Shemà. Commento al Vangelo del 20 ottobre della teologa Giuliva Di Berardino

Shemà. Commento al Vangelo del 20 ottobre della teologa Giuliva Di Berardino

Shemà (in ebraico “Ascolta”), un commento al Vangelo del Giorno di Giuliva Di Berardino.

Anche a noi, uomini e donne del terzo millennio, Nostro Signore Gesù Cristo dice: “Shemà”. Ascoltiamolo!

 

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IL COMMENTO TESTUALE

IL VANGELO di martedì 20 ottobre 2020

Oggi la liturgia ci invita ad alzare lo sguardo, ad andare oltre, a muoversi tra le cose del mondo con serenità, con agilità anche in mezzo al buio che ci circonda. “Siate pronti con le cinture ai fianchi e le lucerne accese”, ci dice Gesù. E’ un’esortazione ad assumere un atteggiamento preciso: essere cinti con le cinture ai fianchi non è solo un invito a essere pronti a fuggire, ma è anche il comando che Dio aveva dato a Israele prima della notte in cui il Signore ha voluto liberarlo dalla schiavitù dell’Egitto, Es 12,11. Cingersi la veste è segno di agilità, quindi, quell’agilità che ci è necessaria per poter eseguire un lavoro, come conferma il Cantico dei Cantici 3,8. Finché San Paolo, nella lettera agli Efesini 6,14, descrivendo l’armatura di Dio ci esorta a cingere i fianchi con la cintura della verità. Allora Gesù oggi, esortandoci a cingere i fianchi, ci chiede di mantenerci sempre liberi di agire e di muoverci in ogni momento, anche in mezzo al buio della notte, visto che ci richiede di tenere con noi una lucerna accesa. L’agilità che ci viene richiesta è quella di chi si libera, si alleggerisce, si mette in condizione di procedere spedito, con l’aiuto della luce, in modo che neppure il buio ci possa fermare! Le nozze, cioè la festa che Dio desidera per noi, si accoglie se si risponde al desiderio di Dio risvegliando il nostro desiderio di Lui, del suo ritorno. Questo ci rende leggeri, liberi, agili e scattanti. Questo fa di noi dei costruttori di pace, come ci indica San Paolo nella prima Lettura, tratta da Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesìni 2,12-22, ” Egli (Cristo Gesù) è venuto ad annunciare pace a voi che eravate lontani, e pace a coloro che erano vicini. Per mezzo di lui infatti possiamo presentarci, gli uni e gli altri, al Padre in un solo Spirito. Così dunque voi non siete più stranieri né ospiti, ma siete concittadini dei santi e familiari di Dio, edificati sopra il fondamento degli apostoli e dei profeti, avendo come pietra d’angolo lo stesso Cristo Gesù.” E poi, più avanti, aggiunge: “in lui (in Cristo Gesù) anche voi venite edificati insieme per diventare abitazione di Dio per mezzo dello Spirito.” Chiediamo al Signore che metta nel nostro cuore un desiderio di Lui che ci faccia restare svegli fino al suo ritorno, perché così possiamo anche noi vivere nella beatitudine di coloro che il Signore ha scelto. La felicità che abita il cuore dei credenti  è una felicità  piena perché oggi la liturgia ci annuncia che in verità la gioia cristiana è un vero e proprio atto di fede! Più ci radichiamo in Dio, più restiamo svegli, agili di fronte agli ostacoli di questo mondo, perché riusciremo sempre a liberarci dai pesi inutili attraverso l’amore, fino ad essere proiettato verso il futuro, verso l’eternità che ci appartiene come promessa di felicità. Allora, all’inizio di questo nuovo giorno, lodiamo e ringraziamo il Signore con la preghiera tratta dal Salmo 84 (85) che oggi la liturgia ceucaristica ci fa pregare insieme, una preghiera che dice la nostra fede e che apre il cuore alla speranza: “Ascolterò che cosa dice Dio, il Signore: egli annuncia la pace. Sì, la sua salvezza è vicina a chi lo teme, perché la sua gloria abiti la nostra terra. Amore e verità s’incontreranno, giustizia e pace si baceranno. Verità germoglierà dalla terra e giustizia si affaccerà dal cielo. Certo, il Signore donerà il suo bene e la nostra terra darà il suo frutto; giustizia camminerà davanti a lui: i suoi passi tracceranno il cammino.” Buona giornata! 

Lc 12,35-38

 In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Siate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese; siate simili a quelli che aspettano il loro padrone quando torna dalle nozze, in modo che, quando arriva e bussa, gli aprano subito. Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità io vi dico, si stringerà le vesti ai fianchi, li farà mettere a tavola e passerà a servirli. E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell’alba, li troverà così, beati loro!».

 

IL COMMENTO IN VIDEOhttps://www.youtube.com/channel/UCE_5qoPuQY7HPFA-gS9ad1g/videos

 

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