Il Papa all’attacco della prostituzione e della tratta: “chi richiede questi ‘servizi’ compra un’altra persona”
L’INCREDIBILE STORIA DI UNA DONNA OBBLIGATA A PROSTITUIRSI CON IL RICATTO DEL WOODOO E UN DEBITO DI 35.000 EURO
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Di Angelica La Rosa
“Dal momento che sono innumerevoli le giovani donne, vittime della tratta, che finiscono sulle strade delle nostre città, quanto questa riprovevole realtà deriva dal fatto che molti uomini, qui, richiedono questi “servizi” e si mostrano disposti a comprare un’altra persona, annientandola nella sua inalienabile dignità?“.
Così ha scritto Papa Francesco nell’introduzione al libro “Io sono Joy – Un grido di libertà dalla schiavitù della tratta”, di Mariapia Bonanate (Edizioni San Paolo 2020, pp. 176, euro 16), in uscita oggi, 27 gennaio 2021.
“La testimonianza di Joy è un patrimonio dell’umanità” ha scritto papa Francesco di questo libro, che lo ha commosso. E l’ha indotto a scriverne una prefazione che attraversa queste pagine come un vento forte, rendendole così vive e attuali. Lo ha definito un “dono” della protagonista “a ogni donna e a ogni uomo che coltivi un’autentica passione per la salvaguardia della vita”.
Joy ha 23 anni quando a Benin City viene convinta da un’amica di fiducia a partire per l’Italia con la promessa di un lavoro con il quale potrà mandare denaro alla sua famiglia e proseguire gli studi. Poche ore di viaggio per rendersi conto che è stata ingannata ed è precipitata in un girone infernale: la drammatica traversata del deserto, i campi di detenzione libici, veri e propri lager dove subisce violenze crudeli e conosce orrori indescrivibili, il barcone alla deriva nel Mediterraneo. Salvata miracolosamente dal naufragio, al suo arrivo in Italia scopre che il lavoro promesso è “la strada”, dove la madam l’obbliga a prostituirsi con il ricatto del woodoo e di un debito di 35.000 euro.
A Castel Volturno, in Campania, diventa una schiava di aguzzini senza pietà. Ma Joy, anche nei momenti più drammatici, sorretta dalla forza atavica delle donne della sua terra, non smarrisce mai la fiducia in quel Dio che, sin da bambina, sente come un Amico che abita in lei.
Un libro potente, raccontato in prima persona dalla testimone eccezionale di quel “crimine contro l’umanità”, come lo ha definito Papa Francesco, che a nostra insaputa coinvolge tutti.
Un racconto illuminato dal sorriso e dalla gioia di vivere della protagonista che riesce a sfidare e a sconfiggere l’assurda banalità del male.
“Ci restituisce la sua drammatica esperienza di viaggio, con la semplicità dei testimoni che, raccontandosi, danno voce a Dio: in ogni dettaglio della sua storia, infatti, Dio le è accanto, come un protagonista nascosto, silenzioso, ma non per questo inerte nelle vicende narrate”, ha scritto nell’introduzione Papa Francesco.
“Nel suo cammino verso la libertà, Joy ci indica due realtà fondamentali: anzitutto, la fede in Dio che salva dalla disperazione. Una fede salda, messa alla prova nei momenti più duri. In secondo luogo, la comunità. Joy ha dato inizio alla sua rinascita nel momento in cui è stata accolta dalla comunità ‘Casa Rut’ di Caserta. Una casa di accoglienza può fregiarsi del bel nome di ‘comunità’ solo quando è capace di accogliere, proteggere, integrare e promuovere nel suo seno ogni vita”, ha concluso il Pontefice.