La dittatura cinese ha incrementato la persecuzione dei cristiani in vista dell’accordo col Vaticano
Di Angelica La Rosa
Nelle settimane e nei mesi precedenti al rinnovo dell’accordo tra la Santa Sede e il governo cinese, arrivato nei giorni scorsi, si è assistito ad un aumento della pressione della dittatura comunista contro tutte le religioni, e soprattutto contro quella cristiana.
Secondo Bitter Winter, il governo comunista ha imposto più rigorosamente il divieto di vendita e distribuzione di testi religiosi. Non possono, infatti, essere spediti in Cina in quanto sono considerati “contrabbando”.
Una casa editrice è stata recentemente chiusa e il suo personale arrestato dopo che le autorità hanno scoperto che l’editore aveva pubblicato libri cristiani. La stessa sorte è toccata ad alcune tipografie.
Anche la fotocopia di materiale religioso è vietata e un impiegato di una copisteria ha detto a Bitter Winter di aver ricevuto istruzioni per denunciare chiunque volesse fare copie di materiale religioso.
L’anno scorso, il Partito Comunista Cinese ha rimosso murales, poster e opere d’arte contenenti il contenuto dei 10 comandamenti dalle chiese in varie parti del paese, sostituendoli con testi alterati che riflettono meglio i principi comunisti. I funzionari del Partito Comunista hanno anche annunciato che stanno lavorando a una versione approvata della Bibbia.
La persecuzione comunista contro i cristiani non rispetta neanche i morti. Recentemente le autorità cinesi hanno demolito le lapidi di 20 missionari svedesi, alcuni dei quali morti più di 100 anni fa. ti.
In Cina, l’istruzione religiosa di chiunque abbia meno di 18 anni è illegale. Ciò significa che le lezioni di catechismo sono proibite e che i minori non sono ammessi negli edifici sacri.
Le chiese cattoliche registrate presso le autorità cinesi sono strettamente monitorate tramite telecamere a circuito chiuso collegate alla rete di pubblica sicurezza. I sacerdoti sono stati costretti a frequentare corsi di formazione governativi.
Il governo cinese continua a imprigionare il clero cattolico che si rifiuta di sostenere il Partito comunista. Molteplici rapporti di organizzazioni internazionali e organismi di monitoraggio dei diritti umani hanno registrato casi di tortura, lavoro forzato, aborti forzati e sterilizzazioni e indottrinamento comunista anti-religioso.
Ma nonostante la continua persecuzione dei cristiani in Cina, che ha visto anche le autorità comuniste radere al suolo chiese, arrestare vescovi e offrire ricompense per informazioni sui servizi religiosi clandestini, il 22 ottobre il Vaticano ha reso noto il rinnovo dell’Accordo interinale tra la Santa Sede e la Repubblica Popolare Cinese sulla nomina dei vescovi.