Shemà. Commento al Vangelo del 6 novembre della teologa Giuliva Di Berardino
Shemà (in ebraico “Ascolta”), un commento al Vangelo del Giorno di Giuliva Di Berardino.
Anche a noi, uomini e donne del terzo millennio, Nostro Signore Gesù Cristo dice: “Shemà”. Ascoltiamolo!
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IL COMMENTO TESTUALE
IL VANGELO DEL GIORNO: venerdì 6 novembre 2020
Abbiamo riflettuto in questi giorni come il discepolo sia chiamato a rinunciare agli affetti per essere libero, a prendere la croce per diventare dono per gli altri, a cambiare il cuore per cercare Dio e avere la gioia. Oggi il Vangelo ci mostra come Gesù desideri che il suo discepolo sia scaltro, capace di cavarsela, agile nel vivere. Ci troviamo di fronte alla lode di Gesù verso un ladro, un disonesto, eppure davanti a un personaggio così, Lui è capace di vedere il bene che è in lui, anzi! loda la sua abilità e la sua scaltrezza. In effetti, al di là dell’uso che noi ne possiamo fare, anche il male mette in atto abilità positive perché il male, così come la grazia di Dio, non agisce senza l’umanità, senza la nostra adesione. Ecco allora che Gesù ci offre un esempio di come guardare le persone in modo puro, per quello che di autentico hanno in sé. Astuzia e scaltrezza quindi sono importanti perché sono quelle qualità umane su cui Dio conta per farci progredire nel vivere bene con noi stessi e con gli altri, non per metterli in difficoltà e crearci dei nuovi problemi tra noi. Pensiamo allora a quanto tempo impieghiamo per progettare i nostri interessi, i nostri piani, i nostri calcoli e quanto poco ci occupiamo di come possiamo gestire al meglio il nostro tempo per gli altri nella carità, o per cercare Dio e conoscerlo meglio, nella preghiera, nella contemplazione! Questa è la furbizia che loda Gesù e che desidera per noi, quella che ci rende migliori! Chiediamo allora oggi al Signore questa scaltrezza che ci dona la capacità di procedere senza fermarci davanti agli ostacoli, anzi, ad arginarli, a fare in modo di evitare i mali che ci possiamo fare gli uni gli altri, soprattutto in questo tempo in cui c’è bisogno solo di sostenerci e di sentirci tutti uniti nel bisogno gli uni degli altri. Preghiamo insieme la preghiera di colletta della messa di questo giorno: “Dio onnipotente e misericordioso, tu solo puoi dare ai tuoi fedeli il dono di servirti in modo lodevole e degno; fa’ che camminiamo senza ostacoli verso i beni da te promessi. Per il nostro Signore Gesù Cristo…” Amen. Buona giornata!
Lc 16,1-8
In quel tempo, Gesù diceva ai discepoli: «Un uomo ricco aveva un amministratore, e questi fu accusato dinanzi a lui di sperperare i suoi averi. Lo chiamò e gli disse: “Che cosa sento dire di te? Rendi conto della tua amministrazione, perché non potrai più amministrare”. L’amministratore disse tra sé: “Che cosa farò, ora che il mio padrone mi toglie l’amministrazione? Zappare, non ne ho la forza; mendicare, mi vergogno. So io che cosa farò perché, quando sarò stato allontanato dall’amministrazione, ci sia qualcuno che mi accolga in casa sua”. Chiamò uno per uno i debitori del suo padrone e disse al primo: “Tu quanto devi al mio padrone?”. Quello rispose: “Cento barili d’olio”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta, siediti subito e scrivi cinquanta”. Poi disse a un altro: “Tu quanto devi?”. Rispose: “Cento misure di grano”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta e scrivi ottanta”. Il padrone lodò quell’amministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza. I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce».
IL COMMENTO IN VIDEO: https://www.youtube.com/channel/UCE_5qoPuQY7HPFA-gS9ad1g/videos