Strappati e vandalizzati i manifesti contro la pillola abortiva
A cura di Angelica La Rosa
“Gli intolleranti della tolleranza Lucarelli, Parenzo, Saviano chiedono la rimozione… e i teppisti eseguono. Hanno strappato e vandalizzato i manifesti della nostra campagna #dallapartedelledonne contro la pillola abortiva Ru486. D’altronde i guru della comunicazione ‘totalitaria-buonista’, antidemocratica ce l’hanno messa tutta a fomentare gli animi. Impariamo oggi che gli unici a poter parlare di questi temi sono loro. E il quotidiano Repubblica mente affermando che sia stato il Comune a guida di Beppe Sala a intervenire e rimuovere i nostri cartelloni, quando invece abbiamo risposta scritta del Comune che conferma che ‘il Comune non ha alcun potere coercitivo né autorizzativo’ in tal senso. Siamo di fronte a una Nuova Inquisizione che si batte contro la libertà di espressione, garantita dalla nostra Costituzione” ha dichiarato Toni Brandi, presidente di Pro Vita e Famiglia onlus.
“La violenta realtà che ci vede protagonisti racconta che anche a Genova – conclude il vice presidente Jacopo Coghe – i nostri manifesti sono stati imbrattati, a Milano sono stati strappati. A chi, come loro, afferma che sabotare l’aborto significa sabotare la vita delle donne, diciamo di andare a lezione e studiare la materia: siamo nel 2020 e la scienza ha confermato che la vita inizia dal concepimento. I progressi dell’embriologia, della biologia e della genetica confermano che l’embrione ha organi funzionanti, prova sensazioni, sogna, soffre. Noi siamo #dallapartedelledonne che devono essere informate sui gravi danni alla loro salute e alla loro vita a causa dell’aborto. Più informazione, più sostegni economici per la prevenzione, più servizi alle donne: questa è civiltà”.