Morelli e gli altri signori della Consulta pensano a creare “nuovi diritti”
Di Martino Mora
La Corte Costituzionale italiana avrebbe il compito di fare rispettare la Costituzione. E’ lapalissiano.
Invece uso volutamente il condizionale, perché, secondo l’attuale presidente della Corte, Mario Morelli, le cose sono cambiate.
Con una sfacciataggine senza pari, il Morelli intervistato ieri dal Corriere, afferma ben altro:
“I diritti da tutelare non sono solo quelli descritti dalla Carta. Maestri come Augusto Barbera e Franco Modugno, che abbiamo il privilegio di avere nel collegio, ci hanno insegnato che sono diritti fondamentali anche quelli percepiti come tali dall’evoluzione della coscienza civile, soprattutto sui temi etici”.
Insomma: invece di fare il lavoro per cui sono pagati a peso d’oro, il Morelli e gli altri signori della Consulta pensano a creare “nuovi diritti”. I diritti “percepiti” (da chi?) sarebbero già diritti.
Se domani quindi una parte della società italiana, previa opera di decennale martellamento mediatico (cosa che nella sua disonestà intellettuale il Morelli non dice), percepisse come un “diritto” il cibarsi di carne umana, la Corte dovrebbe sancirlo?
Ci rendiamo conto delle enormità che questi signori affermano?
Che si arrogano il potere, come dottor Frankenstein della giurisprudenza, di fare ingegneria sociale sulla base di “percezioni”? Ma da quando un magistrato si basa su “percezioni”? Scherziamo?
Costoro (che tra loro si definiscono “maestri” con vaga assonanza massonica) credono di essere i nuovi Illuminati del pensiero unico politicamente corretto? Sì, lo credono. Sovversivi in toga.
PS. Sarebbe da ridiscutere completamente tutto il giusnaturalismo moderno, tutto basato sul pregiudizio individualistico-egualitario. Vasto programma…