Carlo Acutis ha vissuto nella sua carne le parole di San Giovanni Paolo II
Di Antonella Paniccia
Mi risuonano ancora nella mente le parole rivolte da San Giovanni Paolo II ai giovani durante la giornata mondiale della Pace:
“Non abbiate paura della vostra giovinezza e di quei profondi desideri che provate di felicità,
di verità, di bellezza e di durevole amore!”.
Un’esortazione profetica divenuta un imperativo categorico per Carlo Acutis, oggi solennemente proclamato beato nel cielo. Carlo non ha avuto paura della sua giovinezza ed è corso a braccia aperte, con lo slancio puro e libero del suo tenero cuore, verso una vita di santità. Una vita breve ma intensa, un’esistenza che commuove intimamente perché mai si oserebbe immaginarla in un ragazzo di quindici anni. Eppure, Carlo non era un ragazzo vissuto secoli fa ma è appartenuto a questa nostra epoca: oggi avrebbe avuto 29 anni ed i suoi fratellini hanno circa l’età di 10 anni.
“Non abbiate paura di proclamare, in ogni circostanza il Vangelo della Croce. Non abbiate paura di andare controcorrente!”.
Sembrano pronunciate per lui queste parole di Giovanni Paolo II perché Carlo sapeva ben annunciare quel Vangelo di Cristo che era incarnato nel suo animo, illustrato nei suoi occhi luminosi e stampato nel suo radioso sorriso. Egli era solo cuore. Null’altro. Dolcezza senza fine verso il suo prossimo, tenerezza verso i più poveri e verso i più deboli che difendeva anche a scuola (e non è facile, oggi, in una società dove spesso gli antagonismi ed i protagonismi prevalgono sulla semplicità e sull’umanità).
“Non abbiate paura di dire “sì” a Gesù e di seguirlo come suoi discepoli. Allora i vostri cuori si riempiranno di gioia e voi diventerete una Beatitudine per il mondo.”
Carlo Acutis ha seguito Gesù come i suoi discepoli ripercorrendo, passo dopo passo, la vita di San Francesco, il santo che di Gesù portava impresse nelle mani (e nel cuore) la sofferenza.
Era innamorato di Assisi, lì si sentiva a casa. Forse, immerso nello spettacolo splendido della natura che lo circondava egli respirava già l’aria del Paradiso a cui tanto anelava e che desiderava ardentemente, quel Paradiso al quale ambiva arrivare senza passare per il Purgatorio: per questo sapeva di dover vivere una vita candida, senza peccato, una vita offerta anche nella sofferenza, per il Papa, per la Chiesa, per l’umanità. Ci vuole coraggio, quello che solo una fede immensa può darti. Quella che una famiglia che condivide il tuo amore per il Signore può aiutarti a nutrire, così come ti nutre nel corpo. Carlo si è nutrito di Gesù Eucaristia, si è fatto pane per gli altri, si è fatto vestito per chi non lo possedeva, consolazione per chi era afflitto.
Alla vigilia della sua beatificazione, dopo il pellegrinaggio alla Basilica di San Francesco, siamo andati a rendergli omaggio ed a pregare nel Santuario della Spogliazione. Lì, racchiuso nell’urna di cristallo, potevi contemplarne la bellezza, respirare la pace e la serenità che trasmette attraverso tutta la sua persona. Avrei voluto approfittare della situazione e chiedergli tutte quelle grazie che il cuore non osa sperare ma, vedendolo così tenero e giovane, l’unica richiesta che mi è affiorata alle labbra è stata: ”Ti prego, porta un bacio a mia madre, come fosse la tua, e un abbraccio a mio padre”.
Ora, però, ho nella mente un pensiero che mi affascina e mi provoca…perdonate se oso…
Cari genitori, insegnanti, catechisti… cosa ne dite di farlo conoscere ai vostri figli e alunni? Forse pensate che sia un messaggio troppo complicato per le nuove generazioni? Eppure io sono convinta che è proprio questo il tassello che manca ai giovani, bisogna osare e trovare il coraggio di parlarne: non lo diranno mai ma ne hanno un grande bisogno perché la loro sete di gioia non è altro che sete di infinito. Sappiamo l’affanno in cui vivono molti genitori per i problemi della nostra società, conosciamo la paura della droga, dell’alcool, della ricerca dello sballo… perché allora non proporre a questi ragazzi, che saranno la linfa vitale del futuro, il messaggio prezioso lasciato da Carlo, la sua inesauribile ricerca di Bellezza, di felicità vera, di soddisfazione autentica, di purezza, di radicalità nelle scelte e non di compromesso? Come non desiderare un cuore simile al suo? Perché non accendere nei ragazzi il desiderio della santità così come ardeva nel petto del beato Carlo?
“Del secolo che volge al suo termine e del nuovo millennio fate un’era di uomini santi!”
E allora, cari docenti, siate audaci, andate controcorrente e inserite nelle vostre (talvolta asettiche) programmazioni un bel progetto di studio sulla società contemporanea, con ricerca dei veri eroi del nostro tempo, dei nuovi martiri perseguitati e uccisi nel mondo a causa della fede. Riempite i vostri registri elettronici di vera, autentica “Scuola viva” facendo conoscere le vite spezzate di Padre Jacques Hamel, di suor Maria Laura Mainetti, di don Roberto Malgesini e di tanti altri cristiani uccisi nel mondo in odio alla fede. Ecco, questo sì che sarà insegnare ideali di vera Libertà, non attraverso le dottrine politiche buoniste e spacciatrici di menzogne. Soprattutto, ripetete, imparate a memoria e gridate ai quattro venti le parole di Giovanni Paolo II ai giovani:
“In realtà, è Gesù che cercate quando sognate la felicità; è Lui che vi aspetta quando niente vi soddisfa di quello che trovate; è Lui la bellezza che tanto vi attrae; è Lui che vi provoca con quella sete di radicalità che non vi permette di adattarvi al compromesso; è Lui che vi spinge a deporre le maschere che rendono falsa la vita; è Lui che vi legge nel cuore le decisioni più vere che altri vorrebbero soffocare. E’ Gesù che suscita in voi il desiderio di fare della vostra vita qualcosa di grande, la volontà di seguire un ideale, il rifiuto di lasciarvi inghiottire dalla mediocrità, il coraggio di impegnarvi con umiltà e perseveranza per migliorare voi stessi e la società, rendendola più umana e fraterna.”.
Forse, gridandole ai giovani, le terremo care ed utili anche per noi.