Covid, un vescovo e un parroco mettono in guardia dai vaccini

Covid, un vescovo e un parroco mettono in guardia dai vaccini

IL VESCOVO KAZAKO ATHANASIUS SCHNEIDER HA INVITATO A PROTESTARE CONTRO LA PRODUZIONE DI MEDICINALI OTTENUTI ANCHE CON PARTI DEI FETI ABORTITI: “È UN ACCUMULO DI CRIMINI”

Di Emanuela Maccarrone

“Dobbiamo creare un nuovo movimento per la vita. Penso tuttavia che ora sia arrivato un nuovo tempo, una nuova fase, un nuovo periodo per tutti i movimenti pro-vita perché protestino, in modo chiaro e inequivocabile, contro le medicine contaminate dall’aborto, contro l’abuso di parti del corpo del nascituro”. Così ha affermato il vescovo kazako monsignor Athanasius Schneider.

Il vescovo ausiliare di Astana (Kazakistan), lo scorso 19 febbraio è intervenuto ad una conferenza online dal titolo ‘Unmasking COVID-19: Vaccines, Mandates, and Global Salute’, organizzata dal sito nord americano LifeSiteNews, e nel corso della conferenza ha ribadito l’urgenza di un’azione efficace e tenace contro la produzione dei vaccini contenenti cellule fetali.

Secondo il vescovo l’azione portata avanti dai movimenti pro-vita è lodevole come protesta contro l’aborto ma, da ora, occorre un’azione più dura, anche nell’impedire la produzione di vaccini che contengano cellule fetali.

Riguardo alla posizione ufficiale del Vaticano (Linee guide del 2020), che ha consentito ai cattolici di avvalersi dei vaccini contaminati dall’aborto, monsignor Schneider ha dichiarato che i cristiani non possono “semplicemente dissociarsi” dalla produzione di vari medicinali, quando quest’ultime sono il risultato della macellazione di bambini prematuri.

“La voce del sangue dei bambini non ancora nati grida a Dio, e questo vale sia per i vaccini contaminati dall’aborto che per le medicine contaminate dall’aborto. Questa voce sta gridando in tutto il mondo e dobbiamo svegliarci. Nessuno che sia veramente profondamente preoccupato per la difesa della vita e della legge morale può tacere o rimanere tranquillo e rassegnarsi a questa situazione”, ha dichiarato il vescovo.

Secondo il monsignore in Vaticano non hanno percepito “la gravità della situazione”, e “l’accumulo di crimini” che si nasconde dietro a vaccini prodotti con feti abortiti. “Il primo crimine è l’omicidio, l’assassinio del nascituro. Poi c’è l’estrazione delle cellule: è un crimine, è orribile. E poi c’è il riciclaggio di queste parti del corpo. E poi c’è la commercializzazione e via dicendo. E poi c’è la fabbricazione di medicinali e la fabbricazione di vaccini”, ha spiegato il vescovo.

Dinanzi a tutto ciò, secondo il vescovo, i cattolici non possono “far finta di niente” e continuare a usare medicinali contaminati dagli aborti, solo perché si pensa di essere “lontani dal male”, poiché “ciò non è vero. Si entra in questa catena”. Il monsignore ha invitato i credenti, ogni persona di buona volontà e le organizzazioni pro-vita. a protestare vivamente e con voce unanime: “non saremo mai d’accordo, non ammetteremo mai nelle nostre vite questi mali”.

Monsignor Schneider ha citato l’esempio dei primi martiri cristiani che, piuttosto di servire gli idoli, hanno avuto il coraggio di affrontare le persecuzioni e chiede ai credenti di oggi lo stesso coraggio di protestare anche a costo della “prigione” e della “morte”, piuttosto che ricevere benefici per la salute derivanti dall’omicidio di bambini non nati.

Sulla stessa lunghezza d’onda di Monsignor Schneider si è espresso, nel video che segue, un parroco italiano.

Si tratta di Don Giorgio Ghio. Nato a Roma nel 1964, dopo la maturità classica ha dapprima effettuato studi linguistici, quindi quelli filosofico-teologici di base, seguiti da studi musicali presso il Pontificio Istituto di Musica Sacra. Ha conseguito il baccalaureato in Teologia presso la Pontificia Università Lateranense nel 1993, la licenza e il dottorato in Scienze Ecclesiastiche Orientali presso il Pontificio Istituto Orientale rispettivamente nel 2008 e nel 2015. Ordinato sacerdote nel 1995, ha esercitato il ministero in Italia e all’estero.

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Grande video, grandissimo coraggio e cultura del relatore. C’è bisogno di sacerdoti così. Ho diffuso a chi ho potuto il video. Grazie e che Dio la benedica!