Sull’aborto anche nel dibattito ecclesiale i toni sono vellutati, politicamente corretti
PIU’ CHE UNA GIORNATA PER LA VITA SERVE L’INTERO ANNO!
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Di Diego Torre
La Giornata per la vita è alla sua 43° edizione.
Venne istituita dal consiglio permanente della CEI nel 1978 per promuovere l’accoglienza della vita, in particolare di quella nascente, ed ogni prima domenica di febbraio viene, sempre più silenziosamente, vissuta dai pochi partigiani che si ostinano a ritenerne sacro il valore.
Con qualche volantino e qualche conferenza (ma quest’anno assolutamente in streaming), vendendo primule alle porte delle chiese, pregando con tutta l’anima perché cessi la strage degli innocenti, essi tentano ancora di sensibilizzare almeno i cristiani, su questo centralissimo tema.
A giudicare da quanto se ne parli poi tutto l’anno, ovvero dal dibattito suscitato dentro e fuori la Chiesa, il risultato è decisamente scarso!
Eppure è il problema dei problemi!
6.000.000 di innocenti hanno perso la vita dal 1978, l’anno in cui entro il vigore l’infame legge 194 che legalizzò l’aborto in misura praticamente indiscriminata.
Non sappiamo neppure quante siano le vittime delle pillole abortive, ora “fruibili” anche in casa, anche dalle minorenni; un “lascito” del governo del “cattolico” Conte.
Il popolo italiano è uno dei più vecchi della terra; stiamo morendo. E l’aborto sta facendo la sua parte egregiamente.
Ma è raro che il tema riaffiori nel dibattito politico, e nello stesso dibattito ecclesiale i toni devono essere pacati e vellutati per non urtare il politicamente corretto e i promotori della cultura di morte.
E così il più orrendo dei delitti si riduce spesso a problema esclusivamente economico, ed in una società che si riempie la bocca dei “diritti” di tutti, comprese le madri a sopprimere il figlio, poche sono le voci che si levano libere e forti a ribadire la verità.
Fra queste vi è quella del vescovo di Sanremo e Ventimiglia, Antonio Suetta, che, nel suo messaggio alla Diocesi, denuncia “come la vita umana sia rifiutata e disprezzata nelle derive abortistiche ed eutanasiche della maggior parte delle legislazioni nazionali”. … ”Una piaga disumana ed incivile…. principale causa di morte nel mondo con i suoi 42,6 milioni di vittime a fronte dei 17,9 milioni per infarto, (8,7 milioni) per cancro e 1,8 milioni per covid e 1,7 milioni di HIV (dati dell’OMS).”
Il problema è culturale e mons. Suetta teme «L’insistente propaganda che tende ad assuefare le coscienze e anche molti cristiani si avventurano a dire sciaguratamente che sia legittimo o addirittura doveroso garantire una sorta di “diritto all’aborto”».
Ciò dipende anche dal fatto che fra di essi la dimensione orizzontale prevale ormai nettamente su quella trascendente. Piegati a cercare il consenso di tutti, timorosi di essere “pietra d’inciampo”, i cristiani tralasciano la dimensione profetica che il cristianesimo implica e tacciono le verità scomode per il mondo.
Premesso tale peccato di omissione, premessa la perdita di sapore di coloro che per Gesù dovrebbero essere il sale della terra, la soluzione da dove dovrebbe giungere?
Gli uomini politici sono presi da mille contingenze ed urgenze e sottoposti alla pressione del mondo relativista; speriamo forse che lo sfidino portandosi dentro la sensazione di essere isolati?
E’ la Chiesa che deve insistere incessantemente sulla sacralità della vita fornendo la cultura e il sostegno attivo ai partigiani della vita, ripetendo il grido di Giovanni Paolo II: “Ci alzeremo in piedi ogni volta che la vita umana viene minacciata…Ci alzeremo ogni volta che la sacralità della vita viene attaccata prima della nascita. Ci alzeremo e proclameremo che nessuno ha l’autorità di distruggere la vita non nata…”.
Negli Stati Uniti da 48 anni, preparata da veglie e momenti culturali si svolge la marcia per la vita, che ha raccolto fino a 500.000 partecipanti a Washington. Evangelici, cattolici, uomini di buona volontà, anche islamici, inondano la capitale ogni anno a gennaio, in un giorno lavorativo, con temperature spesso proibitive.
L’anno scorso ha partecipato anche il presidente Trump, che a fine mandato ha appena confermato per il 22 gennaio, giorno in cui la Corte Suprema legalizzò l’aborto, la “Giornata Nazionale della Sacralità della Vita Umana”.
La costante, quarantennale, mobilitazione sul tema ha già dato risultati nell’opinione pubblica americana, sempre più favorevole a restrizioni all’aborto, nonchè alla conseguente azione legislativa di tanti uomini politici che ne hanno ristretto i margini nei singoli Stati.
Così si fa! Non ci si rassegna dinnanzi all’olocausto degli innocenti! A quando in Italia?