Shemà. Commento al Vangelo del 15 ottobre della teologa Giuliva Di Berardino

Shemà. Commento al Vangelo del 15 ottobre della teologa Giuliva Di Berardino

Shemà (in ebraico “Ascolta”), un commento al Vangelo del Giorno di Giuliva Di Berardino.

Anche a noi, uomini e donne del terzo millennio, Nostro Signore Gesù Cristo dice: “Shemà”. Ascoltiamolo!

 

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IL COMMENTO TESTUALE

IL VANGELO DEL GIORNO

Giovedì 15 ottobre 2020

SANTA TERESA D’AVILA, VERGINE E DOTTORE DELLA CHIESA – MEMORIA

Oggi troviamo ancora un grido d’amore che si avverte dalle parole dure di Gesù contro i farisei, gli scribi e i dottori della Legge. Comne dicevo ieri non sono le persone coin le quali Gesù si adira, ma gli atteggiamenti che ci mettono in pericolo, ci rendono distanti dal bene e che perciò Dio stesso non può accogliere. Il Vangelo, attraverso queste parole di Gesù, ce ne spiega la motivazione. Se ieri abbiamo quindi contemplato il potere subdolo e ingannevole dell’atteggiamento che ci porta a vivere come i farisei, lontani dalla pratica della bontà e dalla somiglianza a Dio, alla quale tutti siamo chiamati, oggi cerchiamo di andare ancora più in profondità a cercare la radice di questo atteggiamento dal quale Gesù ci avverte di stare lontano. Così il Vangelo ci fa comprendere che anche noi, quando usiamo ciò che sappiamo per comandare sugli altri e per metterli a nostro servizio invece che promuovere in loro il dono che li metta a servizio di tutti e che ci migliori tutti, noi facciamo come gli scribi e i farisei: uccidiamo i profeti. Sì, perché limitiamo negli altri la possibilità di bene che sono in loro, ma, se ci pensiamo bene, anche noi stessi non diamo nulla di noi stessi e non lasciamo nulla di buono intorno a noi. Ecco allora Gesù ci chiede di metterci in ascolto degli altri, di ascoltarli, di voler bene alle persone che ci sono affidate e che incontriamo anche ogni giorno, perché da questo dipende il futuro della nostra umanità! Gesù per farci capire questo ricorda che il male si è propagato nel mondo, dall’inizio della Bibbia fino all’ultimo profeta prima di Giovanni Battista, proprio lì dove non c’è stato ascolto, accoglienza, disponibilità, apertura di cuore verso gli altri. Gesù cita Abele, il primo a morire innocente, senza essere accolto dal suo stesso fratello, e Zaccaria, figlio di uno dei più grandi benefattori della dinastia davidica, Ioiadà, che aveva ridato alla discendenza di Davide il trono di Gerusalemme, a cui la stessa discendenza davidica uccise il figlio, che era profeta del Dio vivente. Non possiamo continuare a uccidere i profeti, a cercare il potere, la vanagloria, a scapito degli altri! Non possiamo continuare a usare la nostra conoscenza per il potere e vantarcene! La conoscenza, le cose che la vita ci insegna ci servono solo per avvicinare la gente a Dio. Questo ci insegna Gesù! Allora oggi preghiamo ancora lo Spirito Santo, che ci aiuti a metterci a disposizione degli altri per poter far vivere i profeti, anzi, generarne di nuovi per il Regno di Dio, proprio come ha fatto la grande santa che oggi ricordiamo, una santa che è anche un dottore della Chiesa, una madre che ha generato tantissimi santi, che ha riformato un ordine religoso femminile e maschile, che ha rinnovato la Chiesa e ha diffuso la sapienza che lei ha ricevuto da Cristo a tante generazioni!! è Santa Teresa D’Avila, madre spirituale di tante anime che Dio ha voluto chiamare, anche nei tempi moderni, la maestra della contemplazione e dell’orazione:  Facciamoci aiutare da lei a non portare via la chiave della conoscenza, ma a consegnarla a tutti, senza paura. Preghiamo lo Spirito Santo con le parole con le quali lei Lo invocava ogni giorno: “O Spirito Santo, sei tu che unisci la mia anima a Dio: muovila con ardenti desideri e accendila con il fuoco del tuo amore. Quanto sei buono con me, o Spirito Santo di Dio: sii per sempre lodato e Benedetto” (S. Teresa d’Avila). Buona giornata! 

Lc 11,47-54

In quel tempo, il Signore disse: «Guai a voi, che costruite i sepolcri dei profeti, e i vostri padri li hanno uccisi. Così voi testimoniate e approvate le opere dei vostri padri: essi li uccisero e voi costruite. Per questo la sapienza di Dio ha detto: “Manderò loro profeti e apostoli ed essi li uccideranno e perseguiteranno”, perché a questa generazione sia chiesto conto del sangue di tutti i profeti, versato fin dall’inizio del mondo: dal sangue di Abele fino al sangue di Zaccarìa, che fu ucciso tra l’altare e il santuario. Sì, io vi dico, ne sarà chiesto conto a questa generazione. Guai a voi, dottori della Legge, che avete portato via la chiave della conoscenza; voi non siete entrati, e a quelli che volevano entrare voi l’avete impedito». Quando fu uscito di là, gli scribi e i farisei cominciarono a trattarlo in modo ostile e a farlo parlare su molti argomenti, tendendogli insidie, per sorprenderlo in qualche parola uscita dalla sua stessa bocca.

 

IL COMMENTO IN VIDEOhttps://www.youtube.com/channel/UCE_5qoPuQY7HPFA-gS9ad1g/videos

 

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