Gli attentati compiuti nel nome di Allah sono “un gesto satanico”, parola di islamico!
Di Abdellah Redouane*
Di fronte alla recrudescenza degli atti terroristici e I’escalation della violenza che ha colpito ciecamente e con scelleratezza Vienna, il Centro Islamico Culturale d’Italia, noto come Grande Moschea di Roma, esprime per I’ennesima volta la sua ferma e assoluta condanna di questi crimini compiuti in nome di ‘Allah Akbar’.
Si tratta di un gesto satanico che la nostra comunità islamica deve condannare senza se e senza ma.
Siamo chiamati come musulmani, non solo ad interagire con gli effetti di questi delitti, ma ad impegnarci nel debellare preventivamente queste azioni diaboliche al momento della loro semina e germinazione.
I terroristi non devono trovare ambienti accoglienti o complici. Il silenzio e I’indifferenza sono una sorta di omertà inaccettabile. Dobbiamo bannare I’ambiguità e il doppio linguaggio dalla nostra retorica, dai nostri sermoni e dai nostri processi formativi ed educativi destinati particolarmente alle nostre nuove generazioni.
L’Islam ha sempre proibito I’oltraggio, l’ingiuria e l’aggressione verso qualunque anima, considerando ciò uno dei maggiori crimini, perchè essa appartiene ad Allah solamente, senza fare differenze fra una confessione religiosa e un’altra oppure un genere e un altro.
A causa dell’inviolabilità, sacralità e rispetto della vita umana Allah ha stabilito che chi commette un gesto omicida, oppure di ostilità e di sopraffazione verso una persona, è come se lo avesse fatto verso l’umanità intera.
E chi avrà conservato in vita un’anima proteggendola è come se lo avesse fatto verso l’umanità intera.
Questo proprio perchè l’essere umano è equivalente all’umanità intera, dato che discende unicamente da Adamo, così leggiamo nel Corano: “…chiunque ucciderà una persona … è come se avesse ucciso l’umanità intera. E chiunque avrà vivificato una persona sarà come se avesse dato vita all’umanità intera…”.
La diversità delle religioni e dei credi è un fatto dovuto e riconosciuto conformemente alla volontà e alla saggezza divina.
La patria appartiene a tutti i suoi figli senza alcuna distinzione di carettere religioso, culturale, etnico e linguistico, affinchè possano vivere in sicurezza e pace.
Concludo ribadendo con forza ancora una volta l’assoluta inviolabilità della vita, dei luoghi di culto e la preservazione della quieta convivenza. Perciò ogni atto di violenza non può trovare una giustificazione di alcun genere e soprattutto non può essere “in my name”.
* Segretario Generale del
Centro Islamico Culturale d’Italia,
noto come Grande Moschea di Roma