I media propongono principalmente dissolutezza e negatività
DALLA POVERTÀ DI CONTENUTI DI UNO SPETTACOLO BLASFEMO ALL’ODIO CRESCENTE TRA GLI ITALIANI PER I VACCINI: IN TUTTO QUESTO IL MAIN-STREAM CI SGUAZZA
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Di Gian Piero Bonfanti
Si prospettano tempi sempre più difficili, anche se al giorno d’oggi ci può sembrare assurdo poterlo credere.
Ma in fondo è vero il detto “Non c’è limite al peggio”.
Questo perché siamo proiettati verso una visione catastrofica, apocalittica, anticristica, e la maggior causa di tutto ciò è il condizionamento mediatico che il main-stream attua su tutti noi giornalmente ed incessantemente.
Tutti i messaggi che ci vengono passati dai principali mezzi di informazione hanno infatti uno sfondo di dissolutezza e di negativismo che ci conducono ad uno stato apatico ed imprimono rassegnazione e scoramento totale in tutti noi.
Lo stesso festival della canzone italiana, per fare un esempio, ci ha martellato costantemente per una settimana con la propaganda anticristiana e con visioni liberticide nel nome di un progressismo talmente fuori contesto da risultare addirittura anacronistico.
Neanche la blasfemia indigna più quella parte catto-comu-progressista, la quale in modo indegno giustifica le offese inaccettabili alla nostra religione ed alla nostra cultura.
Questo genere di propaganda era tipica delle grandi dittature all’inizio del ventesimo secolo.
Coloro che hanno seguito il festival sono stati infatti costretti ad assistere a scene grottesche e patetiche e chi invece ha avuto altri interessi è stato comunque bombardato da una stampa faziosa e dominata da grossi poteri.
Pensiamo solo alla vicenda di coloro che hanno attaccato pubblicamente in modo scomposto Beatrice Venezi, la quale, in barba al politicamente corretto ha affermato di voler essere chiamata “direttore d’orchestra” e non “direttrice d’orchestra”.
Un vero corto circuito per il mondo degli asterischi, degli arcobaleni e delle effusioni gender fluid.
Come spesso accade tutti i messaggi conducono le persone ad avere una visione pessimistica del mondo, distraendole e facendole piombare in uno stato di implicita accettazione della grande farsa in salsa “Big Brother”.
Si viene tutti fagocitati dal mondo stesso e giustificandoci con la solita triste frase “i tempi cambiano”.
Evidenti sono i messaggi con i continui richiami al solito polpettone “anti-omofobia” e, tra baci omosex e continui ammiccamenti e sottintesi (oramai non più minimamente velati), abbiamo assistito ad un attacco ai nostri valori tramite una povertà di contenuti davvero imbarazzante.
Ma tutto questo rispecchia la nostra quotidianità.
Succede lo stesso, utilizzando la stessa tecnica, se osserviamo quanto viene alimentato giorno dopo giorno il crescente odio tra chi vede il vaccino “anti-covid” come il salvatore dell’universo e chi per diversi motivi reclama il diritto di potersi non vaccinare.
Non vogliamo entrare nel merito se inocularsi il vaccino sia eticamente corretto o meno per un cristiano, tanto siamo certi che chi non vuole credere che siano presenti nel composto delle cellule di feti abortiti, non cambierà sicuramente idea leggendo questo articolo o altri ancora più specifici.
Di fatto però sta crescendo l’astio profondo tra chi è pro-vax, chi è no-vax e chi è free-vax, e di questo dobbiamo ringraziare l’informazione di regime.
Vogliamo solo considerare qualche punto da tenere bene a mente quando ci troveremo di fronte alla scelta se vaccinarci o meno.
Ricordiamoci che ricevere un vaccino vuol dire cercare di prevenire una malattia e non cercare di curarla.
Il composto, che può essere o meno efficace, serve per prevenire una malattia già definita, ovvero trascorsa ed identificata, ma è assolutamente inefficace nei confronti delle varianti che sembrano essere diventate il problema attuale.
Una malattia oltre a doverla prevenire è necessario curarla, altrimenti in caso contrario tutti coloro che l’hanno già contratta resterebbero abbandonati al loro destino.
Oggi chi contrae il Covid 19 può essere curato se preso in tempo e se trattato con i giusti farmaci.
Consideriamo inoltre quanto sia dannoso l’autoisolamento e quanto sia invece necessario reagire come l’essere umano è stato capace di farlo nel corso dei secoli.
In definitiva cerchiamo di non rinunciare a vivere per la paura di morire e continuiamo a mantenere la “barra a dritta”.
San Paolo di Tarso nella lettera ai Romani diceva:
“Infatti non mi vergogno del Vangelo; perché esso è potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede, del Giudeo prima e poi del Greco; poiché in esso la giustizia di Dio è rivelata da fede a fede, com’è scritto: «Il giusto per fede vivrà»”.