Avanza la Cristianofobia: il livello di libertà dei battezzati è in continuo peggioramento
CRISTIANOFOBIA: NEL MONDO UN CRISTIANO SU OTTO È PERSEGUITATO O DISCRIMINATO. MAGLIA NERA ALLA CINA E ALLA NIGERIA
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Di Umberto Spiniello
Ogni anno Open Doors International pubblica la World Watch List (WWList), la lista dei primi 50 paesi dove più si perseguitano i cristiani nel mondo.
Il rapporto è stato presentato il 15 gennaio a Roma, presso la Sala Stampa Camera dei Deputati, grazie alla collaborazione dell’intergruppo per la tutela della libertà religiosa dei cristiani nel mondo.
All’evento hanno presenziato Marco Tarquinio, direttore di “Avvenire”, Cristian Nani, direttore della Fondazione “Open Doors Italia”; e l’onorevole Andrea Delmastro delle Vedove, promotore dell’intergruppo per la tutela della libertà religiosa dei cristiani nel mondo.
La World Watch List è compilata da qualificati analisti specialisti della persecuzione, ricercatori ed esperti sul campo e indipendenti all’interno dei vari paesi.
I livelli assegnati sono basati su vari parametri attinenti alla libertà religiosa e identificano il grado di libertà dei cristiani nel vivere pubblicamente la loro fede, suddivisi in 5 aree: nel privato, in famiglia, nella comunità in cui risiedono, nella chiesa che frequentano e nella vita pubblica del Paese in cui vivono, a cui si aggiunge un sesto parametro che serve a misurare il grado di violenze che subiscono.
Dal rapporto, uscito pochi giorni fa, il primo dato che emerge in maniera preoccupante riguarda ancora una volta la Nigeria.
Nel 2020 nella sola Repubblica Federale della Nigeria sono stati assassinati in odium fidei il 60 per cento di tutti i cristiani uccisi nel mondo: 3.530 in tutto. Se l’anno scorso i cristiani perseguitati hanno raggiunto la cifra record di 340 milioni, quelli uccisi sono ben 4.761.
La situazione dei cristiani in Nigeria si conferma gravissima a causa della duplice azione terroristica portata avanti da Boko Haram e pastori Fulani, che spesso vengono affiancati da bande di banditi locali.
Nel resto del mondo i cristiani perseguitati superano i 340 milioni, circa un cristiano su otto subisce violenza o discriminazione, fenomeno che per 309 milioni di questi fedeli diventa perfino “estremo” in 50 Paesi.
Il documento afferma chiaramente che “cresce la persecuzione anticristiana in termini assoluti”. Tra i primi 10 Paesi con più uccisioni di cristiani troviamo otto nazioni africane. I cristiani arrestati senza processo e incarcerati sono 4277 (11 ogni giorno) e i cristiani rapiti 1710 (mediamente 4 al giorno). Diminuisce, invece, il numero di chiusure, attacchi e distruzioni di chiese ed edifici connessi (scuole, ospedali, ecc.) per un totale di 4488 casi contro 9.488 dell’anno precedente.
Negli ultimi 12 mesi ci sono stati 3.088 nella sola Cina. Il Paese asiatico è salito di alcune posizioni in questa tragica classifica: dal 23° al 17° posto, attuando tra le altre cose una sempre più stringente sorveglianza (anche con l’ausilio delle nuove tecnologie) sulle attività cristiane, con un numero di arresti difficilmente tracciabile.
Ricordiamo che in Cina dal 2018 vige un decreto che vieta la partecipazione, a qualsiasi attività religiosa, per i minori di 18 anni. Inoltre l’inaudita legge voluta dal leader Xi Jinping nel 2018 vincola tutte le diocesi della Cina a presentare all’Associazione patriottica nazionale e al Consiglio dei vescovi un piano quinquennale (2018-2022) su come possono attuare quel particolare processo chiamato “sinicizzazione”, una sorta di sincretismo politico-religioso. Il Piano quinquennale nazionale aggiunge al controllo fisico sui membri della Chiesa (vescovi, sacerdoti, laici), anche il controllo su cultura, teologia, dottrina sociale, arte, architettura, liturgia.
Un documento politico e non religioso: Gesù Cristo è citato solo una volta; l’Associazione patriottica è citata 15 volte. Nel febbraio del 2020 la “sinicizzazione” del cristianesimo in Cina è stata rimodulata con nuove norme regolanti l’organizzazione dei culti, la selezione dei responsabili ecclesiali, l’assunzione del personale, fino alla reinterpretazione della Bibbia secondo i valori fondamentali del socialismo e del comunismo.
Foto: La lettera araba “nun” che è l’iniziale di “Nassarah”, ossia Nazareno,
e nel corso della storia è stata utilizzata per esprimere l’odio anti-cristiano
della religione e cultura islamica e per bollare gli “infedeli”