Per Dacia Maraini l’assunzione della droga è “una richiesta inconsapevole e disperata di spiritualità”
Di Martino Mora
Dopo avere paragonato le tossicodipendenti alle mistiche medioevali, Dacia Maraini sul Corriere della Sera ha scritto che “l’assunzione della droga è per me una richiesta inconsapevole e disperata di spiritualità”.
La Maraini, non nuova a paragoni di questo tipo, si dimostra ancora una volta incapace di distinguere tra l’autentica spiritualità e ciò che è spiritualità capovolta, cioè deviazione della stessa verso il basso.
Se la droga è una forma di misticismo, si tratta di un misticismo deviato verso il basso, verso l’infero. Quindi di una contraffazione sinistra della trascendenza. Ma questo la Maraini non lo ha scritto.
Contraffazione “sinistra” nel duplice senso di perversa e inquietante, e di appartenente a quella che gli esoteristi chiamano “via della mano sinistra”, che fa della deviazione da ogni legge (sesso, violenza, droga e stregoneria) la via per raggiungere “quel dio che è il rovescio di Dio” (Bataille).