Liberiamo san Francesco dal politicamente corretto e dal sincretismo
Di Diego Torre
Ricordare San Francesco è anche rendere onore alla sua memoria, mistificata dalle falsità del politicamente corretto. Sincretista in religione, pacifista, animalista. Pio XI tanto avvertiva tale urgenza di verità da promulgare un’enciclica, la Rite expiatis, del 30.4.1926, per il VII centenario della morte del santo, in cui insegnava:
«Molti, infetti dalla peste del laicismo, hanno preso l’abitudine di spogliare i nostri eroi della vera luce e gloria della santità, per abbassarli ad una sorta di naturale eccellenza e ad una professione di vuota religiosità, lodandoli e magnificandoli solo per le loro benemerenze verso il progresso nelle scienze e nelle arti, per le loro opere di filantropia, per il bene fatto alla patria e al genere umano».
E’ un giochino vecchio e sporco che i progressisti (anche quelli pseudo-cattolici) fanno da molto tempo: esaltano deformandolo un aspetto degli eroi della fede cristiana per oscurare la fede stessa; li rendono piacevoli allo spirito del mondo per snaturare la loro vera essenza, l’amore a Cristo e alla Chiesa.
Nel caso del patrono d’Italia le menzogne sono palesi, diffuse da film, musical, romanzi ed autori di “mondo cattolico”.
Per mancanza di spazio consideriamo soltanto di un sincretismo religioso che non gli apparteneva di certo. Egli, infatti «era convinto che, prima di tutto e soprattutto, è assolutamente necessario conservare, venerare e vivere la fede della Santa Chiesa Romana, che è l’unica salvezza per tutti», come ci trasmette il beato Tommaso da Celano (Vita prima, I, 22).
L’esilarante fake-news di un Francesco in dialogo sincretista con i musulmani strumentalizza l’ incontro col sultano egiziano Malik al-Kamil, del 31 agosto 1219. Ma l’attenzione alle anime non è tradimento della verità; anzi…
San Francesco costruì ponti coi nemici della cristianità per convertirli al Cristo. A proprio rischio e pericolo. Lasciamo alle Fonti Francescane la confutazione di questo falso storico.
1172 7. Ma l’ardore della carità lo spingeva al martirio; sicché ancora una terza volta tentò di partire verso i paesi infedeli, per diffondere, con l’effusione del proprio sangue, la fede nella Trinità.
A tredici anni dalla sua conversione, partì verso le regioni della Siria, affrontando coraggiosamente molti pericoli, alfine di potersi presentare al cospetto del Soldano di Babilonia. Fra i cristiani e i saraceni era in corso una guerra implacabile…Francesco, I’intrepido soldato di Cristo, animato dalla speranza di poter realizzare presto il suo sogno, decise di tentare l’impresa, non atterrito dalla paura della morte, ma, anzi, desideroso di affrontarla. …
1173 8. …si imbatterono nelle sentinelle saracene, che, slanciandosi come lupi contro le pecore, catturarono i servi di Dio e, minacciandoli di morte, crudelmente e sprezzantemente li maltrattarono, li coprirono d’ingiurie e di percosse e li incatenarono. Finalmente, dopo averli malmenati in mille modi e calpestati, per disposizione della divina provvidenza, li portarono dal Sultano, come l’uomo di Dio voleva. Quel principe incominciò a indagare da chi, e a quale scopo e a quale titolo erano stati inviati e in che modo erano giunti fin là. Francesco, il servo di Dio, con cuore intrepido rispose che egli era stato inviato non da uomini, ma da Dio altissimo, per mostrare a lui e al suo popolo la via della salvezza e annunciare il Vangelo della verità. E predicò al Soldano il Dio uno e trino e il Salvatore di tutti, Gesù Cristo, con tanto coraggio, con tanta forza e tanto fervore di spirito, da far vedere luminosamente che si stava realizzando con piena verità la promessa del Vangelo: Io vi darò un linguaggio e una sapienza a cui nessuno dei vostri avversari potrà resistere o contraddire.
1174 Anche il Soldano, infatti, vedendo l’ammirevole fervore di spirito e la virtù dell’uomo di Dio, lo ascoltò volentieri e lo pregava vivamente di restare presso di lui. Ma il servo di Cristo, illuminato da un oracolo del cielo, gli disse: “ Se, tu col tuo popolo,vuoi convertirti a Cristo, io resterò molto volentieri con voi. Se, invece, esiti ad abbandonare la legge di Maometto per la fede di Cristo, dà ordine di accendere un fuoco il più grande possibile: Io, con i tuoi sacerdoti, entrerò nel fuoco e così, almeno, potrai conoscere quale fede, a ragion veduta, si deve ritenere più certa e più santa ”. Ma il Soldano, a lui: “ Non credo che qualcuno dei miei sacerdoti abbia voglia di esporsi al fuoco o di affrontare la tortura per difendere la sua fede ”. (Egli si era visto, infatti, scomparire immediatamente sotto gli occhi, uno dei suoi sacerdoti, famoso e d’età avanzata, appena udite le parole della sfida).
E il Santo a lui: “ Se mi vuoi promettere, a nome tuo e a nome del tuo popolo, che passerete alla religione di Cristo, qualora io esca illeso dal fuoco, entrerò nel fuoco da solo. Se verrò bruciato, ciò venga imputato ai miei peccati; se, invece, la potenza divina mi farà uscire sano e salvo, riconoscerete Cristo, potenza di Dio e sapienza di Dio, come il vero Dio e signore, salvatore di tutti. Ma il Soldano gli rispose che non osava accettare questa sfida, per timore di una sedizione popolare. Tuttavia gli offrì molti doni preziosi; ma l’uomo di Dio, avido non di cose mondane ma della salvezza delle anime, li disprezzò tutti come fango. Vedendo quanto perfettamente il Santo disprezzasse le cose del mondo, il Soldano ne fu ammirato e concepì verso di lui devozione ancora maggiore. E, benché non volesse passare alla fede cristiana, o forse non osasse, pure pregò devotamente il servo di Cristo di accettare quei doni per distribuirli ai cristiani poveri e alle chiese, a salvezza delI’anima sua. Ma il Santo, poiché voleva restare libero dal peso del denaro e poiché non vedeva nell’animo del Soldano la radice della vera pietà, non volle assolutamente accondiscendere.
1175 9. Vedendo, inoltre, che non faceva progressi nella conversione di quella gente e che non poteva realizzare il suo sogno, preammonito da una rivelazione divina, ritornò nei paesi cristiani.