Shemà. Commento al Vangelo del 31 ottobre della teologa Giuliva Di Berardino
Shemà (in ebraico “Ascolta”), un commento al Vangelo del Giorno di Giuliva Di Berardino.
Anche a noi, uomini e donne del terzo millennio, Nostro Signore Gesù Cristo dice: “Shemà”. Ascoltiamolo!
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IL COMMENTO TESTUALE
IL VANGELO DEL GIORNO: sabato 31 ottobre 2020
In questo Vangelo troviamo lo stesso quadro del Vangelo di eri: il giorno di Shabbat, Gesù riceve un invito a pranzo, ma si tratta di un invito che ha un obiettivo: osservare la correttezza della dottrina insegnata da Gesù, per capire se questo rabbi galileo avesse alla base una dottrina e come interpretare questa sua dottrina. Il testo è anche ironico perché i farisei lo invitano per osservarlo, ma in realtà è Gesù che osserva gli invitati e nota che essi sceglievano i primi posti. Da questa situazione Gesù ne trae una parabola: non cercare di occupare i posti destinati agli invitati più ragguardevoli quando si è invitati a pranzo, per evitare di dover poi lasciare il posto a un ospite più importante. Queste parole a noi sembrano un consiglio di Gesù, invece il Vangelo specifica bene che quì Gesù non sta indicando come comportarsi quando si è invitati, e quindi di rispettare una certa gerarchia che pure era importante nel Giudaismo di quei tempi, ma questa parabola, partendo da un aspetto quotidiano, offre agli invitati, e quindi oggi a noi, un nuovo atteggiamento di vita. Non la disposizione dei posti a tavola, ma come stare nei posti che abbiamo nella vita. Ecco quindi la giusta disposizione interiore da avere per vivere da persone libere: ricercare l’ultimo posto. Non per passare inosservati, non per nascondersi meglio, ma, al contrario, per dare l’opportunità a chi ci invita nella sua casa, e quindi al Signore che ci ha chiamati alla vita oggi, di scegliere Lui il posto migliore per noi. La frase con cui conclude il testo, infatti, sintetizza il senso di questa parabola: : “chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato“. La frase inizia con “chiunque”, non ci sono categorie specifiche di persone, ma, come vediamo, c’è un criterio: assomigliare a Gesù. La vita di Gesù, la Sua Pasqua, la Sua umiliazione d’amore per noi, ci mostra il criterio secondo il quale Dio sceglie anche il nostro posto nella vita. Chiediamo allora oggi allo Spirito Santo che ci doni di fare sempre più nostro l’esempio di Gesù perché possiamo sentire nel cuore la gioia di stare nel posto in cui siamo, perché questo posto è il posto migliore per noi, non perché ci è capitato o perché questo è quello che siamo riusciti a guadagnarci nella vita, ma perché questo posto, questo giorno, questa vita, è quella che ci ha dato Lui. Buona giornata!
Lc 14,1.7-11
Un sabato Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano a osservarlo. Diceva agli invitati una parabola, notando come sceglievano i primi posti: «Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché non ci sia un altro invitato più degno di te, e colui che ha invitato te e lui venga a dirti: “Cédigli il posto!”. Allora dovrai con vergogna occupare l’ultimo posto. Invece, quando sei invitato, va’ a metterti all’ultimo posto, perché quando viene colui che ti ha invitato ti dica: “Amico, vieni più avanti!”. Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali. Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato».
IL COMMENTO IN VIDEO: https://www.youtube.com/channel/UCE_5qoPuQY7HPFA-gS9ad1g/videos