Città abbellite da poster pro-vita. In Polonia hanno vinto i nascituri!
LA SENTENZA COSTITUZIONALE CHE VIETA L’ABORTO EUGENETICO È ENTRATA IN VIGORE NEI GIORNI SCORSI: UN BAMBINO MALATO HA LO STESSO VALORE E LO STESSO DIRITTO ALLA VITA DI UN BAMBINO SANO
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Di Angelica La Rosa
Le città polacche sono state abbellite da poster pro-vita che mettono visivamente a tacere le proteste contro l’aborto.
Alle violente proteste dei sostenitori della morte ha risposto il movimento per la vita polacco con manifesti e cartelloni ben in vista con un messaggio semplice e potente: l’immagine di un bambino concepito nel grembo materno.
Nei giorni scorsi si era verificata una violenta protesta dei gruppi abortisti dopo la sentenza della Corte Costituzionale, che ha dichiarato incostituzionale l’aborto eugenetico, cioè l’aborto in caso di danno fetale grave e irreversibile o malattia incurabile che minacciava la vita del feto. In pratica, in molti casi, significava la morte di bambini non ancora nati ritenuti affetti dalla sindrome di Down.
La decisione del Tribunale Supremo ha scatenato un’ondata di proteste organizzate e anticristiane. Infatti durante le manifestazioni sono state attaccate anche alcune chiese, per non parlare dei manifesti e dei contenitori dei messaggi pro vita presi di mirano dai facinorosi abortisti (vedi il video sotto).
Dzicz Lempartowej w akcji!#StrajkKobiet #tolerancja pic.twitter.com/y5mRgYSacZ
— Anka (@badzpowazna) January 30, 2021
La motivazione della sentenza della Corte Costituzionale è stata resa pubblica il 27 gennaio con un documento di 154 pagine, che tra l’altro afferma che “la Repubblica di Polonia garantisce a tutti la tutela giuridica della vita” (art. 38 del Costituzione) e che la loro tutela spetta alle autorità pubbliche (articolo 30). Qualsiasi limitazione alla tutela giuridica della vita umana deve essere “assolutamente necessaria”, cioè trattata come ultima risorsa assoluta. Una disabilità o una malattia incurabile di un bambino nella fase prenatale non può determinare automaticamente l’idoneità all’interruzione della gravidanza. La Corte ha dichiarato che l’onere di allevare un figlio gravemente e irreversibilmente disabile o malato terminale non può ricadere esclusivamente sulla famiglia, ma deve essere sopportato dall’intera società introducendo disposizioni che prevedano l’assistenza e il supporto di cui hanno bisogno.
Dal momento della pubblicazione della sentenza, secondo la legge polacca, l’aborto è consentito in due casi: quando la vita o la salute della madre è in pericolo o in caso di gravidanza a causa di stupro, incesto o pedofilia. Questa legislazione è contro la discriminazione basata sulla salute. Difende la vita umana dal momento del suo concepimento, poiché un bambino malato ha lo stesso valore e lo stesso diritto alla vita di un bambino sano.
I manifesti con i messaggi a favore della vita sono apparsi in dozzine di città. Il più esplicito è il poster con un utero a forma di cuore. All’interno, un bambino giace in posizione fetale. Tra i messaggi ci sono le scritte: “Penso, sento, non uccido”, “Do la mia vita, me ne prendo cura”, “Scegli la vita” o “Ogni vita è una regalo”.
Dietro la campagna c’è la “Our Children Foundation – Education, Health, Faith”.
L’arcivescovo Gądecki, presidente della Conferenza episcopale polacca, ha accolto con favore la decisione della Corte, che conferma che “il concetto di ‘una vita non degna di essere vissuta’ è in diretta contraddizione con il principio di uno stato di diritto democratico”. Nessuno in coscienza può negare agli altri il diritto di vivere, soprattutto a causa della loro malattia, ha aggiunto.
Dal 19 al 25 marzo 2021, l’Associazione polacca pro-vita ha avviato una settimana di preghiera in difesa della vita che inizierà nella memoria liturgica di San Giuseppe e si concluderà in occasione della Giornata della Santità della Vita, nell’anno che Papa Francesco ha dedicato a San Giuseppe.