Aborto in Argentina, la Chiesa cattolica non si arrende

Aborto in Argentina, la Chiesa cattolica non si arrende

IL SENATO ARGENTINO POTREBBE VOTARE OGGI IN FAVORE DELLA LEGGE SULL’ABORTO. LA CONFERENZA EPISCOPALE, DINANZI A QUESTA SFIDA, SI APPELLA NUOVAMENTE ALLE COSCIENZE RICORDANDO L’IMPORTANZA DELL’ETICA UMANA

Di Emanuela Maccarrone

L’Argentina è in subbuglio per via della probabile legalizzazione dell’aborto.

Dopo intense manifestazioni svoltesi nelle precedenti settimane dagli ambienti cattolici, l’11 dicembre il testo della legge è passato alla Camera. Adesso si attende con apprensione la discussione del testo al Senato.

L’Argentina è un paese prevalentemente cattolico, “C’è una cultura cattolica molto forte nel mondo politico”, ha dichiarato il sociologo Fortunato Mallimaci a France24. Tuttavia, il Governo argentino ha già approvato la legge sui matrimoni tra persone dello stesso sesso nel 2010 e la legge sull’identità di genere nel 2012. Pertanto, la possibilità che l’aborto venga legalizzato è molto probabile.

Per questo motivo, ancora una volta, la Conferenza episcopale argentina ha espresso la ferma opposizione alla legalizzazione dell’aborto, attraverso l’omelia del monsignor Oscar Ojea, presidente dell’episcopato. La messa è stata celebrata presso il Santuario di Luján ed è stata trasmessa sui social con lo slogan ‘A voi affidiamo la causa della vita’.

Durante l’omelia, il Vescovo Ojea ha sostenuto l’importanza di agire in difesa dei più deboli attraverso la tutela dei diritti. Si tratta, secondo il monsignore, di “un principio dell’etica umana, pre-religiosa, che trova sostegno nella scienza, medico e diritto”.

Il monsignor ha ribadito il grande impegno mostrato dal popolo argentino nel combattere la pandemia e, quindi, nel difendere la vita contro il virus, dalla mancanza del lavoro e dalla fame. L’auspicio per il vescovo è che il post pandemia sia l’inizio di un nuovo periodo di solidarietà e di fraternità, ossia che quanto vissuto a causa della pandemia comporti una profonda riflessione per una società migliore.

Infine, il Vescovo Ojea ha affidato i legislatori alla Madonna affinché: “provochi una serena riflessione nelle loro menti e nei loro cuori, e non neghi le loro convinzioni più profonde”.

Accanto alla lotta  intrapresa dalla Chiesa cattolica si uniscono anche le chiese evangeliche. Per oggi, martedì 29 dicembre, sono previste nuove manifestazioni davanti al Parlamento.

Questo fatto, come tanti altri, dimostra l’impegno della Chiesa cattolica nel lottare affinché i diritti umani siano rispettati, davanti alle sfide che i mutamenti sociali stanno apportando nelle società contemporanee. Nella Lettera Enciclica Veritatis Splendor San Giovanni Paolo II scriveva che la Chiesa, come Maestra, “non si stanca di proclamare la norma morale… Di tale norma la Chiesa non è affatto né l’autrice né l’arbitra. In obbedienza alla verità, che è Cristo, la cui immagine si riflette nella natura e nella dignità della persona umana, la Chiesa interpreta la norma morale e la propone a tutti gli uomini di buona volontà (…). La fermezza della Chiesa, nel difendere le norme morali universali e immutabili, non ha nulla di mortificante. È solo al servizio della vera libertà dell’uomo”.

Compito della Chiesa cattolica è di affiancare l’umanità nel suo lungo e difficile viaggio terreno come maestra della norma morale. Davanti alle tante sfide che mettono in pericolo la moralità, e quindi i diritti dell’uomo, la Chiesa non può tacere ma deve lottare. E’ il compito che le ha affidato Gesù in quanto “Sposa fedele di Cristo”.

 

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