Presepi, ad Alicante uno per dare speranza, a Torino la follia delle mascherine…

Presepi, ad Alicante uno per dare speranza, a Torino la follia delle mascherine…

Di Gian Piero Bonfanti

Succede proprio quando meno ce lo aspettiamo: in un periodo dove tutto sembra voler andare in una determinata direzione, improvvisamente leggiamo una notizia che ci dona un po’ di speranza.

Ci riferiamo all’opera costruita ad Alicante dall’artista José Manuel Garcia Esquiva, meglio conosciuto come “Pachi”, che ha conquistato il titolo del presepe più grande del mondo.

Questa moderna scultura, alta 18,10 metri e dal peso di una tonnellata, realizzata con una struttura di ferro saldato e ricoperta di polistirene espanso, è stata eretta nella piazza centrale di Alicante, proprio di fronte al palazzo comunale della città.

Il presepe, che resterà esposto sino al 6 gennaio come da tradizione, ha suscitato diverse critiche, ma questa volta a nulla sono serviti gli attacchi, da parte dell’opposizione locale di sinistra, nei confronti di chi ha promosso l’iniziativa, con l’intento di mettere in discussione il costo dell’opera.

L’entità della spesa contestata, 140 mila euro, può essere infatti considerata un vero e proprio aiuto alle attività economiche locali già messe alla prova ed in grosse difficoltà a causa della crisi attuale.

L’intento è quello di rilanciare l’economia in questo importante crocevia turistico ed è incoraggiante constatare la modalità ed il tipo di scelta fatta, avente oggetto la Sacra Famiglia ed in linea con la tradizione, in totale controtendenza rispetto a quanto stiamo assistendo ovunque, compreso in Italia.

Come sta infatti accadendo in varie parrocchie e come successo nel Duomo di Torino (che ricordiamo è il luogo dove è ospitata la Sacra Sindone), ai personaggi dei nostri presepi, compreso alla Madonna e a San Giuseppe, vengono messe le mascherine.

Dopo il Natale del 2018, quando pensavamo di aver superato il limite con i presepi dei migranti sui gommoni, ora in Italia è il momento di quelli con le mascherine, un po’ come a volerci ricordare che la Chiesa si deve fare mondo e non il contrario.

Ma volgiamo lo sguardo altrove e torniamo ad apprezzare la bellezza che si manifesta con l’opera dello scultore spagnolo, la quale ci dona un alito di speranza nel suo richiamo alla sacralità.

Non diamoci per vinti, ricordiamoci quanto diceva Santa Bernadette Soubirous di Lourdes “Se avessimo la fede vedremmo il buon Dio in ogni cosa”.

 

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