Shemà. Commento al Vangelo del 22 novembre della teologa Giuliva Di Berardino

Shemà. Commento al Vangelo del 22 novembre della teologa Giuliva Di Berardino

Shemà (in ebraico “Ascolta”), un commento al Vangelo del Giorno di Giuliva Di Berardino.

Anche a noi, uomini e donne del terzo millennio, Nostro Signore Gesù Cristo dice: “Shemà”. Ascoltiamolo!

 

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IL COMMENTO TESTUALE

IL VANGELO DEL GIORNO: domenica 22 Novembre 2020
XXXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
Solennità di Cristo re dell’universo

Oggi è la XXXIV domenica del tempo ordinario, fine dell’anno liturgico e solennità di Cristo Re dell’universo, per indicare che Cristo è inizio e la fine del tempo. Il Vangelo di oggi ci presenta l’immagine del giudizio finale, detto anche giudizio universale. Si tratta di uno degli elementi più importanti della fede cristiana  e inseriti nella formula fidei, che è il Credo, la preghiera della Chiesa che ogni domenica l’assemblea riunita nella celebrazione liturgica festiva, recita insieme. Nella formula della fede cristiana, quindi, è scritto che il Signore Gesù “verrà a giudicare i vivi e i morti e il suo Regno non avrà fine“. Ecco perché oggi Cristo Gesù è celebrato come Re dell’universo, non perché sia re e quindi abbia il dominio assoluto sull’universo, come farebbero i re della terra, ma perché Gesù è Colui che ci rende accessibile il Regno di Dio, che non è di questo mondo. Il Vangelo ci annuncia quindi che ci sarà un giorno in cui saremo giudicati tutti, perché saranno radunati tutti i popoli, ma ci porta anche a considerare che in realtà questo giudizio di Dio è necessario perché possiamo rivevere in eredità il regno che è già preparato per noi, fin dall’inizio. Quindi oggi la liturgia ci ricorda che un giorno anche noi saremo nel regno che ci appartiene. E questo Vangelo ci riempie il cuore di speranza e di gioia perché ci mette a conoscenza del criterio di giudizio che Dio avrà quel giorno verso di noi: fare piccoli gesti di amore gli uni verso gli altri, soprattutto verso chi ne ha più bisogno. Essere stati un segno di quell’amore che porta la giustizia e perciò costruisce la fraternità a la pace in questo mondo. Il giudizio che ci verrà chiesto non è sulle nostre abilità, non sulle nostre possibilità, ma sull’amore. Papa Francesco, nella Bolla di indizione dell’Anno della Misericordia, Misericordiae vultus , al numero 15 scrive: “Non possiamo sfuggire alle parole del Signore: e in base ad esse saremo giudicati: se avremo dato da mangiare a chi ha fame e da bere a chi ha sete. Se avremo accolto il forestiero e vestito chi è nudo. Se avremo avuto tempo per stare con chi è malato e prigioniero (cfr Mt 25,31-45). Ugualmente, ci sarà chiesto se avremo aiutato ad uscire dal dubbio che fa cadere nella paura e che spesso è fonte di solitudine; se saremo stati capaci di vincere l’ignoranza in cui vivono milioni di persone, soprattutto i bambini privati dell’aiuto necessario per essere riscattati dalla povertà; se saremo stati vicini a chi è solo e afflitto; se avremo perdonato chi ci offende e respinto ogni forma di rancore e di odio che porta alla violenza; se avremo avuto pazienza sull’esempio di Dio che è tanto paziente con noi; se, infine, avremo affidato al Signore nella preghiera i nostri fratelli e sorelle. In ognuno di questi “più piccoli” è presente Cristo stesso. La sua carne diventa di nuovo visibile come corpo martoriato, piagato, flagellato, denutrito, in fuga… per essere da noi riconosciuto, toccato e assistito con cura. Non dimentichiamo le parole di san Giovanni della Croce: «Alla sera della vita, saremo giudicati sull’amore»“. Buona domenica nella festa di Cristo Re!

Mt 25,31-46

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, siederà sul trono della sua gloria. Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli. Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle capre, e porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra. Allora il re dirà a quelli che saranno alla sua destra: “Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi”. Allora i giusti gli risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?”. E il re risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”. Poi dirà anche a quelli che saranno alla sinistra: “Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli, perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da bere, ero straniero e non mi avete accolto, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato”. Anch’essi allora risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato o assetato o straniero o nudo o malato o in carcere, e non ti abbiamo servito?”. Allora egli risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi più piccoli, non l’avete fatto a me”. E se ne andranno: questi al supplizio eterno, i giusti invece alla vita eterna».

IL COMMENTO IN VIDEOhttps://www.youtube.com/channel/UCE_5qoPuQY7HPFA-gS9ad1g/videos

 

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