Nel sacerdozio e nella vita religiosa non c’è posto per chi potrebbe far del male ai giovani

Nel sacerdozio e nella vita religiosa non c’è posto per chi potrebbe far del male ai giovani

PEDOFILIA E ABUSI SESSUALI: GLI INSEGNAMENTI DI SAN GIOVANNI PAOLO II E BENEDETTO XVI SONO UN CONTINUO MONITO PER LA SOCIETÀ CONTEMPORANEA

Di Emanuela Maccarrone

In questo momento la Chiesa sta attraversando un periodo particolare.

La dottrina cattolica è messa in discussione in alcune parti del mondo su più fronti e per svariati motivi, soprattutto a causa degli abusi sessuali ad opera del clero.

Dinanzi a certi incresciosi sviluppi, è doveroso ricordare gli atti e gli insegnamenti portati avanti sia da San Giovanni Paolo II che dal Papa emerito Benedetto XVI (nella foto).

Sono brevi spunti di riflessione che consentono di capire le posizioni dei due pontefici, ma è anche un modo per mostrare la sensibilità della Chiesa su questa tematica.

Per quanto riguarda la pedofilia, già nel lontano 1993 San Giovanni Paolo II diede precise indicazioni ai vescovi statunitensi riguardo le punizioni canoniche per gli abusi sessuali, come l’espulsione dal sacerdozio, precisando che fossero “necessarie e pienamente giustificate”.  

Il 23 e 24 aprile del 2002, inoltre, ebbe luogo in Vaticano un incontro straordinario tra Giovanni Paolo II, i Cardinali degli Stati Uniti, la direzione della Conferenza Episcopale Cattolica degli Stati Uniti e i capi di diversi uffici della Santa Sede in materia di sessualità e abuso di minori.

Nell’occasione il Santo padre ribadì la sua rigorosa posizione contro i riprovevoli casi di abusi sessuali mostrando, quindi, la tenacia nell’affrontare la questione.

“La gente deve sapere che nel sacerdozio e nella vita religiosa non c’è posto per chi potrebbe far del male ai giovani. Deve sapere che i Vescovi e i sacerdoti sono totalmente impegnati a favore della pienezza della verità cattolica nelle questioni riguardanti la moralità sessuale, la verità fondamentale sia per il rinnovamento del sacerdozio e dell’episcopato sia per il rinnovamento del matrimonio e della vita familiare”.

Sulla questione è intervenuto in varie occasioni anche Benedetto XVI. 

Per l’incontro svoltosi tra il 21 e il 24 febbraio del 2019, su invito di Papa Francesco, si riunirono in Vaticano i presidenti di tutte le conferenze episcopali del mondo per discutere della diffusione degli abusi sessuali da parte dei chierici sui minori.

Il papa emerito scrisse un’interessante lettera, pubblicata sul mensile tedesco ‘Klerusblatt’.

Benedetto XVI aprì il suo ragionamento con le seguenti parole: “La situazione ebbe inizio con l’introduzione, decretata e sostenuta dallo Stato, dei bambini e della gioventù alla natura della sessualità”.

Nella terza parte, il papa emerito espresse le proprie riflessioni: “Cosa dobbiamo fare? Dobbiamo creare un’altra Chiesa affinché le cose possano aggiustarsi? Questo esperimento già è stato fatto ed è già fallito”.

La risposta di Benedetto XVI fu chiara: “l’antidoto al male che minaccia noi e il mondo intero ultimamente non può che consistere nel fatto che ci abbandoniamo a questo amore (di Dio). Questo è il vero antidoto al male. La forza del male nasce dal nostro rifiuto dell’amore a Dio (…). Un mondo senza Dio non può essere altro che un mondo senza senso”.

 

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