Monta la polemica sull’orario della messa della notte di Natale
Di Domenico Scilipoti Isgrò
Monta, pur in presenza di problemi più consistenti, una incomprensibile polemica sull’ orario della messa della notte di Natale.
La sintesi è: siccome il cosiddetto coprifuoco impedisce l’uscita dalle case per le dodici di sera, la messa o non si può fare o va anticipata.
Va da sè che la posizione del “non si può fare” è inaccettabile in quanto non è pensabile annullare, in un mondo già secolarizzato, i segni della cristianità.
Anzi oggi più che mai, sia pur con spirito dialogante e pacifico, abbiamo la necessità di rinvigorire le origini giudaico-cristiane del mondo occidentale ed europeo nel particolare (fu un errore l’averle escluse nella costituzione europea come varie volte dissero saggiamente ed inascoltati Giovanni Paolo II e Benedetto XVI).
Veniamo all’ orario. Qui viene fuori l’approssimazione forse per formazione ideologica o culturale, poco vicina ai riti e alle tradizioni cristiane di qualche esponente del governo. Ma se questo è comprensibile, un esecutivo che governa un Paese di consolidate tradizioni cristiane e cattoliche nel particolare, dovrebbe per lo meno circondarsi di collaboratori qualificati.
Essendo messa vigiliare, quella della mezzanotte del Natale (vale pure la Pasqua certamente) non ha bisogno di un’ora specifica, anche perché nel racconto evangelico della Natività non si parla di un’ora esatta. Innegabilmente la presenza della cometa fa pensare alla notte, ma liturgicamente non è argomento convincente o decisivo. E allora, siccome è messa vigiliare nella quale persino il colore liturgico violaceo dell’ Avvento lascia il posto al bianco del Tempo del Natale, è lecito celebrarla alle cinque o sei del pomeriggio, non è proibito e tanto meno scandaloso.
In tante parrocchie italiane già accade e nello stesso Vaticano pure. Bene ha fatto, con saggezza e stile a ricordare tali argomenti in una nota Monsignor Pennisi, arcivescovo di Monreale in Sicilia. E allora, senza azzuffarci sugli orari, badiamo a celebrare cristianamente il Natale, ricordando il suo valore, data nella quale si verifica il grande miracolo dell’ Incarnazione del Figlio di Dio che si fa uomo per noi. Tutto il resto, come canta Califano è noia, solamente noia, non gioia. La vera gioia è solo in Cristo.
non è che uno pretende che un giornalista o un vescovi di monreale siano fini liturgisti, però certi argomenti vanno trattati con un minimo di rispetto e di contezza di quello di cui si parla.
magari date una letta qui
https://lanuovabq.it/it/messa-di-mezzanotte-la-luce-che-il-governo-e-i-vescovi-non-vedono