Shemà. Commento al Vangelo del 13 ottobre della teologa Giuliva Di Berardino

Shemà. Commento al Vangelo del 13 ottobre della teologa Giuliva Di Berardino

Shemà (in ebraico “Ascolta”), un commento al Vangelo del Giorno di Giuliva Di Berardino.

Anche a noi, uomini e donne del terzo millennio, Nostro Signore Gesù Cristo dice: “Shemà”. Ascoltiamolo!

 

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IL COMMENTO TESTUALE

IL VANGELO DEL GIORNO: Lc 11,37-41

martedì 13 ottobre 2020

La liturgia oggi ci dona l’occasione di riflettere sul modo che noi spesso abbiamo per entrare in relazione con gli altri e con Dio, perché possiamo migliorare ogni giorno di più nella fede e comprendere la grande libertà interiore alla quale Gesù ci introduce. “In Cristo Gesù non è la circoncisione che vale o la non circoncisione, ma la fede che si rende operosa per mezzo della carità”. Questo ci annuncia San Paolo nella prima lettura tratta sempre dalla lettera ai Galati (5,6)  che la liturgia ci propone in questo tempo come lettura continuativa.

La fede ci dona la libertà dagli scrupoli, dallo sguardo degli altri, dai giudizi e questo perché ci aiuta a vedere meglio in profondità gli avvenimenti, le realtà che ci circondano, le norme che dobbiamo osservare. Ma la fede ci aiuta anche ad usare questa libertà in modo intelligente: non per egoismo, ma per la carità, quindi per il bene di tutti.

Gesù nel Vangelo ci insegna proprio questo con le sue parole: “Date piuttosto in elemosina quello che c’è dentro, ed ecco, per voi tutto sarà puro”. Oggi più che mai cerchiamo di vivere questa opportunità, di metterci a servizio della libertà che la fede ci offre.

Chiediamo al Signore questa grazia per oggi, tenendo a cuore le parole di papa Francesco tratte dalla lettera enciclica “Fratelli tutti”, al numero 77: “Ogni giorno ci viene offerta una nuova opportunità, una nuova tappa. Non dobbiamo aspettare tutto da coloro che ci governano, sarebbe infantile. Godiamo di uno spazio di corresponsabilità capace di avviare e generare nuovi processi e trasformazioni. Dobbiamo essere parte attiva nella riabilitazione e nel sostegno delle società ferite. Oggi siamo di fronte alla grande occasione  di esprimere il nostro essere fratelli, di essere altri buoni samaritani che prendono su di sé il dolore dei fallimenti, invece di fomentare odi e risentimenti. Come il viandante occasionale della nostra storia, ci vuole solo il desiderio gratuito, puro e semplice di essere popolo, di essere costanti e instancabili nell’impegno di includere, di integrare, di risollevare chi è caduto; anche se tante volte ci troviamo immersi e condannati a ripetere la logica dei violenti, di quanti nutrono ambizioni solo per sé stessi e diffondono la confusione e la menzogna. Che altri continuino a pensare alla politica o all’economia per i loro giochi di potere. Alimentiamo ciò che è buono e mettiamoci al servizio del bene.” Buona giornata!

Lc 11,37-41

In quel tempo, mentre Gesù stava parlando, un fariseo lo invitò a pranzo. Egli andò e si mise a tavola. Il fariseo vide e si meravigliò che non avesse fatto le abluzioni prima del pranzo. Allora il Signore gli disse: «Voi farisei pulite l’esterno del bicchiere e del piatto, ma il vostro interno è pieno di avidità e di cattiveria. Stolti! Colui che ha fatto l’esterno non ha forse fatto anche l’interno? Date piuttosto in elemosina quello che c’è dentro, ed ecco, per voi tutto sarà puro».

IL COMMENTO IN VIDEOhttps://www.youtube.com/channel/UCE_5qoPuQY7HPFA-gS9ad1g/videos

 

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