Attacco ai banchetti di Pro Vita e Famiglia. “Avvertimento in stile mafioso”
È NORMALE IMBRATTARE CON STERCO IL BANCHETTO DI PROVITA & FAMIGLIA CHE SOSTIENE IL DIRITTO UNIVERSALE ALLA VITA DI OGNI BAMBINO?
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Di Angelica La Rosa
“Chiediamo ai buonissimi e angelici progressisti, come la Cirinnà, Boldrini, Zan & compagni, se è normale imbrattare con sterco il banchetto di ProVita & Famiglia che sostiene il diritto universale alla Vita di ogni bambino, durante la giornata nazionale per la Vita, tra l’altro allestito con un’immagine dolcissima di un neonato? Condannerete questa vergognosa azione? Questa non è solo inciviltà. E’ molto di più. E’ un avvertimento mafioso che nega non solo la democrazia, la libertà di pensiero e di opinione ma proprio il diritto a esistere”.
Così ha dichiarato Toni Brandi, presidente di Pro Vita e Famiglia onlus dopo i gravi fatti accaduti ieri a Caravaggio in provincia di Bergamo.
“Non perderemo né il coraggio di denunciare tali oscenità, nè quello di ribadire che sopprimere un bambino nel grembo della mamma è uccidere una persona umana. Se fosse accaduto a parti inverse tra l’altro, lo avreste saputo tutti, grazie ai telegiornali e ai media asserviti al pensiero unico. Invece noi ci troviamo da soli a fronteggiare ogni giorno imbrattamenti sui nostri manifesti, insulti, attacchi ai nostri camion vela e ogni genere di aggressioni. Non facciamo parte di nessuna lobby forte perciò la ‘prolifefobia’ non ha l’appeal mediatico dell’omotransfobia. Ma noi non molleremo”, ha continuato e concluso Jacopo Coghe, vice presidente di Pro Vita e Famiglia.
“Il corpo di mio figlio non è il mio corpo, sopprimerlo non è la mia scelta, stop aborto”.
Intanto è questo lo slogan riportato sui camion vela che circoleranno anche a Bergamo e provincia, grazie a Pro Vita & Famiglia Bergamo e altre sei associazioni locali.
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“Si tratta di un’affermazione razionale che non può essere contraddetta, vedremo se anche questa volta il volontarismo nazi-femminista e il sindaco di Bergamo Giorgio Gori tenteranno in qualche modo di censurare e negare la verità e la libertà di espressione. A tal proposito è già trascorso un mese e mezzo da quando depositavo un’interpellanza urgente, rivolta al Sindaco di Bergamo, per ottenere chiarimenti in merito al suo grave abuso ai danni della libertà di espressione e della difesa della vita e della salute della donna, attraverso l’ideologica censura di regolari manifesti, avvenuta nel mese di dicembre scorso. Purtroppo anche l’interpellanza è stata censurata e giace in attesa di risposta, come Bergamo giace in attesa di uscire da questa dittatura”, ha dichiarato Filippo Bianchi, Consigliere comunale della Lega di Bergamo.
“Segnalo inoltre che sul pezzo intitolato ‘Difesa della vita oltre i diritti’, pubblicato domenica 8 febbraio sul quotidiano della Diocesi di Bergamo, a firma Andrea Valesini, vi sono anche delle gravi lacune. Attraverso tale articolo, solo in apparenza a favore del diritto alla vita del concepito, tra le altre cose passa anche che l’aborto sarebbe un fenomeno in costante calo, ma non è vero. Il calo del numero di aborti chirurgici infatti è più che rimpiazzato dal parallelo costante aumento, non menzionato, degli aborti chimici, attraverso le pillole abortive Norlevo, EllaOne ed RU-486, utilizzate sino alla nona settimana di gravidanza. Pertanto l’aborto, oltre a rappresentare la più grave aggressione ai diritti umani, è anche un fenomeno in costante aumento, contrariamente a quanto riportato su L’Eco di Bergamo in occasione della 43° Giornata nazionale per la Vita. A tal proposito segnalo un recente approfondimento, proprio sulla pratica dell’aborto chimico, con gli interventi del Presidente della Marcia nazionale per la Vita, Virginia Coda Nunziante, e del Consigliere comunale di Firenze, Andrea Asciuti: La Ru-486 fa della donna il sarcofago del figlio”.