È stata liberata Arzoo Raja, la sposa-bambina rapita da un musulmano
Di Emanuela Maccarrone
Una buona notizia arriva da “Aiuto alla Chiesa che soffre” (ACS), la fondazione cattolica che si occupa di sostenere attraverso la preghiera, l’informazione e l’azione i cristiani perseguitati in tutto il mondo, affinché “il Cristianesimo possa prosperare ovunque, in cui i nostri fratelli possano vivere liberamente la fede nella propria patria, senza essere costretti a migrare”.
La fondazione comunica sul proprio sito la liberazione di Arzoo Raja, la tredicenne cattolica di Karachi rapita lo scorso 13 ottobre, sposa di un musulmano quarantaquattrenne e costretta alla conversione all’Islam.
La ragazza è stata liberata dalla polizia e condotta presso una casa di accoglienza, mentre il suo rapinatore è in stato di fermo. Intanto, l’Alta corte del Sindh ha richiesto la presenza della ragazza in occasione dell’udienza che si è tenuta ieri, 5 novembre 2020.
L’ACS ha fatto sapere che sosterrà le spese legali per la tredicenne, che è sarà assistita dall’avvocato Tabassum Yousaf.
“Auspichiamo che la vittima possa essere adeguatamente sostenuta dopo il gravissimo trauma subito. La liberazione di Arzoo non significa tuttavia che il procedimento giudiziario sia definitivamente concluso con l’esito auspicato. Occorre pertanto verificare quale saranno le successive decisioni del tribunale competente confidando nell’applicazione del Child Marriage Act che definisce illegali i matrimoni delle minorenni”.
La fondazione, inoltre, ha fatto sapere che casi come quelli di Arzoo sono molto frequenti: “La piaga dei sequestri, delle conversioni forzate e delle spose bambine coinvolge ogni anno un migliaio di adolescenti appartenenti alle minoranze religiose, anzitutto quella cristiana. Secondo alcune stime i numeri sono ancora maggiori”.
Nonostante nel territorio diversi rappresentanti politici stiano facendo pressione affinché si intervenga attraverso misure più appropriate, l’ACS ha fatto notare che queste iniziative non saranno sufficienti per ottenere il risultato sperato: “ È necessario che a ciò si aggiunga la pressione proveniente dalla società civile, dai media e dalle istituzioni occidentali. Solo in questo modo sarà possibile sconfiggere l’influenza dell’estremismo islamista sulle istituzioni del Pakistan, influenza che in molti casi impedisce loro di compiere il principale dovere, quello cioè di tutelare le vittime”.
Foto: “Aiuto alla Chiesa che soffre” (ACS)