È una finta crisi: annunciata ma non dichiarata
“FINTA” CRISI, FIDUCIA E QUESTIONE DI FIDUCIA.
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Daniele Trabucco*
Il ritiro di due Ministri e di un sottosegretario di Italia Viva dal Governo Conte II ha comportato una forte tensione all’interno delle forze politiche di maggioranza parlamentare, ma, sul piano strettamente formale, non c’è alcuna crisi.
Infatti, nessuna delle due Camere ha approvato una mozione di sfiducia ai sensi dell’art. 94 della Costituzione repubblicana vigente (c.d. crisi di Governo parlamentare), né, a seguito delle dimissioni degli esponenti “renziani” nella compagine governativa, ci sono state le dimissioni del Presidente del Consiglio dei Ministri pro tempore, prof. avv. Giuseppe Conte (c.d. crisi di Governo extraparlamentare).
Siamo, dunque, in presenza di una “non-crisi”, o meglio di una crisi annunciata ma non dichiarata.
L’Esecutivo, dopo la comunicazione alla Camera dei Deputati ed al Senato della Repubblica, pone la questione di fiducia (istituto giuridico diverso dalla mozione di fiducia) su uno degli atti di indirizzo presentati, o meglio su una delle risoluzioni.
Si passa, in seguito, alle dichiarazioni di voto e alle votazioni per appello nominale.
Solo se la risoluzione, su cui il Governo della Repubblica ha messo la questione di fiducia, non dovesse venire approvata, Conte sarebbe obbligato a salire al Quirinale per dimettersi.
A Palazzo di Montecitorio non sono mancati i “responsabili/costruttori” (l’ On. Renata Polverini ha votato a favore, lasciando il gruppo parlamentare di Forza Italia come molti ex pentastellati che non intendono perdere lo scranno fino al 2023), a Palazzo Madama vedremo la stessa cosa.
* Costituzionalista