Shemà. Commento al Vangelo del 30 gennaio della teologa Giuliva Di Berardino
Shemà (in ebraico “Ascolta”), un commento al Vangelo del Giorno di Giuliva Di Berardino.
Anche a noi, uomini e donne del terzo millennio, Nostro Signore Gesù Cristo dice: “Shemà”. Ascoltiamolo!
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IL COMMENTO TESTUALE
IL VANGELO DEL GIORNO: Mc 4, 35-41
sabato 30 gennaio 2021
Oggi il vangelo ci presenta l’episodio della tempesta sul lago, mentre Gesù dorme sulla barca.
Un episodio che ci riguarda in pieno, in questo tempo di pandemia e che ci riporta all’immagine che papa Francesco ci ha consegnato ormai quasi un anno fa, in quell’indimenticabile ed emozionante indulgenza plenaria che ha voluto donare a tutti attraverso la televisione e i media. In quell’occasione il papa ci diceva che siamo tutti in questa barca in tempesta, tutti turbati da quello che viviamo in questo tempo.
E , in questa situazione, diceva il papa, è importante sentire il richiamo di Gesù: «Perché avete paura? Non avete ancora fede?». Ecco, questa domanda è, in realtà, la fine di un percoso, che si apre con un invito di Gesù ai suoi discepoli: «Passiamo all’altra riva». Questo testo, dunque, è molto profondo perché in realtà ci permette di compiere un passaggio, un salto di qualità.
La forza delle parole di Gesù e la fede nella sua presenza, possono trasformare le contrarietà e le prove della vita in opportunità di passaggio a “un’altra riva”, cioè a un altro punto di osservazione della vita. Ed è fondamentale che per vivere questo passaggio, questo cambiamento di prospettiva, lo notiamo nel testo, è come se i discepoli debbano vivere l’esperienza della tempesta. La tempesta è come necessaria per poter accogliere un cambiamento di prospettiva.
Ecco perché Gesù dorme e sembra quasi estraniarsi da quella situazione. Centrale invece, in questa esperienza, risulta essere la domanda dei discepoli, che costituisce il centro del testo: «Maestro, non t’importa che siamo perduti?», una domanda che manifesta la paura, che, come ci fa comprendere Gesù stesso con le sue parole, è il contrario della fede, della fiducia. Eppure il Vangelo ci fa percepire che, di fatto, è proprio la paura a suscitare il grido dei discepoli e quindi l’azione di Gesù, che si sveglia non a causa della tempesta, ma proprio scosso dalla paura dei discepoli di essere perduti. E la risposta di Gesù è una serie di atti che definiscono la sua potenza autorevole e compiono la liberazione dalla paura, l’accoglienza della fiducia e della fede, e quindi la salvezza. Infatti cosa fa Gesù?
Innanzi tutto si risveglia, perché risvegliarsi, per il linguaggio biblico, è risorgere. Poi minaccia il vento e ordina al mare di tacere e calmarsi. Sono atti di potenza, che nella Sacra Scrittura può fare solo Dio, e che sono anche l’evocazione dell’evento di salvezza per eccellenza nella Sacra Scrittura che è la Pasqua, cioè il passaggio del mare in cui il Signore ha trionfato (Es 14,22). Ma la tempesta placata è anche il compimento della bellissima profezia di Isaia (Is 43,2) “Quando attraverserai le acque io starò con te!”.
Il testo allora, come dicevo all’inizio, ci porta a vivere un passaggio, che è il passaggio della vittoria del Signore sulle forze del male, su tutto ciò che ci fa sentire perduti. Allora oggi chiediamo al Signore che ci doni la grazia di accogliere questo passaggio che è il dono di una fede pasquale, di una fede nel Dio vivo e vero che vince per noi, per amore verso di noi. Neppure le prove e le difficoltà che viviamo in questo giorno e in questo tempo così difficile per tutti, possono farci sentire perduti e lontani da una potenza d’amore così grande, perchè la fede che Gesù desidera donarci oggi può vincere in noi, nella nostra vita, ogni male.
Allora andiamo anche noi da Gesù e presentiamo ancora oggi, con fede, la richiesta che è il centro di questo brano del Vangelo: «Maestro, non t’importa che siamo perduti?». Diciamolo con fede, e Lui ci ascolterà e, per l’amore che ha per ciascuno di noi, lo crediamo, ancora oggi ci salverà. Buona giornata!
Mc 4, 35-41
In quel medesimo giorno, venuta la sera, Gesù disse ai suoi discepoli: «Passiamo all’altra riva». E, congedata la folla, lo presero con sé, così com’era, nella barca. C’erano anche altre barche con lui. Ci fu una grande tempesta di vento e le onde si rovesciavano nella barca, tanto che ormai era piena. Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora lo svegliarono e gli dissero: «Maestro, non t’importa che siamo perduti?». Si destò, minacciò il vento e disse al mare: «Taci, càlmati!». Il vento cessò e ci fu grande bonaccia. Poi disse loro: «Perché avete paura? Non avete ancora fede?». E furono presi da grande timore e si dicevano l’un l’altro: «Chi è dunque costui, che anche il vento e il mare gli obbediscono?».
IL COMMENTO IN VIDEO: https://www.youtube.com/channel/UCE_5qoPuQY7HPFA-gS9ad1g/videos