Shemà. Commento al Vangelo del 27 ottobre della teologa Giuliva Di Berardino
Shemà (in ebraico “Ascolta”), un commento al Vangelo del Giorno di Giuliva Di Berardino.
Anche a noi, uomini e donne del terzo millennio, Nostro Signore Gesù Cristo dice: “Shemà”. Ascoltiamolo!
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IL COMMENTO TESTUALE
IL VANGELO DEL GIORNO: Lc 13,18-21
Martedì 27 ottobre 2020
La liturgia oggi ci presenta la bellezza del misterioso progetto di Dio che si realizza nel tempo, in modo nascosto, per cui è necessaria una certa sapienza, oltre al dono della fede, per poter comprendere che siamo inseriti nel meraviglioso progetto d’amore del Padre per questa umanità. Il Vangelo, infatti, ci mostra il tema del Regno di Dio, che non è, come se l’aspettavano i contemporanei di Gesù, uno sconvolgimento del mondo, ma la stessa realtà di Dio che abita in mezzo a noi, nelle cose semplici della vita, nella nostra modalità di vivere le relazioni con le persone che amiamo, nelle nostre case.
Tutti sperimentiamo che, accogliendo la fede, partecipiamo a qualcosa che è più grande di noi. Questo è normale che avvenga, perché tutti coloro che credono in Dio, edificano il Regno di Dio a partire dalle cose di ogni giorno, nelle cose semplici. Nella prima lettura della liturgia di oggi, tratta dalla Lettera agli Efesini (Ef 5,21-33), San Paolo si sofferma addirittura su come i credenti in Gesù vivono la relazione coniugale, affermando che gli sposi sono un modello per tutti i credenti di come possiamo realizzare il Regno di Dio in questo mondo perché gli sposi credenti sono sottomessi gli uni agli altri, non spadroneggiano sul più debole, non pretendono da chi ci sta vicino, ma si mettono a servizio l’uno dell’altro, con pazienza. In questo la relazione matrimoniale dei cristiani è esemplare per tutti, perché solo se uno ama davvero è capace di sottomettersi, perché solo chi ama è felice di lasciarsi precedere, di fare in modo che l’altro sia onorato più di quanto è onorato lui.
Il Regno di Dio allora si costruisce così, con l’amore, con la pazienza, col servizio, con la gioia di abbassarsi di fronte all’altro. Questi atteggiamenti, ci dice San Paolo, sono divini, ci vengono da Dio, ma sono anche umani perché l’amore ci dona gli atteggiamenti di Cristo Gesù gli uni verso gli altri. Le parabole che ci racconta oggi Gesù cercano di farci entrare in questi atteggiamenti che ci portano a realizzare il Regno di Dio in mezzo a noi. Gesù ci invita ad osservare l’uomo che getta il suo granello di senapa nella terra e la donna che nasconde il suo lievito nella pasta, per dire che chi costruisce il Regno di Dio, chi ama davvero, non cerca visibilità. Non perché ha vergogna di qualcosa, ma perché ha la certezza che non è necessario essere visibile per essere fecondi. Non è necessario fare cose grandi, anzi, soprattutto le azioni scontate e apparentemente inutili nascondono una grande fecondità.
La parabola è chiara: è dal granello di senapa che nascerà un albero, e chi lo semina sa che questo albero sarà grande. Lo sa! La donna che mette lievito nella farina sà che l’impasto fermenterà e la pasta crescerà. Il Regno di Dio, allora, è quel piccolo gesto d’amore di oggi che nessuno vede, quel pensiero di bene verso quella persona che non vedi da tanto tempo e che non sai neppure come sta, quella gentilezza verso quella persona che non conosci, quel silenzio fatto per non ferire l’altro…Piccoli gesti d’amore, anche pensieri o “atti del cuore”, ma fatti con fede, con amore, con quella consapevolezza, certa, che un piccolo atto d’amore, anche se non visibile, reggerà il mondo e lo innalzerà verso Dio.
Santa Teresina scrive così in uno dei suoi manoscritti: “Uno scienziato ha detto: ‘Datemi una leva, un punto d’appoggio, e solleverò il mondo’. Quello che Archimede non ha potuto ottenere perché la sua richiesta non era rivolta a Dio ed era espressa solo dal punto di vista materiale, i Santi l’hanno ottenuto in tutta la sua pienezza. L’Onnipotente ha dato loro come punto d’appoggio: Se stesso, e Sé Solo. Come leva: l’orazione, che infiamma di un fuoco d’amore, ed è così che essi hanno sollevato il mondo“.
Ecco, non scoraggiamoci! Non c’è nulla di inutile nella nostra vita: il nostro piccolo dono, la nostra fedeltà a ciò che potremmo giudicare inutile, può essere importante, se non per qualcuno, sicuramente lo è per Gesù. Buona giornata!
Lc 13,18-21
In quel tempo, diceva Gesù: «A che cosa è simile il regno di Dio, e a che cosa lo posso paragonare? È simile a un granello di senape, che un uomo prese e gettò nel suo giardino; crebbe, divenne un albero e gli uccelli del cielo vennero a fare il nido fra i suoi rami». E disse ancora: «A che cosa posso paragonare il regno di Dio? È simile al lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di farina, finché non fu tutta lievitata».
IL COMMENTO IN VIDEO: https://www.youtube.com/channel/UCE_5qoPuQY7HPFA-gS9ad1g/videos