Donald Trump ha preannunciato per domani rivelazioni determinanti
LA PARTITA NON È ANCORA TERMINATA? IL GIOCO È DURO E LA POSTA È ALTA…
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Di Gian Piero Bonfanti
Domani a Washington DC si ritroveranno a manifestare i sostenitori di Donald Trump, o per lo meno coloro che avranno la possibilità di rispondere al suo appello e di scendere in piazza, pagandosi un biglietto di tasca propria sostenendo costi particolarmente onerosi considerato il periodo contingente.
Ma il cittadino americano è fatto così, crede molto nello spirito patriottico e quindi siamo sicuri che la partecipazione a tale manifestazione sarà considerevole.
D’altronde è lo stesso presidente degli USA che lo dichiara nell’ormai VIDEO divenuto virale: “Non ci piegheremo, non ci spezzeremo, non cederemo, non ci arrenderemo e non rinunceremo mai, non faremo mai marcia indietro, perché siamo americani ed i nostri cuori sanguinano rosso, bianco e blu“.
Davvero un segnale molto forte quello del presidente Trump, che si è ritrovato vittima della frode elettorale più grave di tutti i tempi.
Il risultato di questa elezione infatti è determinante nell’equilibrio mondiale: da ciò dipende se gli Usa rimarranno una superpotenza che detta le politiche e gli sviluppi mondiali o se dovranno chinare il capo all’acclamato nemico degli States, al potente governo del dragone.
È infatti nota la guerra fredda che Donald Trump ha condotto da anni nei confronti della Cina, che oramai troviamo nelle posizioni strategiche di tutto il mondo, compresa la notevole e pesante presenza nella stessa Wall Street, l’importantissima sede della borsa di New York.
È sotto gli occhi di tutti l’attacco mediatico diffamatorio ai danni di Donald Trump da parte di tutto il mondo, soprattutto da parte del mainstream condizionato dal pensiero unico dominante.
Queste elezioni, a detta delle previsioni che ci giungevano ancora prima delle votazioni, sarebbero dovute essere una passeggiata per i democratici, durante la quale il “mostro” sarebbe dovuto cadere con un tonfo che sarebbe stato sentito fino all’altro capo del mondo.
Ma così non è avvenuto, la partita non è ancora chiusa ed a determinarlo non sono solo le migliaia di prove e testimonianze che in questi giorni sono state raccolte in merito alla frode elettorale e neanche le diverse azioni legali esperite dallo staff di avvocati di Trump che si sta battendo per far conoscere la verità.
A dirlo sono anche i sondaggi che oramai non possono essere più nascosti, chiaramente noti a coloro che non si affidano alle sole notizie di regime.
Lo attesta tra gli altri un sondaggio della famosa Gallup (società americana di analisi e consulenza con sede a Washington, DC, fondata da George Gallup nel 1935), da cui risulta che Trump è l’uomo più ammirato dagli americani, scalzando il primato di Obama dopo 12 anni, mentre Biden rimane distanziato di molti punti.
È normale domandarsi a questo punto come si può essere arrivati ad una situazione come quella attuale negli USA, ma è necessario comprendere che i brogli elettorali non sono una novità neanche negli States.
Il clamore di quanto sta accadendo è come dicevamo dettato dalla battaglia valoriale in atto.
Abbiamo sentito anche personaggi di casa nostra, come per esempio la dichiarazione di Enrico Letta in un articolo de La Stampa del 28 dicembre u.s., asserire che dopo l’epoca di Trump l’Italia può giocare un ruolo importante nella costruzione di un Nuovo Ordine Mondiale.
Ma la partita non è ancora terminata, il gioco è duro e la posta è alta.
Sicuramente alla fine di tutto non ci sarà un vero vincitore ed un vero sconfitto, ma si assisterà ad una proclamazione che scontenterà mezza America e mezzo mondo, mentre l’altra parte festeggerà indisturbata.
Domani è prevista la lettura dei voti dei Grandi Elettori, assisteremo trepidanti a quanto accadrà e a come si comporterà Mike Pence, vicepresidente degli USA, al quale è affidata una grande responsabilità, quella di determinare o meno l’esito delle elezioni.
A lui spetterà infatti l’ultima parola sulla scelta dei grandi elettori, se sceglierli tutti, se non considerare quelli degli stati con contestazioni o se scegliere quelli repubblicani.
Donald Trump ha preannunciato che il 6 gennaio sarà una data determinante dove verremo a sapere cose ancora non note.
Lo afferma il tycoon Trump con il twitter: “Massive amounts of evidence will be presented on the 6th. We won, BIG!”. L’America non è così lontana se pensiamo che la Cina è dietro l’angolo. Restiamo informati.