Shemà. Commento al Vangelo del 12 novembre della teologa Giuliva Di Berardino
Shemà (in ebraico “Ascolta”), un commento al Vangelo del Giorno di Giuliva Di Berardino.
Anche a noi, uomini e donne del terzo millennio, Nostro Signore Gesù Cristo dice: “Shemà”. Ascoltiamolo!
***
IL COMMENTO TESTUALE
IL VANGELO DEL GIORNO: giovedì 12 novembre 2020
GIOSAFAT, VESCOVO E MARTIRE – MEMORIA
San Giosafat (Giovanni) Kuncewicz, vescovo di Polotzk e martire, ebbe un grande zelo per l’unità con la Chiesa Cattolica, coltivando sempre con amorevole devozione il rito bizantino-slavo cattolico. Questo amore grande per la comunione, però, gli procurò molte difficoltà, finché un giorno venne crudelmente assalito in un tumulto di tutti coloro che gli tramavano contro da tempo. San Giosafat morì per l’unità, per la comunione, segno dello Spirito Santo che spinge sempre verso l’unità. Preghiamo per i nostri vescovi, che tutti siano in comunione con il santo Padre Francesco e possano essere sempre vicini alle persone che sono loro affidate. Preghiamo anche per ciascuno di noi, che possiamo ricevere la forza della fedeltà che ha abitato la vita di San Giosafat, fino alla morte. Il vangelo ci trasmette un testo che ha un impatto apocalittico, cioè si connota stilisticamente con le caratteristiche proprie dei testi profetici riguardo alla fine dei tempi e alla venuta del Messia, pensiamo alle profezie scritte nel Libro del profeta Daniele, ad esempio, che ci parla proprio del giorno in cui il Figlio dell’uomo scenderà dalle nubi. L’espressione biblica “Figlio dell’uomo” è evidentemente messianica, e in questo testo, ma non solo in questo, Gesù applica a sé, alla sua persona questo appellativo messianico. Ora, le parole di Gesù sono un rimando alla profezia messianica escatologica, ma sono, di fatto la risposta a una domanda precisa dei farisei: «Quando verrà il regno di Dio?». E Gesù, con le sue parole, non delude l’attesa profetica del “giorno del Figlio dell’uomo”, ma la concretizza, la rende realistica, perché introduce la consapevolezza della passione che dovrà vivere. Potremmo dire che esattamente Gesù risponde più alla domanda “come verrà il Regno di Dio” che “quando”. Ecco, questa bella strategia di Gesù oggi ci insegna qualcosa di molto importante, che ci serve per vivere meglio, per accogliere oggi quello che ci donerà il Signore nel corso di questo nuovo giorno: non dire “quando finirà tutto questo”, “quando ci libereremo del virus”…certo! preghiamo che tutto questo finisca al più presto, però oggi chiediamoci piuttosto “come possiamo fare per disporci a vivere meglio il nostro futuro, come possiamo venirci in aiuto perché ciò che viviamo oggi non ci distrugga anche domani”! E Gesù ce lo dice: stando attenti alle piccole cose, perché Il regno di Dio non viene in modo da attirare l’attenzione, attenti alla Sua presenza nella nostra quotidianità, perché ecco, il regno di Dio è in mezzo a voi!, ci assicura Gesù. Allora oggi occupiamoci di restare uniti a Dio e tra noi, sull’esempio di San Giosafat, nella fede che realizza il tempo non in senso cronologico, ma offrendoci il modo più dignitoso e giusto di stare nel mondo. Buona giornata!
Lc 17,20-25
In quel tempo, i farisei domandarono a Gesù: «Quando verrà il regno di Dio?». Egli rispose loro: «Il regno di Dio non viene in modo da attirare l’attenzione, e nessuno dirà: “Eccolo qui”, oppure: “Eccolo là”. Perché, ecco, il regno di Dio è in mezzo a voi!». Disse poi ai discepoli: «Verranno giorni in cui desidererete vedere anche uno solo dei giorni del Figlio dell’uomo, ma non lo vedrete. Vi diranno: “Eccolo là”, oppure: “Eccolo qui”; non andateci, non seguiteli. Perché come la folgore, guizzando, brilla da un capo all’altro del cielo, così sarà il Figlio dell’uomo nel suo giorno. Ma prima è necessario che egli soffra molto e venga rifiutato da questa generazione».
IL COMMENTO IN VIDEO: https://www.youtube.com/channel/UCE_5qoPuQY7HPFA-gS9ad1g/videos