Torna Anselm Grün con “Stupore”, per scoprire i miracoli nella quotidianità, gesto dopo gesto
Di Angelica La Rosa
La capacità di meravigliarsi mantiene viva la felicità: è qualcosa di semplicissimo, eppure arricchisce di molto la nostra vita, che altrimenti resterebbe piatta e noiosa.
Che si tratti di fare colazione, leggere il giornale, guidare la macchina, tagliare l’erba o stirare, di cominciare un lavoro o concluderlo: il modo in cui compiamo ciascuna di queste azioni dipende da noi. Nel pieno della vita, nel pieno della quotidianità può manifestarsi qualcosa di meraviglioso. Dobbiamo soltanto imparare a guardare l’esistenza con occhi nuovi. Le cose più comuni possono acquistare una rilevanza tutta nuova: un tavolo, il pane, l’acqua o il vino, un albero, un fiore, un pasto in compagnia possono trasformarsi d’improvviso in un simbolo, irradiare nuovo splendore e lasciar traspirare la totalità del senso.
Nel suo nuovo libro Anselm Grün (Stupore – Scoprire i miracoli nella quotidianità, Queriniana, p. 304, euro 26) illustra, come al solito magistralmente, che il segreto della spiritualità non sta nel raggiungere vette sempre più alte, o sempre più in fretta e sempre più lontano, ma nell’apprezzare quello che, a un primo sguardo, sembra ovvio. Traccia così una strada al senso e alla bellezza da scoprire nel mezzo della quotidianità.
Si tratta di un libro che può liberare la visuale e scorgere l’essenziale, per apprezzare l’ordinario e trasformare la quotidianità. “La nostra vita resta piatta e noiosa se nelle cose vediamo soltanto la loro utilità immediata. Anselm Grün ci mostra come anche le piccole cose di tutti i giorni possano lasciar trasparire la totalità del senso”, ha scritto Sylvia Wetzel, descrivendo il libro.
In effetti Anselm Grün fa scoprire veramente come i semplici gesti della quotidianità possano aiutarci a vivere bene la nostra fede cattolica perché la calma, l’attenzione e il silenzio sono delle vere e proprie vie “per un’arte di vita spirituale”.
Dopo aver riflettuto sul fatto che ogni cosa ha il suo tempo e il suo spazio, Grün invita a far diventare la quotidianità un “esercizio dell’attenzione”.
Deliziosi i capitoli che suggeriscono come cominciare la giornata. Si va dalla chiamata della sveglia (“Una promessa”) all’alzarsi dal letto per “non perdersi la vita”, dal vestirsi come “atto consapevole” alla colazione per “incominciare la giornata con tutta calma”, dal guidare come terreno “di esercizio spirituale” allo stirare che si può trasformare “in meditazione” dal preparare il pane e le torte come “immagine della trasformazione interiore”, dall’andare a dormire la notte per “distaccarsi dalla giornata”.
Interessantissimo il capitolo sullo splendore delle cose, utile per gettare un nuovo sguardo sugli oggetti comuni. Si parte dalle campane “materia della terra, suono di Dio”, ma si parla anche di acqua (“rinnovamento e fertilità”), vino (“dono del cielo, sapore della terra”), tavola (“luogo di comunione, luogo del sacro”), armadio (“spazio per l’ordine”), libri (“chiave al mistero della vita”), candela (“un amore che rischiara il cuore”), e via dicendo.
Il testo fa venire alla mente, peraltro citata nell’introduzione, una affermazione del celebre scienziato Albert Einstein: “Ci sono soltanto due modi di vivere. Uno è pensare che nulla sia un miracolo, l’altro è pensare che tutto sia un miracolo”.