di produzione e di sperimentazione dei vaccini, considerando l’emergenza pandemica, sono stati alquanto celeri.
Ma le perplessità riguardo questi vaccini non finisce qui. I Paesi in via di sviluppo si trovano in difficoltà perché le grandi case farmaceutiche detengono il monopolio sui brevetti e ciò impedisce ai più bisognosi del mondo di potersi avvalere dei vaccini.
Actionaid ha fatto sapere che “la situazione è sempre più critica a causa della scarsità di forniture mediche e ossigeno, nella maggior parte dei Paesi in via di sviluppo non è ancora stata somministrata una singola dose di vaccino anti Covid-19, mentre nelle nazioni più ricche si vaccina al ritmo di una persona al secondo”.
Questa situazione ha spinto oltre 100 Paesi in via di sviluppo a presentare una mozione all’Organizzazione mondiale del commercio (WTO), chiedendo la sospensione dei monopoli sui brevetti detenuti dalle grandi società farmaceutiche, al fine di aumentare la produzione su larga scala di vaccini sicuri, efficaci e accessibili anche ai Paesi più poveri.
Ma la mozione è stata respinta dalle nazioni in cui la campagna vaccinale procede più speditamente, come Stati Uniti, Regno Unito e Unione Europea.
La prima fornitura di dosi messe a disposizione dei paesi svantaggiati, dal programma Covax dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, non è certo basta poiché solo il 3% delle persone delle nazioni interessate potrà essere vaccinata entro la metà dell’anno, e forse si raggiungerà un quinto della popolazione entro la fine del 2021.
Per questo la People’s Vaccine Alliance, un gruppo di organizzazioni che comprende ActionAid, Oxfam, Frontline AIDS, UNAIDS, Global Justice Now e il Centro Yunus, ha lanciato una petizione per chiedere alle nazioni ricche di smettere di proteggere i profitti e i monopoli delle grandi case farmaceutiche a scapito della vita delle persone.
Il direttore esecutivo di Oxfam International, Gabriela Bucher, ha spiegato che “lasciando nelle mani di un ristretto gruppo di aziende farmaceutiche la sopravvivenza di tantissime persone, le nazioni più abbienti stanno prolungando questa emergenza sanitaria globale senza precedenti e mettendo in pericolo innumerevoli vite”.
La situazione, come si comprende bene, è incerta su molti aspetti. L’eliminazione del monopolio delle grandi case farmaceutiche potrebbe rendere possibile la produzione su larga scala di cure efficaci a basso costo, come successe per l’HIV/AIDS. Inoltre, come “ha profetizzato” la Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, “dovremmo abituarci a questa situazione” dal momento che siamo nell’era delle pandemie!