Dieci errori commessi dal Governo Conte nella gestione dell’emergenza Covid-19

Dieci errori commessi dal Governo Conte nella gestione dell’emergenza Covid-19

Di Emanuela Maccarrone

Dieci studiosi in diverse materie hanno redatto un documento intitolato ‘Un appello e un decalogo per salvare l’Italia’.

Essi spiegano i dieci errori commessi nella gestione dell’emergenza covid dal Governo, in quanto organo statale addetto alla programmazione, al coordinamento e, all’occorrenza, in sostituzione negli interventi.

Si lamenta il mancato e tempestivo agire per evitare una seconda diffusione del virus.

Il documento è disponibile su https://www.fondazionehume.it/wp-content/uploads/2020/10/Operazione-verit%C3%A0_3.pdf

“È importante avviare una operazione verità che individui gli errori commessi non solo perché ciascuno si faccia carico delle proprie responsabilità, ma soprattutto per evitare il ripetersi di simili errori. Perché se dovessimo ripeterli in futuro, domata la seconda ondata, potremmo trovarci a dover fronteggiare la terza. Serve a poco affermare che la situazione italiana è migliore di quella di altri paesi europei, o ripetere la favoletta che gli altri paesi ci ammirerebbero per come abbiamo gestito l’epidemia. Non sono i peggiori che andavano presi a modelli, ma i migliori. L’esperienza dei paesi asiatici (ma anche di Australia e Nuova Zelanda), che hanno combattuto l’epidemia con molto più successo dinoi, doveva insegnare qualcosa”, si legge nel documento.

Gli errori individuati dagli studiosi si possono così sintetizzare:

1 – Tamponi di massa, nel quadro di una strategia rigorosa di “sorveglianza attiva”.

Un maggior numero di tamponi per monitorare la diffusione del virus. Nulla di questo è stato fatto. Anzi, in base al documento, al 5 agosto i tamponi risultavano diminuiti.

2- A scuola in sicurezza.

Le scuole non erano in grado di ridurre il numero degli alunni per classe (come avvenuto in molti paesi europei), non c’era l’obbligo delle mascherine in classe né di misurazione della febbre né di gestire i sospetti positivi.

3- Un database pubblicamente accessibile con tutti i dati necessari per affrontare efficacemente l’epidemia

Indisponibilità dei dati epidemiologici utili “per capire per esempio i canali di trasmissione del virus oppure per organizzare una rete efficiente di tracciamento dei contatti”. Non è stato fatto.

4- Il tracciamento come strumento di controllo della trasmissione del virus

“Il Governo aveva promesso un sistema efficace di tracciamento informatico. L’app Immuni non ha funzionato”.

5- Non chiudere un occhio sugli assembramenti, effettuando controlli massicci e sanzionando le violazioni.

“Per tutta l’estate si moltiplicano gli assembramenti, in particolare quelli legati alla movida e ai divertimenti di massa”, in assenza di controlli.

6- Mantenere la promessa di creare 3.500 nuovi posti di terapia intensiva

“Ad oggi si stima che solo 1.300 dei 3.500 posti aggiuntivi di terapia intensive, previsti dal governo a maggio scorso, siano operativi. Solo il 12 ottobre si è chiuso il bando di gara per le nuove postazioni”.

7- Garantire un adeguato distanziamento su tutti i mezzi pubblici

8– Assicurare un’adeguata e tempestiva disponibilità di vaccini anti-influenzali, anche nelle farmacie

9– Mettere i medici di base in condizione di visitare i pazienti Covid, dotandoli dei necessari dispositivi di protezione individuale

10– Luoghi dove poter trascorrere la quarantena senza contagiare famigliari conviventi

“Il Governo aveva promesso i Covid-hotel (…). Asl e Ats stanno lanciando soltanto ora bandi per stipulare convenzioni con hotel e altre strutture”.

Gli studiosi, pertanto, concludono con questa esortazione: “ Noi pensiamo che quel che non è stato fatto fra maggio e ottobre debba assolutamente essere fatto ora. Perché il problema cruciale di un’epidemia non è portare il numero di contagi vicino a zero, ma mantenerlo basso quando il  peggio sembra passato. Per garantire questo, servono tutte e 10 le cose che abbiamo elencato(…). Gli italiani, come sempre, finiranno per fare quel che gli si chiede, sopportando sacrifici e rinunce. E’ troppo chiedere che, almeno, non siano inutili?”.

 

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