Shemà. Commento al Vangelo del 20 gennaio della teologa Giuliva Di Berardino

Shemà. Commento al Vangelo del 20 gennaio della teologa Giuliva Di Berardino

Shemà (in ebraico “Ascolta”), un commento al Vangelo del Giorno di Giuliva Di Berardino.

Anche a noi, uomini e donne del terzo millennio, Nostro Signore Gesù Cristo dice: “Shemà”. Ascoltiamolo!

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IL COMMENTO TESTUALE

IL VANGELO DEL GIORNO: Mc 3,1-6

mercoledì 20 gennaio 2021

Il Vangelo oggi ci racconta un episodio di guarigione avvenuto, come altre volte, in giorno di sabato. Gesù va nella sinagoga e, tra i presenti al culto, vede un uomo con una mano inaridita. In realtà non solo Gesù lo nota, ma tutti i presenti, perché le persone che avevano difetti fisici dovevano mantenere le distanze dagli altri. Il fatto che sia un giorno di sabato ci offre già un contesto particolare, perché la sacralità del sabato consiste ancora oggi nel meditare la Parola di Dio in famiglia per augurarsi la pace di Dio che porterà il Messia. Dunque, secondo le indicazioni date nel libro di Es 20,8-11, per “santificare il sabato” è importante non lavorare. Ora, il testo ci informa che i farisei, pur di accusare Gesù, arrivano a considerare un lavoro perfino guarire i malati nel giorno di sabato. Ma Gesù non si piega davanti alle manipolazioni forzate della legge di Dio e, proprio davanti ai loro occhi, guarisce quell’uomo. L’insegnamento importante per noi, lo troviamo soprattutto nel modo in cui  Gesù compie questa guarigione, perché Egli chiede al disabile fisico due cose: Alzati e mettiti in mezzo. “Alzati”, cioè “risorgi”, indica che questa non è semplicemente una guarigione fisica, ma un ridare la vita, la dignità. Avere una mano inaridita, infatti, portava tante conseguenze, perché quell’uomo non poteva svolgere un lavoro, non poteva mantenere una famiglia, non poteva pagare le tasse e quindi avere una casa e, come abbiamo già detto, non poteva avere neppure un posto insieme agli altri nella sinagoga. Ma, oltre ad alzarsi, Gesù gli chiede di andare in mezzo agli altri, e perciò di occupare il suo posto che non fosse al pari degli altri, ma al centro della comunità. Ecco, questo è un insegnamento per noi: gli emarginati, gli esclusi, gli scartati dovrebbero vivere in mezzo alle nostre comunità, stare in mezzo alle nostre relazioni, perché noi cristiani siamo chiamati a stare insieme a tutti. Anche la domanda che pone Gesù ai presenti in quella sinagoga ci è di insegnamento perché Gesù non chiede se è lecito o no curare il giorno di sabato, ma se è permesso o no “fare il bene” o “salvare una vita“. Questo vuol dire che, denunciando il divieto di curare il giorno di sabato come una procedura che non fa il bene e non salva vite umane,  Gesù desidera che per lui il prendersi cura delle persone è fare loro del bene e salvare loro la vita! Impariamo allora che, quando possiamo fare del bene a qualcuno, in realtà gli diamo l’opportunità di migliorare, e, migliorando gli altri, noi stessi diventiamo persone autentiche, vere, perché agiamo per costruire, per migliorare il mondo. Chiediamo allora oggi Spirito Santo che ci insegni ad essere persone che hanno a cuore la vita, persone che possano migliorare questo nostro tempo. Sant’ Agostino, in uno dei suoi discorsi (Discorso 311, 8.8), ci lascia queste parole: “E voi dite: “Sono tempi difficili, sono tempi duri, tempi di sventure…”. Che cosa sono i tempi, fratelli miei? L’estensione e la successione dei secoli. Sorge il sole, e dodici ore dopo tramonta verso la parte opposta dell’orizzonte; un altro giorno, si leva al mattino e, di nuovo, tramonta. Calcolate quante volte avviene questo fenomeno: questi sono i tempi. A chi recò danno la levata del sole? A chi recò danno il tramonto del sole? Dunque, il tempo non ha mai danneggiato alcuno. Ad essere danneggiati sono gli uomini; coloro dai quali ricevono un danno sono sempre uomini. Vivete bene e, con la vita buona, cambiate i tempi: cambiate i tempi e non avrete di che lamentarvi.” Buona giornata! 

Mc 3,1-6

In quel tempo, Gesù entrò di nuovo nella sinagoga. Vi era lì un uomo che aveva una mano paralizzata, e stavano a vedere se lo guariva in giorno di sabato, per accusarlo. Egli disse all’uomo che aveva la mano paralizzata: «Àlzati, vieni qui in mezzo!». Poi domandò loro: «È lecito in giorno di sabato fare del bene o fare del male, salvare una vita o ucciderla?». Ma essi tacevano. E guardandoli tutt’intorno con indignazione, rattristato per la durezza dei loro cuori, disse all’uomo: «Tendi la mano!». Egli la tese e la sua mano fu guarita. E i farisei uscirono subito con gli erodiani e tennero consiglio contro di lui per farlo morire.

 

IL COMMENTO IN VIDEOhttps://www.youtube.com/channel/UCE_5qoPuQY7HPFA-gS9ad1g/videos

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