Giorgia Meloni: “I valori della tradizione occidentale sono sotto attacco”

Giorgia Meloni: “I valori della tradizione occidentale sono sotto attacco”

LA LEADER DI FRATELLI D’ITALIA: “OLTRE A ROGER SCRUTON, EDMUND BURKE E JOSEPH DE MAISTRE, NON POSSIAMO DIMENTICARE GLI INSEGNAMENTI DI DUE GRANDI PAPI COME SAN GIOVANNI PAOLO II E BENEDETTO XVI”

Di Matteo Orlando

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“I valori della tradizione occidentale sono sotto attacco in tutto il mondo. È una battaglia difficile, e da parte della sinistra culturale e politica si assiste a una recrudescenza degli sforzi per reprimere le voci di dissenso. Grandi concentrazioni finanziarie, ‘big tech’ e la maggior parte dei media sono alleati con il tentativo mainstream di sradicare tutto ciò che si riferisce ai concetti di identità e appartenenza. Cercano di sostituire gli esseri umani con individui de-personalizzati e le comunità con masse, riducendo le persone a perfetti consumatori globali. In questa lotta, l’Europa è un campo di battaglia fondamentale perché qui risiedono le radici più forti della nostra civiltà – ed è in queste trincee che dobbiamo combattere. Sebbene sappiamo che il buon senso della maggior parte delle persone le protegge dalla narrativa globalista, dobbiamo trovare espressioni culturali e politiche adeguate per le nostre idee, in modo da poter essere la maggioranza e cambiare le cose”.

Così ha dichiarato al giornale di lingua inglese “The American Conservative” la Presidente di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni.

Per la leader della destra italiana, in forte crescita nei sondaggi, “non basta avere le idee giuste”. ma bisogna avere “gli strumenti giusti per sostenere la ‘buona battaglia’. Quindi, rafforzare la rete di think tank conservatori”, anche in Italia.

Rispondendo alla domanda dei giornalisti Francesco Giubilei e Alvino-Mario Fantini su quali pensatori conservatori la ispirano politicamente, Giorgia Meloni, che è presidente del Partito europeo dei conservatori e riformisti (ECR), ha citato Sir Roger Scruton, Edmund Burke, Joseph de Maistre, Giuseppe Prezzolini e Giovanni Papini, Giuseppe Tomasi di Lampedusa e Luigi Pirandello. Ed ha aggiunto: “non possiamo dimenticare gli insegnamenti di due grandi papi come San Giovanni Paolo II e Benedetto XVI”.

Per la donna che guida, tramite il partito dei Conservatori europei, una coalizione di ben 44 partiti nazionali di tutto il mondo, “la cosa migliore del pensiero conservatore è che nessuno di questi giganti è totalmente allineato – né può essere allineato – con un’unica ortodossia ideologica. E questa è la grande – forse la più bella – differenza tra conservatorismo e sinistra”.

Per l’onorevole Meloni “non c’è vera sovranità senza una difesa dei valori tradizionali, perché l’identità di un popolo poggia su di loro. Allo stesso modo, non c’è conservatorismo senza amore per la patria e difesa degli interessi nazionali. La vera sfida quindi non è vedere l’uno prevalere sull’altro, poiché ciò giocherebbe proprio nelle mani dei globalisti, ma piuttosto fare una sintesi virtuosa in modo che entrambi possano crescere – per far crescere i partiti patriottici e le loro idee”.

La Meloni non crede che l’Europa trarrà particolare vantaggio dalla nuova amministrazione statunitense e ha dichiarato di sperare che Biden “non inizi ad infiammare – come da tradizione democratica – il Medio Oriente o altri scenari di crisi a noi vicini. Le conseguenze di tali azioni sarebbero tutt’altro che positive o amichevoli per noi europei”.

Per quanto riguarda il Partito Comunista Cinese, Giorgia Meloni lo considera una “grande minaccia”, perché “ha costruito la più grande dittatura socialista del pianeta, unita al più feroce sistema di sfruttamento capitalista contemporaneo”. E proprio in campo economico si è espressa per un passaggio dalla “globalizzazione non regolamentata del libero scambio a un mercato equilibrato sotto la bandiera del commercio equo”, che non dimentica “la tutela dei diritti umani” e “la difesa della libertà religiosa”.

Per quanto riguarda il rilancio, da parte della destra politica, in Italia e nel mondo, della politica legata al rispetto del creato, di un “conservatorismo verde”, la Meloni ha ricordato che “proteggere la natura è fondamentale per il pensiero conservatore”, considerando che il termine “patria” indica la “‘terra dei nostri padri’ in senso metafisico”, ed è “intimamente legato al termine ‘terra’, inteso come ‘territorio’. A differenza dell’ambientalismo ideologico di certi partiti di sinistra, non considero la presenza dell’uomo o le sue attività contrarie alla protezione dell’ambiente. La sfida per un governo moderno di destra è combinare la preoccupazione ambientale con la crescita economica. Imporre obiettivi irraggiungibili e oneri e costi sempre nuovi alle aziende rischia di pagare costi sociali molto più elevati”.

Riflettendo sulle grandi sfide che attendono l’Occidente nei prossimi anni, Giorgia Meloni, oltre al ritorno alla crescita, accrescendo la ricchezza distribuendola più equamente, ha parlato di difeda delle piccole imprese che “rischiano di essere schiacciate dalle grandi concentrazioni di finanza speculativa”, ha coniugato “la sostenibilità ambientale” con “la sostenibilità economica delle imprese” e ha ricordato la necessità di “riscoprire la nostra propria identità e difendere i fondamenti di una società ordinata, a partire dalla famiglia e le nostre comunità locali”, fermando il neo-colonialismo cinese, l’immigrazione incontrollata e difendendo la libertà religiosa, in particolare i “nostri fratelli e sorelle cristiani” perseguitati in tutto il mondo.

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