Il ct della nazionale Mancini e l’infodemia: altro che dimissioni, quella vignetta è un fanta goal!
Di Giuseppe Brienza
Guarda caso Roberto Mancini, commissario tecnico della Nazionale di calcio, dopo aver affrontato con risolutezza il ministro Speranza e il presidente della FIGC Gravina sulla questione della mancata riapertura degli stadi, è finito nell’occhio del ciclone per un click! Sì, per il solo fatto di aver rilanciato giovedì scorso dai suoi profili social una vignetta denunciante l’attuale infodemia da coronavirus, l’ex fantasista della Sampdoria si è guadagnato le accuse di «negazionista», «irresponsabile», «inadeguato al suo ruolo» e così via cianciando. Gli sono arrivate persino richieste di dimissione… A questo punto si sarebbe “scusato” ma, in realtà, quello che i media hanno spacciato per delle scuse sono, a mio parere, solo una sua ulteriore dimostrazione di serietà e discrezione.
«Ho soltanto condiviso una vignetta che mi è sembrata sdrammatizzare un momento così complicato – ha scritto Mancini nel suo ultimo post dal “fattaccio”: –. Tutto qui, non c’era alcun messaggio sottinteso e nessuna intenzione di mancare di rispetto ai malati e alle vittime di Covid-19, se così fosse me ne scuso» (profilo Twitter di Roberto Mancini, 22 ottobre 2020).
Evidentemente il ct, come molti di noi, non ha cambiato opinione: se minimizzare il Covid è sbagliato, drammatizzare, confondere e terrorizzare in politica e sui media con toni e pseudo-informazioni (queste sì) irresponsabili e interessate, è criminale. Negli ultimi giorni, in questo senso si sono espresse personalità al di sopra di ogni partigianeria come Massimo Cacciari o, da ultimo, il professor Giorgio Palù, un’autorità indiscussa nel campo della virologia (è professore emerito dell’Università di Padova), che in un’intervista televisiva ha parlato di attuale «frenesia mediatica», di «autunno della ragione» nel modo in cui vengono riportati i dati su contagi, morti e malattie concludendo: «questa non è la peste!».
Mancini insomma, sui social, si è esibito in un colpo di tacco, in quel gesto che da calciatore l’ha reso tra i più noti “fantasisti” con la maglia della Sampdoria (ricordiamo quello del 1996 che si trova ancora sul web…).
Ma cosa diceva questa benedetta vignetta? Poche ma ben assestate parole, tanto da giungere in poche ore tra i trending topic (cioè le tendenze/argomenti più discussi e condivisi sul social) di Twitter. La domanda di un’infermiera (peraltro di colore) «Hai idea di come ti sei ammalato?» e la risposta di un giovane paziente dal letto d’ospedale «Guardando i TG».
Molti Covid-psicoterroristi o, semplicemente, cittadini scossi o impanicati lo hanno attaccato e dipinto in vari modi, alcuni accusandolo di aver fatto un «assist ai negazionisti». Altro che assist o dimissioni, quella vignetta che Mancini ha rilanciato e ci ha fatto conoscere è un fanta goal! Mister, ormai molta gente o è impazzita o prona al terrorismo sanitario, e buona parte della colpa è della continua e costante pressione del terrorismo mediatico cui siamo sottoposti. Chi non è in coro con il mainstream è un negazionista. Ma chi deve chiedere scusa dovrebbe essere chi strumentalizza le paure dei cittadini e le vittime del Covid-19, facendosi scudo con queste alle proprie responsabilità ed errori.