Fra un po’ il MoVimento Cinque Stelle diventerà solo un lontano ricordo?
Di Giuseppe Brienza
Giovedì sono stati espulsi dal M5S altri due parlamentari, la senatrice Pacifico e il deputato Romano. La decisione è stata annunciata sul Blog delle Stelle con un comunicato telegrafico: «Il Collegio dei Probiviri comunica che il 15 ottobre 2020 sono stati espulsi dal MoVimento 5 Stelle Marinella Pacifico e Paolo Nicolò Romano».
L’on. Romano, 36 anni, astigiano, è un grillino di lungo corso già candidato nel 2009 alle elezioni regionali del Piemonte nel collegio di Asti e, nel 2013, eletto alle politiche per la circoscrizione Piemonte2. Nel 2018 era quindi al secondo mandato.
La senatrice Pacifico, invece, eletta a Latina, era meno conosciuta all’interno del M5S ma la sua “dipartita” non è meno grave perché si prevede la sua prossima adesione al gruppo leghista di Palazzo Madama. Insegnante di liceo, la (ormai ex) grillina aveva fatto parlare di sé lo scorso 5 ottobre per il suo voto contro la proroga dello stato d’emergenza fino al 31 gennaio, con una motivazione del tutto condivisibile: «Come afferma il più prestigioso costituzionalista italiano Sabino Cassese, non si può prorogare lo stato di emergenza per incapacità. Le difese immunitarie della democrazia iniziano a scricchiolare paurosamente sotto ogni nuova proroga». Anche lei, poi, aveva votato contro la riduzione del numero di parlamentari, nonostante il referendum costituzionale fosse uno dei cavalli di battaglia del M5s.
Ma perché i due giovani parlamentari sono stati espulsi? Il comunicato che sembra uscito dall’agenzia Tass di sovietica memoria non lo dice, perché il motivo è evidentemente imbarazzante. Infatti, entrambi erano già da tempo nella lista dei «morosi» circa la restituzione della parte di stipendio da parlamentare da versare al MoVimento.
Ritornando a Romano, una delle figure storiche dei Cinque stelle astigiani, il suo allontanamento è stato deciso probabilmente per la decisa presa di posizione a favore del «No» nel recente referendum sul taglio dei parlamentari. Per questo motivo già a settembre insieme ad altri parlamentari attraverso Facebook aveva fatto riferimento al suo imminente allontanamento dai 5 Stelle autosospendendosi. Ma stiamo parlando di un ex fedelissimo di Luigi Di Maio, che in un post dell’11 febbraio 2015, così lo gratificava come tra i maggiori oppositori grillini del Governo Renzi: «Stamattina io e Paolo Nicolò Romano Deputato 5 Stelle siamo stati alla Corte dei Conti per denunciare Renzi e presentargli il conto. Sembra che il suo volo di Stato per recarsi a Courmayeur a Capodanno sia costato più di 70.000 euro. Si giustificano con le “ragioni di sicurezza”».
A commentare in modo clamoroso la sua espulsione è stato il capogruppo dei Cinque Stelle in Consiglio comunale ad Asti, Massimo Cerruti, che ha rivendicato a Romano il merito «di essere stato uno dei primi a credere e a impegnarsi per il MoVimento qui ad Asti, quando in molti neppure sapevano che cosa fosse».
«Durante i suoi mandati – ha proseguito l’esponente locale dei Cinque stelle – ha restituito una grande quantità di denaro, centinaia di migliaia di euro, cosa che nessun altro deputato aveva mai fatto», così confermando che lo strumento delle espulsioni è utilizzato come strumento di epurazione degli esponenti non graditi al vertice.
Andando all’interpretazione politica di quest’ennesimo caso di lacerazione del gruppo parlamentare del M5S, a mio avviso per il fatto che sia avvenuto alla vigilia degli Stati Generali e in concomitanza con il rinnovato attivismo interno di Alessandro Di Battista, farebbe pensare ad una scissione all’interno del MoVimento che non potrebbe non far cadere il Governo Conte bis.
Invece che «riorganizzare e rivitalizzare» l’armata grillina in via di disfacimento, questo prossimo appuntamento potrebbe darle il colpo di grazia.
Già adesso l’espulsione della senatrice Pacifico rischia di avere un impatto mortale sull’esecutivo: con i numeri della maggioranza risicati a Palazzo Madama i gruppi che sostengono il Governo Conte bis potranno infatti pericolosamente contare su un voto in meno.
Prove ve ne sono state almeno due negli scorsi giorni. In primo luogo l’approvazione al Senato della Nota di aggiornamento del documento economico-finanziario (Nadef) e allo scostamento di bilancio, che ha visto il Governo spuntarla solo grazie a quattro voti, due provenienti dai senatori a vita Mario Monti ed Elena Cattaneo, e due provenienti da parlamentari fatti eleggere dall’opposizione, ovvero i senatori ex di Forza Italia, Sandra Mastella e Raffaele Fantetti.
La seconda dimostrazione di scricchiolio delle maggioranze parlamentari vi è stata il 15 ottobre alla Camera dei Deputati, con il rinvio a data da destinarsi del voto della riforma costituzionale per portare da 25 a 18 anni l’età richiesta per eleggere i senatori.
Consideriamo, infine che sono quasi 40 i parlamentari usciti dal M5S dall’inizio della legislatura, i cui nomi più noti, che hanno portato con sé non pochi voti e militanti, sono stati Gianluigi Paragone alla Camera e Sara Cunial al Senato. Fra un paio d’anni il MoVimento Cinque Stelle diventerà solo un lontano ricordo?