In Cile, come negli Usa, le milizie globaliste mirano ad eliminare il Cristianesimo
Di Lorenzo Capellini Mion
In Cile manifestanti incappucciati hanno fatto irruzione nella chiesa di San Francisco de Borja e in quella dell’Asunción, una delle più antiche della capitale Santiago, e hanno appiccato le fiamme.
Il devastante incendio nella chiesa dell’Asunción ha causato il crollo della torre, celebrato dai manifestanti.
Dall’inizio delle rivolte sono 57 i luoghi di culto profanati, avessero toccato una sola moschea ne avrebbero fatto il titolo del giornale unico.
In Cile come negli Stati Uniti le milizie globaliste, ben finanziate ed organizzate militarmente, orfane del comunismo mirano ad eliminare ogni competizione culturale e morale e per farlo verrebbero a patti col diavolo, o con l’Islam.
Se trionfassero, l’unica religione ufficiale sarà il culto di Stato come nella Cina comunista. Un assaggio lo stiamo avendo con l’uso che viene fatto del compagno Covid.
Anche per questo il 3 Novembre è un crocevia delle storia nell’eterna lotta tra il bene e il male. Forza Donald J. Trump, ultimo raggio di speranza, che intanto ha già lasciato il suo segno per una nuova era di pace.
Per ricapitolare visto il silenzio interessato su fatti che stanno cambiando la storia e il futuro del mondo: dopo la Knesset anche il parlamento degli Emirati Arabi Uniti ha approvato la creazione di pieni legami diplomatici con Israele. A stretto giro il primo volo commerciale proveniente dagli Emirati Arabi Uniti è atterrato a Tel Aviv, dove passeggeri e l’equipaggio sono stati accolti calorosamente. Addirittura è intenzione degli Emiratini di stabilire una sede diplomatica a Tel Aviv, verrà il tempo di portarla a Gerusalemme. In tutto ciò anche il Bahrain ha formalizzato le piene relazioni con Israele e i due paesi hanno firmato 7 accordi diplomatici di reciproca amicizia e cooperazione. Nel contempo almeno altri 7 paesi islamici sono interessati a stabilire relazioni con Israele, compreso il Sudan, mentre un nuovo incredibile sondaggio rivela che l’80% dei sauditi è favorevole alla normalizzazione dei rapporti diplomatici con Israele. I palestinesi dal canto loro, duole farlo ma va rilevato, hanno maledetto i visitatori degli Emirati Arabi Uniti che hanno fatto visita Moschea di Al Aqsa a Gerusalemme. Hamas e la jihad Islamica hanno dato loro il benvenuto con una pioggia di razzi da Gaza. E pensare che gli Emirati Arabi Uniti hanno finanziato la loro “causa” con miliardi di dollari e questo è il loro ringraziamento ma oramai e da tempo con le loro reiterate bugie hanno stancato persino l’opinione pubblica mediorientale.
Una nota a margine a mio avviso la merita la Turchia. Infatti mentre Erdogan soffia sul fuoco islamico, minacciando persino di “riprendersi Gerusalemme”, il suo Paese registra un nuovo record negli scambi commerciali con Israele. È indicativo sia della sua ipocrisia sia di quanto tra la gente normale che vive una vita normale non ci sia voglia di alcun conflitto. Qui ci sono alcuni dei motivi per cui i signori della guerra permanente tremano e vieppiù vorrebbero far fuori Trump, per tornare al vecchio status quo caro persino ad F. Ma falliranno perché il vento sta cambiando.
Ed è un vento di pace. Sembrava impossibile poi è arrivato Donald J. Trump.