Con un’Italia malata e più povera al centro-sinistra interessa l’illiberale legge pro gender
Di Umberto Spiniello
Giorni difficili per il nostro paese, la popolazione schiacciata da due fronti opposti e terribili. Da un lato, la pandemia che terrorizza gli anziani e gli immunodepressi e da l’altra la crisi economica.
La “cura” del nostro governo sembra essere ancora una volta un lockdown, che seppur localizzato, darà il colpo di grazia all’economia del nostro paese già in ginocchio e bisognosa di immediati aiuti finanziari che stentano ad arrivare.
Inoltre le conseguenze sociali di questa misura sembrano preoccupanti, un numero altissimo di depressioni gravi, un uso smisurato di pornografia, violenti litigi familiari e coniugali causati dallo stress della convivenza forzata e prolungata in condizioni spesso difficili, anche dal punto di vista organizzativo.
E qui entra in gioco anche il nodo scuola. Il nostro governo, passata la prima fase acuta della pandemia e dopo mesi di riunioni con comitati tecnici, annunci, preparazione di protocolli e “banchi rotanti” ha di fatto mancato clamorosamente il bersaglio trascurando il nodo principale: i trasporti!
Risulta innegabile che anche molti governi regionali hanno la loro parte di responsabilità e negligenza su questo tema, ma di fatto ci troviamo di fronte ad una totale immobilità della nostra classe dirigente nella gestione delle principali questioni nodali in questa fase di emergenza. Il risultato è: scuole chiuse e DAD, tutto a carico delle famiglie!
Pesano infatti esclusivamente sulle famiglie, queste scelte drastiche, con turni al pc, connessioni e spazi non sufficientemente adeguati.
Anche la gestione dei protocolli sanitari lascia perplessi, sul piano diagnostico la crescita smisurata dei contagi decreta l’inefficienza della famigerata app “Immuni” e non solo per la mancata diffusione di quest’ultima ma soprattutto per la mancata rete di comunicazione con le ASL competenti spesso non digitalizzate e comunque non sufficientemente preparate a fronteggiare tracciamenti i tempi brevi.
Problematica è anche la scelta di tenere in panchina i medici di base e i pediatri che di fatto possono operare solo telefonicamente scaricando la pressione sulle aziende sanitarie (come nel caso della somministrazione dei vaccini) causando di fatto una psicotica corsa al pronto soccorso pressoché ovunque.
Comprensibile che un malato si senta abbandonato e si precipiti in ospedale, ma proprio in questa situazione di congestione delle strutture ospedaliere, risulta ancora più clamorosa la mancanza di volontà delle forze di governo ad accogliere le istanze dell’opposizione proprio in materia sanitaria. Interessante è la proposta di curare a domicilio i pazienti non gravi (la maggior parte dei contagiati Covid-19) secondo terapie facilmente attuabili al di fuori del contesto ospedaliero. Questa proposta eviterebbe di creare focolai tra il personale ospedaliero e di sovraffollare i posti letto degli ospedali.
Attualmente la proposta è ignorata dal governo, come anche quella di preservare le sole persone anziane dal contagio, con l’attuazione di misure ad hoc; corse su trasporti differenziati, turni in fasce d’età per l’ accesso ai supermercati ed altre misure simili.
Ma probabilmente il problema più grave del nostro attuale governo è di natura ideologica, mentre l’Italia è in attesa di misure urgenti e ben ponderate per fronteggiare tutti i settori interessati da questa pandemia, in parlamento approvano il famigerato ddl Zan (di cui abbiamo ampiamente parlato) tra un numero enorme di parlamentari assenti per isolamento e il grottesco ancoraggio dei firmatari alle tematiche legate al mondo della disabilità che evidentemente non conoscono.
La battaglia ora passa al senato, ma c’è da chiedersi se un’Italia malata e povera riconosca tra le sue priorità una legge pro gender e profondamente illiberale dettata dai movimenti LGBT.