L’etica cristiana del lavoro di Tom Brady e la fede cattolica integrale di Harrison Butker
HARRISON BUTKER, IL KICKER DELLA SQUADRA DI FOOTBALL AMERICANO DEI KANSAS CITY CHIEFS È UN CATTOLICO TRADIZIONALE. IL NOTISSIMO TOM BRADY E’ RIUSCITO A VINCERE IL SUO SETTIMO SUPER BOWL GRAZIE AD UNA FERREA ETICA DEL LAVORO
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A cura di Angelica La Rosa
In Florida, lo scorso 7 febbraio 2021, presso lo stadio R.J. Stadium di Tampa, si è giocato il Super Bowl LV, la 55ª edizione del Super Bowl della NFL, tra i Kansas City Chiefs (campioni della AFC, e campioni in carica). e i Tampa Bay Buccaneers (campioni della NFC) che hanno vinto per 31 a 9.
Scrive Roberto del blog MiL che Harrison Butker (nella foto), il kicker della squadra del Kansas City Chiefs è un cattolico tradizionalista e frequenta la parrocchia di San Michele Arcangelo di Leawood, e quella di saint Mary’s a Indipendence (Missouri), la più antica chiesa cattolica della diocesi di Kansas City – St Joseph, ove è parroco don Matthew Bartulica e curata dalla Fraternità di San Pietro (FSSP), dove fa anche il chierichetto/accolito.
“Fulgido esempio di testimonianza cattolica e di coraggio granitico”; scrivono gli amici di MiL, sorprende il fatto che, “pur appartenendo all’Olimpo dello sporto statunitense, sul proprio profilo Twitter, la star del football americano nella proprio biografia si dichiara, ‘catholic, husband and father’ ancora prima che campione e giocatore.
E questo rispecchia quanto il numero 7 Butker ha dichiarato di sè: pur vivendo un sogno, non ha voluto cambiare personalità a seconda degli ambienti in cui si trovasse (che fossero la famiglia, il campo, gli studi televisivi ecc). Non ha voluto compiacere gli altri ma essere se stesso. Quindi un cattolico a cui piace giocare a football.
Ai tempi del liceo il giovane Harrison, pur cresciuto in una famiglia cattolica, aveva iniziato a farsi delle domande sulla fede e sulle altre fedi cristiane diverse dal cattolicesimo, e una volta al College aveva smesso di frequentare e di pregare. Dice che la pratica religiosa avrebbe rallentato un po’ i suoi allenamenti e la sua vita da sportivo. Nulla di diverso, ahinoi, da quello che succede a molti giovani occidentali. Nonostante fosse diventato una star del football e amato dai tifosi sentiva che al di là dei party, delle feste al College, dei successi sul campo e fuori, le sue emozioni erano comunque vuote. Gli mancava qualcosa. Fu allora che grazie al suo compagno di squadra Grant (che giocava con lui nel Georgia Tech), cattolico tradizionalista, che Harrison tornò a farsi domande sulla propria fede e a parlare con lui su quale fosse la vera religione, sulla Verità e su altre domande ‘metafisiche’. Decise allora di farsi guidare da Grant che lo portò a parlare col sacerdote cattolico della propria città, don Joshua Allen, per porgli questione più profonde e soprattutto sulle peculiarità della fede cattolica rispetto le altre religioni cristiane. E fu allora che Harrison conobbe l’insegnamento tradizionale della Chiesa Cattolica e, dice che non fu come i precedente catechisti ma ‘fu come se per la prima io conoscessi quella fede’. Si confessò ed ecco allora che gli sembrò che tutto avesse senso: decise quindi che egli era sì cristiano ma che voleva essere cattolico perché solo la Chiesa Cattolica era quella vera, istituita da Gesù Cristo”.
Ora Harrison frequenta di nuovo la Santa Messa e ogni settimana serve all’altare della parrocchia di S. Michele Arcangelo, anche durante la Messa in latino che il parroco, don Shaw Shunick, celebra ogni lunedì sera. Inoltre è uno degli organizzatori della Messa solenne Vetus Ordo.
“Della Messa in rito antico anche Harrison apprezza innanzitutto la riverenza che è tributata alla Santissima Eucarestia (la comunione in ginocchio e in bocca, ad esempio), il senso del sacro che si percepisce, la consapevolezza che sull’altare si sta compiendo un sacrificio”, continuano gli amici di MiL. “Come lui tanti altri giovani stanno apprezzando i tesori della liturgia antica che è il fondamento della Chiesa Cattolica. La sua ritrovata fede, dopo una conversione profonda, grazie anche alla lettura di Santi come Agostino e Tommaso, gli ha dato la forza, dice, di trovare uno scopo nella vita, che ora vive con la moglie Isabel e il piccolo James Agustin e spera di potere portare attorno a lui la testimonianza della bellezza della fede e di poter far fruttare al meglio i doni che ha ricevuto da Dio per poter rendergli gloria con la propria vita. Ed è quello che gli auguriamo anche noi, e ai tanti giovani che si riavvicinano alla fede cattolica grazie alla liturgia tradizionale”.
Un altro grande personaggio del mondo del football americano, che non ha bisogno di presentazioni, è il super campione Tom Brady, vincitore di 7 Super Bowl su dieci disputati. Il quarantatreenne atleta ci è riuscito grazie alla sua cura dell’etica del lavoro e alla santificazione quotidiana del lavoro, una giornata che inizia all’alba e termina alle 20, con una dieta controllata e la cura dei dettagli.
L’educazione cattolica di Tom Brady influenza il suo gioco più di quanto si possa pensare. È stata la sua volontà di svilupparsi mentalmente per coprire i suoi difetti fisici che ha spinto Brady a diventare la leggenda vivente che lo conosciamo oggi. In un’intervista sul podcast Armchair Expert, Brady ha tracciato una linea diretta tra la fede cattolica della sua famiglia e il suo stesso successo nella NFL. “Mia madre si fa carico del dolore degli altri”, ha dichiarato Brady, riferendosi alla madre Galynn, profondamente cattolica.
In un mondo dove spesso dominano i mediocri (e spesso senza valori) Harrison Butker e Tom Brady ci sembrano due buoni punti di partenza e degli esempi per i giovani che si avvicinano allo sport.
Tuttavia nella NFL, per la loro fede cattolica, non spiccano solo loro. Lo hanno fatto anche ex giocatori come Matt Burke, Philip Rivers e Brett Favre, tutti fieramente cattolici.
Luke Kuechly, linebacker in pensione dei Carolina Panthers, è uno dei cattolici più noti della NFL. Parlava regolarmente della sua fede durante i press del dopo partita e durante tutte le interviste che poteva. Tom Brady non è altrettanto dedito esteriormente alla fede cattolica, ma chiaramente vive una vita fortemente ispirata da essa.
Anche molti dei migliori allenatori di tutti i tempi sono di fede cattolica come Tom Coughlin, Jack Del Rio e lo scomparso Vince Lombardi.
Va male, invece, la situazione dell’ex allenatore di football liceale Joe Kennedy che fu sollevato dall’incarico oltre cinque anni fa perché dopo ogni partita si fermava sul campo a pregare, in silenzio. Da allora è impegnato in una lunga battaglia legale ed è disoccupato ma tutto questo non è stato sufficiente per far deflettere il veterano dei Marines nella sua lotta per la fede, la libertà e la giustizia.
Un insegnante di sport e di vita come coach Joe Kennedy meriterebbe una medaglia al valore civile!