La “Scotus” difende la libertà religiosa durante la crisi Covid
Di Matteo Orlando
“La Corte Suprema degli Stati Uniti (in sigla Scotus: Supreme Court of the United States) ha inferto un duro colpo a coloro che voglio limitare la libertà religiosa imponendo l’applicazione delle restrizioni alla partecipazione alle funzioni religiose come ha fatto il Governatore di New York Andrew Cuomo in nome del controllo delle malattie”.
A dirlo è la fondatrice e presidente del Ruth Institute statunitense, la dott.ssa Jennifer Roback Morse.
La dottoressa Morse ha osservato che “data la disparità di trattamento tra entità secolari e religiose, ci si deve chiedere se a New York fosse all’opera qualcosa di più di una burocrazia senza cervello”.
In quelle che sono designate “zone rosse” (dove il numero di casi Covid è più alto), la partecipazione ai servizi religiosi nello stato era limitata a 10 persone (25 nelle zone arancioni) indipendentemente dalle dimensioni della sala.
La causa contro la decisione di Cuomo era stata presentata dalla diocesi cattolica di Brooklyn e da un’organizzazione di servizi sociali gestita da ebrei ortodossi.
La Morse ha osservato: “non c’erano limiti simili al numero di clienti in alcuni esercizi al dettaglio e aziende che forniscono servizi personali, come negozi di animali e saloni di agopuntura, il che suggerirebbe che lo Stato di New York considera lo shopping più importante della preghiera”.
La decisione, 5 a 4 a favore dei ricorrenti, è arrivata grazie al voto pro fede dei tre giudici supremi incaricati da Trump ai quali si sono uniti i giudici Thomas e Alito.
Secondo la Morse “il giudice capo John Roberts si è unito ai liberal della Corte. In effetti, Roberts – un’enorme delusione per i costituzionalisti – è ormai un membro certificato del blocco attivista”.
Se il presidente Trump avesse aspettato fino a dopo le elezioni per coprire il posto vacante lasciato da Ruth Bader Ginsburg, oggi la decisione sarebbe finita in pareggio (4-4) e il regolamento restrittivo per la fede sarebbe rimasto in vigore.
Morse si chiede: “c’è una connessione tra il duro trattamento delle chiese e delle sinagoghe e il disprezzo dei progressisti per la moralità biblica? Che si tratti di chiese cattoliche, congregazioni ebraiche ortodosse o altre denominazioni tradizionali, le religioni più duramente colpite sono tutte quelle che sposano la moralità sessuale della Bibbia”.
La Morse ha spiegato: “come la maggior parte dei leader del suo partito, Cuomo è un sostenitore dogmatico dell’aborto su richiesta e del matrimonio tra persone dello stesso sesso. Una volta ha detto a un intervistatore che i sostenitori del diritto alla vita e i sostenitori del matrimonio ‘non hanno posto a New York’. Le denominazioni che ha scelto per la punizione rispettano la vita e sostengono il matrimonio uomo/donna. E’ una coincidenza?. Trattare le istituzioni religiose e le imprese commerciali in modo diverso è tutt’altro che ragionevole e sa di uno speciale animus verso la fede”.