Montevecchi (Lega): “gli interessi delle donne non si portano avanti con aborto e RU486”
Di Gian Piero Bonfanti
Nei giorni scorsi l’assessore regionale alle pari opportunità della Regione Marche, l’avvocato Giorgia Latini, intervistata al Tg3 Marche, ha espresso pacatamente la sua posizione personale contro l’aborto e l’uso della pillola abortiva, ventilando la possibilità di porre una riflessione in Giunta sul tema.
Apriti cielo. Le forze sinistre, sia in Regione Marche che a livello nazionale, hanno sollevato gli scudi, difendendo il “delitto diventato diritto”, cioè l’aborto.
Fortunatamente c’è stato anche chi si è mostrato solidale con la consigliere pro vita. Riportiamo solo due casi.
“Esprimiamo il nostro pieno sostegno all’assessore marchigiano Giorgia Latini per le sue dichiarazioni, perché la politica sia sempre un baluardo in difesa dei piccoli e dei più deboli, in modo particolare in sostegno della vita fin dal suo concepimento e contro la cultura mortifera dell’aborto. Le esprimiamo altresì piena solidarietà per le aggressioni verbali ricevute dopo la sua dichiarazione. Vi è una dittatura del pensiero unico. La cultura della morte che avvolge la 194 è assolutista, non ammette confronto, non ammette di essere messa in discussione, o la si accetta o si viene schiacciati violentemente, il pensiero deve essere unico come in qualsiasi regime totalitario”, ha dichiarato, a nome di Italia Cristiana, il presidente Fabrizio Verduchi.
“La 194 è un esempio di ingegneria verbale, hanno inventato l’acronimo IVG interruzione volontaria di gravidanza, per nascondere ciò che è veramente, perché chiamarlo aborto, dal latino abortus participio passato del verbo aborior, cioè perire, avrebbe scosso le coscienze di molti. Ci dicono che sia per la salute della donna, ma non è un farmaco, non è una terapia, non è una cura e tante donne che hanno praticato un aborto volontario dopo hanno iniziato pesantemente a soffrire di depressione a causa della sindrome post aborto. Dal 22 maggio 1978, da quando è stata approvata la 194 ad oggi in Italia sono morti oltre 6 milioni di bambini a causa dell’aborto. Non è accettabile che ogni volta che un politico che agisce con coscienza, criticando l’aborto o mettendo in discussione la 194, venga aggredito ferocemente. È tempo di una nuova cultura e politica a favore della vita”.
A difendere la Latini è corso anche il consigliere regionale della Lega dell’Emilia Romagna Matteo Montevecchi.
“Surreali gli attacchi che ha ricevuto Giorgia Latini, assessore della Lega della Regione Marche, da parte di tutta la sinistra e in ultimo dal consigliere regionale riminese del Partito Democratico Nadia Rossi”. Interviene così il consigliere regionale della Lega ER Matteo Montevecchi, in merito alle dichiarazioni dell’assessore Latini, criticate dalla sinistra nostrana.
“Reazioni tristi e scomposte nei confronti di un assessore solo perché ‘colpevole’ di essere pro-life e di aver dichiarato che porterà all’ordine del giorno della giunta un serio confronto riguardo la pillola abortiva Ru486. Ritengo che non consentire il ricorso alla Ru486 in day hospital, ovvero senza nemmeno il ricovero ospedaliero di tre giorni, ma in perfetto stile ‘fai da te’, è solo un atto di civiltà. Questo lo dico anche e soprattutto a tutela della salute delle donne”, ha spiegato Montevecchi che ha aggiunto: “parliamo di quella pillola che il genetista Jérôme Lejeune chiamava ‘il primo pesticida umano’. Pochi mesi fa si è svolta a Riccione una mostra sulla vita di Lejeune e sulla sua testimonianza in difesa della dignità della vita, grazie ai ragazzi di ‘Centro21-Cuore21’, a cui presenziò anche il presidente dell’Assemblea Legislativa Emma Petitti. Occasioni che dovrebbero almeno far riflettere anche per intraprendere serie scelte politiche da cui la sinistra si trova sempre più distante”.
“Mi chiedo quando il Partito Democratico che governa la nostra Nazione e la nostra Regione si accorgerà che anno dopo anno tocchiamo sempre il minimo storico delle nascite dall’Unità d’Italia ad oggi”, ha rimarcato il consigliere Montevecchi. “Sostenere i Centri di aiuto alla Vita e le politiche pro family deve essere una priorità per invertire questa drammatica tendenza e perché il compito delle istituzioni è quello di favorire la vita in ogni occasione”.
“Dispiace notare come il Partito Democratico provi sempre a strumentalizzare messaggi positivi che vanno nella direzione di aiutare con risorse concrete e vere alternative chi affronta gravidanze difficili per seguire la scelta della vita, trasformandoli in chissà quali messaggi negativi. Milioni di italiani si aspettano questo, non la retorica ideologica nei confronti di una amministratrice in gamba delle Marche, che cerca di fare la sua parte e a cui rivolgo tutto il mio sostegno”, ha spiegato il giovane consigliere regionale leghista.
“La sinistra, ovunque in tutto il mondo, si impegna tanto per banalizzare sempre di più l’aborto”, ha sottolineato Montevecchi. “Ormai si arriva a considerarlo quasi un metodo contraccettivo. Oggi alcuni movimenti iper-femministi si battono per dire ‘addio alla retorica dell’aborto come dramma”, dipingendolo addirittura come “esperienza positiva’. Non è certo in questo modo che si portano avanti gli interessi delle donne. Non è certo questo il modo per riscoprire la sacralità della vita”.
Per Montevecchi è necessario iniziare “ad aiutare tutte quelle donne in gravidanza in difficoltà economica o con gravidanze difficili. In Regione sto portando avanti una risoluzione per aiutare queste donne, chiedendo di promuovere l’introduzione di sportelli informativi di centri di aiuto alla vita anche all’interno delle strutture ospedaliere, a cui potersi liberamente rivolgere. Questi sono i diritti troppo spesso dimenticati”.