Shemà. Commento al Vangelo del 17 febbraio, mercoledì delle Ceneri

Shemà. Commento al Vangelo del 17 febbraio, mercoledì delle Ceneri

Shemà (in ebraico “Ascolta”), un commento al Vangelo del Giorno di Giuliva Di Berardino.

Anche a noi, uomini e donne del terzo millennio, Nostro Signore Gesù Cristo dice: “Shemà”. Ascoltiamolo!

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IL COMMENTO TESTUALE

IL VANGELO DEL GIORNO: Mt 6, 1-6. 16-18

mercoledì 17 febbraio 2021 

mercoledì delle ceneri 

Oggi è mercoledì delle ceneri, che segna l’inizio della Quaresima, un tempo che potremmo definire come opportunità per mettere ordine in noi, che  spesso siamo travolti dalle cose da fare, che ci distraggono e possono arrivare a condizionare le nostre vite e a soffocare la voce di Dio che ci chiama alla semplicità e alla pace. Nella liturgia di oggi saremo invitati a vivere anche il rito di imposizione delle ceneri, per fare memoria di ciò che siamo: polvere, ma, come ha detto papa Francesco proprio, all’omelia della messa del mercoledì delle ceneri dello scorso anno, “siamo polvere amata da Dio, perciò, aggiungeva il papa: “È tempo di grazia, per accogliere lo sguardo d’amore di Dio su di noi e, così guardati, cambiare vita. Siamo al mondo per camminare dalla cenere alla vita..ma io, per che cosa vivo?”. Per i soldi? Per il prestigio? Per la carriera? Per la smania di possesso? Se viviamo per tutto questo –risponde perentorio – viviamo solo di polvere. La cenere che riceviamo sul capo ci ricorda invece che non possiamo vivere per tutto ciò che svanisce, solo l’amore dura, solo l’amore salva.” Il testo del Vangelo di oggi quindi ci indica le pratiche necessarie per iniziare il cammino della Quaresima. Si tratta di indicazioni che nel testo del Vangelo secondo Matteo non sono poste l’una di seguito all’altra, come appare nel brano che ascoltiamo oggi, perché le tre pratiche che Gesù indica fossero più facilmente individuabili: l’elemosina, la preghiera e il digiuno. La tradizione ebraica pratica queste tre indicazioni nei giorni penitenziali, prescritti nella Torah. L’elemosina viene associata nella tradizione biblica alla misericordia e alla giustizia perché donare qualcosa a un povero ristabilisce la giustizia tra gli uomini. Gesù ci ricorda che la pratica dell’elemosina che ripristina la giustizia può essere come una maschera, un modo per farsi vedere misericordiosi, e questo lo comprendiamo dal termine “ipocrita” usato proprio per l’attore che si esibiva sul palco, nascosto dietro una maschera. Anche per la pratica della preghiera e del digiuno Gesù sottolinea lo stesso rischio di ipocrisia: si può pregare per farsi ammirare, e si può digiunare per farsi notare, perché la Torah fissa dei digiuni pubblici, ma gli ebrei più religiosi facevano anche dei digiuni privati, che possono essere praticati per umiliarsi davanti a Dio, per ricercare il contatto più intimo con lui. Gesù stesso ha praticato 40 giorni di digiuno, come pratica privata, quindi non sta dicendo che non si debba digiunare, ma a Gesù interessa il cuore, così come avevano già denunciato i profeti, in particolare Isaia, come ascoltiamo nella prima lettura di oggi, Is 58,3-7. Gesù allora si mostra in linea con l’insegnamento dei profeti, perciò sottolinea che le opere di pietà, per essere autentiche, devono servire a purificare il cuore e questa purificazione non sta tanto nel praticarle in sé, ma nel ricercare lo sguardo di Dio e non degli altri, mentre le pratichiamo. E lo sguardo di Dio è lo sguardo del Padre che vede nel segreto, uno sguardo che sa andare ben oltre ciò che appare. Di questo ce ne accorgiamo dagli effetti, infatti Gesù ci parla di “ricompensa”. L’effetto della vanità, del mettersi in mostra, è la ricompensa che ci sappiamo dare o conquistare tra noi, ma l’effetto dello sguardo di Dio è la ricompensa del Padre, che quella di sentirsi amati profondamente. Allora oggi davvero è un giorno speciale, in cui il Padre ci chiama a convertirci, a tornare a Lui perché siamo polvere amata e siamo al mondo per camminare dalla polvere alla vita. Buon inizio di Quaresima!

 

Mt 6, 1-6. 16-18


In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro, altrimenti non c’è ricompensa per voi presso il Padre vostro che è nei cieli. Dunque, quando fai l’elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipòcriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere lodati dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, mentre tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. E quando pregate, non siate simili agli ipòcriti che, nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, amano pregare stando ritti, per essere visti dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. E quando digiunate, non diventate malinconici come gli ipòcriti, che assumono un’aria disfatta per far vedere agli altri che digiunano. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu digiuni, profùmati la testa e làvati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà».

 

IL COMMENTO IN VIDEOhttps://www.youtube.com/channel/UCE_5qoPuQY7HPFA-gS9ad1g/videos

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